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Il caso Assange e la libertà di stampa in Germania e Italia COSMO italiano 27.02.2024 20:18 Min. Verfügbar bis 26.02.2025 COSMO Von Filippo Proietti


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Il caso Assange e la libertà di stampa in Germania e Italia

Stand: 27.02.2024, 17:18 Uhr

a cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e Tommaso Pedicini

Nei prossimi giorni potrebbe arrivare ad una svolta il caso di Julian Assange, fondatore della piattaforma Wikileaks, accusato di spionaggio dagli Sati Uniti per aver rivelato, tra l'altro, crimini di guerra commessi da truppe Usa in Iraq e Afghanistan. Ne parliamo con Stefania Maurizi, giornalista investigativa che sulla vicenda ha scritto un libro. Con il collega Giulio Galoppo facciamo, invece, il punto della situazione sulla libertà di stampa in Germania e in Italia.

Demo für Julian Assange

Julian Assange rischia una condanna a 175 anni di carcere negli USA

Julian Assange

Il giornalista australiano è in attesa di un verdetto da parte della Alta Corte di Londra sulla sua possibile estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio e rischia di scontare il carcere a vita, un totale di 175 anni di reclusione.

A partire dal 2010, Assange ha divulgato sul portale WikiLeaks circa 700mila documenti riservati ed autentici sottratti al Pentagono e al Dipartimento di Stato americano. Alcuni di essi documentano violenze, torture e uccisioni commesse dalle forze statunitensi durante le guerre in Iraq e Afghanistan, altri riguardano i rapporti diplomatici di Washington. Per i difensori di Assange si tratta di una vendetta da parte dell'amministrazione americana per essere stata messa a nudo di fronte all'opinione pubblica mondiale.

La giornalista Stefania Maurizi conosce bene la vicenda di Assange, si è occupata di Wikileaks, la piattaforma investigativa fondata da Assange, sin dalla sua nascita. Ospite di COSMO Italiano, ci spiega cosa sta succedendo tra Stati Uniti e il giornalista australiano e perché quest’ultimo rischia il carcere a vita solo per aver fatto il suo dovere.

Libertà di stampa nel 2022 e 2023

Il 2022 è considerato un anno nero per i giornalisti e la libertà di stampa nel mondo. Sono stati 86 i reporter uccisi , per lo più al di fuori delle zone di guerra. Altre centinaia di giornalisti sono stati aggrediti o imprigionati. Anche il 2023, dai primi dati non ufficiali, è stato un anno negativo, con un totale di 521 giornalisti detenuti arbitrariamente a causa del proprio lavoro. Dai rapporti sulla libertà di stampa della ONG Reporter senza frontiere emerge che i Paesi in cui la libertà di espressione è maggiormente in pericolo, se non del tutto ignorata, sono la Russia, dove la repressione dell'informazione indipendente è fortissima, si pensi al caso di Aleksej Navalnyj, e la Turchia, dove ci sono stati arresti di massa dei professionisti dei media.

Libertà di stampa in Germania

Anche la Germania viene citata, nel rapporto di Reporter senza frontiere, come esempio negativo. Gli attacchi contro i giornalisti ai margini delle manifestazioni hanno fatto scivolare la Germania dal 16°al 21° posto nella classifica della libertà di stampa. Il numero di aggressioni di questo tipo contati da Reporter senza frontiere è più alto che mai, con ben 103 casi registrati nel 2022.

Le cause di questa situazione

Secondo Lutz Kinkel, direttore del Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (Europäisches Zentrum für Presse- und Medienfreiheit - ECPMF) di Lipsia, le manifestazioni dei “Querdenker” durante la pandemia di Covid hanno creato un clima molto ostile alla stampa. Un ruolo importante l’ha, poi, giocato l’enorme diffusione di teorie cospirative, alla base delle quali c’è sempre l'insinuazione che i giornalisti non riportino la verità. Un’insinuazione pericolosissima, perché genera e alimenta odio nei confronti della categoria. Kinkel spiega che l'atteggiamento di molte persone nei confronti della stampa ha continuato a peggiorare dall'inizio della pandemia. Inoltre, il movimento dei “Querdenker” si è radicalizzato, divenendo sempre più violento. A ciò si aggiunge che una certa retorica contro la stampa si sta normalizzando in alcuni settori della società. Ad esempio, si è diffusa l'espressione “Lügenpresse”, stampa bugiarda, originariamente proveniente dagli ambienti dell'estrema destra. In Germania, i gruppi di estrema destra hanno continuato a manifestare e ad attaccare i rappresentanti dei media. L'attenzione delle manifestazioni si è spostata dalle misure contro il coronavirus alla guerra in Ucraina e ora anche a quella in Medio Oriente.

Come arginare il problema e garantire sicurezza alle colleghe e ai colleghi

WikiLeaks Internetseite

Wikileaks, fondata da Julian Assange nel 2006

Lutz Kinkel (ECPMF) chiede un maggiore impegno da parte delle organizzazioni dei media per proteggere il proprio personale. I giornalisti, dal canto loro, dovrebbero denunciare ogni forma di minaccia o violenza subita. Per Reporter senza frontiere, inoltre, la polizia dovrebbe acquisire maggior consapevolezza del problema. Dal suo rapporto emerge che, in poco meno di un quinto dei casi, i giornalisti aggrediti sostengono di non  essere stati difesi, anche se magari la polizia si trovava nelle vicinanze, o era stata esplicitamente invitata a intervenire.

Il governo tedesco e la libertà di stampa

Nel 2022, la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock, e la ministra di Stato per la Cultura e i Media, Claudia Roth, hanno lanciato l'”Iniziativa Hannah Arendt” per sostenere e proteggere i giornalisti minacciati in tutto il mondo. Ciò consente ai giornalisti in pericolo di continuare il loro lavoro in esilio. Nel 2023, il Ministero degli Esteri è entrato a far parte del gruppo esecutivo della Media Freedom Coalition, cioè la Coalizione per la libertà dei media, di cui, la Germania, è co-presidente, insieme all’Estonia, dallo scorso gennaio.

Media Freedom Coalition

È una rete globale per la promozione della libertà di stampa. È stata fondata dal Regno Unito e dal Canada nel 2019 ed è composta da 50 Paesi, 22 organizzazioni della società civile, esperti legali e l'UNESCO. Il suo ruolo è per esempio quello di affrontare le minacce rivolte a singoli giornalisti o istituzioni attraverso la cosiddetta diplomazia silenziosa, ossia attraverso colloqui riservati con i governi dei paesi dove il problema si presenta. Tra gli strumenti a disposizione ci sono inoltre le campagne pubbliche e la creazione di uno spazio sicuro  per le segnalazioni.

L’Italia e la libertà di stampa

L'Italia, in base all'ultimo report, recupera 17 posizioni nella classifica mondiale della libertà di stampa di Reporter senza frontiere e si attesta al quarantunesimo posto. Secondo il rapporto, la stampa in Italia continua a essere minacciata dalla criminalità organizzata, specialmente nel Sud del Paese, e da gruppi estremisti violenti. Inoltre, è di questi giorni la notizia che alla Camera dei Deputati è ripresa la discussione delle mozioni sulla tutela della professione giornalistica, a seguito di settimane di proteste contro il rischio di un bavaglio derivante dall’emendamento Costa.

Con l’emendamento Costa, i cronisti non potranno più citare anche semplici estratti delle ordinanze di custodia cautelare, ma solo elaborare sintesi. Questa ulteriore restrizione segue le norme che, in nome del principio di presunzione di innocenza, stanno limitando fortemente la divulgazione di notizie riguardanti l’attività della magistratura. La Direttiva europea sulla presunzione di innocenza (343/2016)  richiama più volte la necessità di salvaguardare la libertà di stampa in nome dell’interesse pubblico, mentre le norme approvate in Italia tendono a colpire solo i giornalisti.