Quella voglia matta di riarmarsi, in Germania e in Europa. COSMO italiano. 17.03.2025. 20:19 Min.. Verfügbar bis 17.03.2026. COSMO. Von Luciana Caglioti.
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Quella voglia matta di riarmarsi, in Germania e in Europa
Stand: 17.03.2025, 17:15 Uhr
di Luciana Caglioti, Agnese Franceschini e Tommaso Pedicini
Da tre anni ai confini orientali dell'UE si combatte una guerra brutale, mentre la nuova amministrazione USA pensa a un disimpegno militare dal Vecchio continente: con queste premesse nelle capitali europee, Berlino in testa, è scoppiato il panico ed è partita una gara a chi annuncia maggiori investimenti in armamenti. Dalla reintroduzione della leva obbligatoria all'opzione nucleare niente è ormai più un tabù. Ne parliamo con Agnese Franceschini, il Prof. August Pradetto e l’analista Pietro Batacchi.

L'intera Europa marcia verso il riarmo?
La riforma della Costituzione
Settimana decisiva per il pacchetto finanziario multimiliardario voluto da Unione ed SPD per le infrastrutture e la difesa. Per approvare queste spese, però, è necessario cambiare la Costituzione federale e la probabile nuova coalizione non ha i numeri per farlo. Unione ed SPD pensano per questo di approvare il pacchetto, servendosi del voto dell’attuale parlamento dimissionario, in particolare del sostegno dei Verdi, fondamentali per ottenere la maggioranza dei due terzi e che hanno già votato in commissione bilancio insieme a CDU, CSU e SPD. In questo modo è stato fatto il primo passo per approvare in quella sede i necessari emendamenti e permettere la creazione di un fondo speciale di 500 miliardi di euro per investimenti nelle infrastrutture e di un altro per la difesa. Domani, martedì 18 marzo, dunque si potrà votare al Bundestag per cambiare la Costituzione.
Le richieste dei Verdi
Il nuovo direttivo dei Verdi non era di per sé in disaccordo sulla necessità di cambiare la Costituzione per permettere maggiori investimenti, ma voleva avere voce in capitolo su quali investimenti fare. Per questo si sono susseguite per giorni le trattative soprattutto con il cancelliere in pectore, Friedrich Merz, della CDU. Alla fine è stato raggiunto un compromesso e sono state accettate alcune richieste dei Grünen. Così, ad esempio, il freno al debito sarà allentato non solo per le spese per la difesa, ma anche per le spese per la sicurezza informatica, la protezione civile, i servizi di intelligence e il sostegno agli Stati attaccati in violazione del diritto internazionale. I Verdi hanno inoltre ottenuto che il fondo speciale di 500 miliardi di euro, che dovrebbe essere appunto finanziato con dei prestiti, venga utilizzato per investimenti non solo nelle infrastrutture, ma anche nella protezione del clima e nella riorganizzazione dell’economia in senso ambientale. Inoltre, 100 dei 500 miliardi previsti, andranno ai Länder e saranno utilizzati principalmente per il riassetto energetico a livello comunale. Il tutto dovrà essere regolato dal Fondo per il clima e la trasformazione, creato dal governo semaforo proprio come strumento finanziario per promuovere gli investimenti in tecnologie innovative e sostenibili.
Franchi tiratori al Bundestag
In linea di principio, CDU/CSU, SPD e Verdi hanno al Bundestag una maggioranza sufficiente per gli emendamenti alla Legge fondamentale. Insieme hanno 521 voti, ovvero 31 deputati in più dei due terzi necessari. Ma già si sa che ci saranno alcuni franchi tiratori. Visto che il Bundestag decide nella sua vecchia composizione, alcuni deputati uscenti, che non hanno visto confermato il proprio seggio, potrebbero sentirsi meno vincolati dalla disciplina dei gruppi parlamentari e votare contro. Una voce contraria importante è, ad esempio, quella dell’ex segretario generale della CDU, Mario Czaja, ma anche tra i socialdemocratici ci sono parlamentari che dovranno essere conviti entro domani.
Bundesrat e Corte Costituzionale
Qualora il Bundestag dovesse dire di sì, venerdì 21 marzo, sarà la volta del Bundesrat, dove anche ci sarà bisogno di una maggioranza dei due terzi. Sono dunque necessari 46 voti su 69. I Länder in cui governano CDU, SPD e Verdi dispongono di 41 voti. Con i sei voti della Baviera, l'approvazione sarebbe assicurata. Ma c’è il problema dei Freie Wähler che governano il Land insieme alla CSU e che si sono dichiarati scettici sulla riforma. È notizia di oggi che alla fine avrebbero ceduto alle insistenze del leader della CSU e ministro presidente della Baviera, Markus Söder, ma ovviamente bisogna aspettare venerdì per avere delle certezze. Dopo il Bundesrat spetta alla Corte Costituzionale accettare gli emendamenti alla Costituzione e il passaggio non è scontato. Alcuni parlamentari vogliono bloccare il pacchetto finanziario con un'istanza urgente a Karlsruhe. Una precedente richiesta è già stata rifiutata, ma adesso bisogna vedere che cosa accadrà dopo il voto parlamentare.
I negoziati per il nuovo governo

C'é accordo tra Merz (CDU) e Klingbeil (SPD) anche sulla necessità di allentare il freno al debito in Germania
CDU, CSU e SPD hanno iniziato giovedì 13 marzo i negoziati per formare la nuova coalizione rossonera. 256 donne e uomini si sono suddivisi in 16 gruppi di lavoro per affrontare i vari punti sui quali si erano accordati i tre partiti nelle consultazioni preliminari. L’obiettivo è di formare un governo entro Pasqua. Ma ci sono alcuni punti controversi. Innanzitutto la politica migratoria. In futuro i richiedenti asilo dovranno poter essere respinti alle frontiere tedesche, ma la domanda principale al centro del contendere è: cosa si intende per respingimento “in coordinamento con i nostri vicini europei”? È sufficiente informarli o possono essere respinti solo se sono d'accordo? Jens Spahn della CDU ha dichiarato che la Germania non dovrebbe dipendere dai Paesi vicini e, se necessario, agire contro la loro volontà. Affermazione prontamente contraddetta dalla leader della SPD, Saskia Esken.
Nuovi fondi per l’esercito tedesco
Nel suo recente rapporto sullo stato dell'esercito tedesco, la responsabile per la Difesa, Eva Högl, SPD, parla di carenza di personale e di infrastrutture fatiscenti. Eppure nel 2022, il cancelliere Olaf Scholz aveva annunciato che la Bundeswehr sarebbe stata potenziata con un enorme fondo speciale di 100 miliardi di euro. Che cosa è stato realizzato con questo enorme finanziamento? Secondo August Pradetto, Professore emerito di Scienze Politiche, specializzato in Relazioni Internazionali, presso la Helmut-Schmidt-Universität der Bundeswehr di Hamburg, una parte dei fondi è stata utilizzata per apportare miglioramenti a attrezzature e a infrastrutture della Bundeswehr, ma non sarebbe stata effettuata un'analisi delle minacce basata sulla realtà. In questo modo non sono state stabilite le priorità su come la difesa e la sicurezza dovranno essere concepite in futuro. Pradetto chiarisce comunque che lo stato della Bundeswehr non sarebbe così grave come viene descritto. In altri eserciti europei, le condizioni non sono affatto migliori e questo varrebbe anche per l'esercito russo che verserebbe in condizioni catastrofiche. La minaccia russa che viene paventata attualmente per motivare i piani di riarmo non terrebbe conto, analizza Pradetto, dei tre anni di guerra contro l’Ucraina che avrebbero in gran parte dissanguato le forze armate russe.
Riarmo in Italia e in Europa
Il dibattito sul riarmo non riguarda solo la Germania, ma anche l’Italia e l’Unione Europea nel suo insieme. Secondo Pietro Batacchi direttore di RID, Rivista Italiana Difesa, non si può ancora parlare di esercito europeo, visto che non esiste uno Stato europeo, ma saranno necessarie sinergie e cooperazioni tra i vari Stati per sostenere gli investimenti per armi e difesa. In questo contesto si colloca l'ambizioso progetto della Commissione UE che prevede fino a 800 miliardi di euro di investimenti nella difesa comune.