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Manifestazioni pro-Palestina in Germania e altri sviluppi COSMO italiano 19.10.2023 23:27 Min. Verfügbar bis 18.10.2024 COSMO Von Luciana Caglioti


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Manifestazioni pro-Palestina in Germania e altri sviluppi

Stand: 19.10.2023, 16:54 Uhr

di Luciana Caglioti, Enzo Savignano e Daniela Nosari

Dopo l'esplosione su un ospedale nella striscia di Gaza - ancora da chiarirne i responsabili - il mondo arabo si è mobilitato in solidarietà con la Palestina. Enzo Savignano ci parla dei disordini durante una manifestazione a Berlino e del dibattito in Germania. In questo conflitto entrambe le parti stanno commettendo crimini contro l'umanità, sottolinea Maurizio Simoncelli dell'Archivio Disarmo. E con la storica Anna Foa, ebrea italiana, parliamo del dissenso interno al governo di Netanyahu.

demo

Una manifestazione pro palestinesi ad Amburgo

Manifestazioni e scontri a Berlino

Mercoledì 18 ottobre, per la seconda notte consecutiva, nel quartiere periferico Neukölln, dove vivono molti stranieri anche di religione musulmana si sono verificati violenti scontri tra manifestanti e polizia. Alla fine sono risultati 65 i poliziotti feriti negli scontri, oggetto del lancio di bottiglie, sassi, petardi e anche bottiglie incendiarie e aggressioni con bastoni.

Sono 174 le persone in stato di fermo, su cui la polizia non ha fornito informazioni. Gli scontri sono iniziati poco dopo il tramonto per prolungarsi per alcune ore. I manifestanti violenti che hanno esposto bandiere della Palestina e anche simboli di Hamas hanno creato delle vere e proprie barricate nei pressi di Hermannplatz e Sonnenallee, il cuore del quartiere Neukölln, bruciando auto e cassonetti della spazzatura.

Diverse posizioni sul divieto di manifestazioni

bandiera

Ad una manifestazione la bandiera a favore della pace

Dopo l’attacco del 7 ottobre di Hamas a Israele e la successiva risposta militare israeliana, in molti Paesi europei, Germania compresa, sono state vietate manifestazioni di sostegno ad Hamas, considerato un movimento estremista terrorista di matrice islamica. Ma al momento in Germania non c’è una linea comune riguardo alle manifestazioni a favore della Palestina, che fanno molto discutere l'opinione pubblica.

In alcune città tedesche è stato infatti introdotto il divieto di manifestare a favore della Palestina e in generale per la pace in Medio Oriente per evitare probabilmente che tra i manifestanti si infiltrino rappresentanti o sostenitori di Hamas o altri gruppi estremisti islamici. È il caso ad esempio di Berlino e di Amburgo, dove era stato introdotto per pochi giorni ed è stato ora prolungato fino a domenica 22 ottobre. Non è invece in vigore un divieto simile nel Nord Reno Vestfalia. Il ministro degli Interni del Land Herbert Reul sostiene che la situazione qui non è paragonabile a Berlino.

Il divieto annunciato di Hamas

La Germania ha recepito la direttiva europea che ha inserito Hamas tra le organizzazioni terroristiche e ad oggi in Germania vivono decine di membri iscritti ad Hamas e simpatizzanti. Nei giorni scorsi il cancelliere Olaf Scholz al Bundestag ha ribadito l’intenzione di vietare ogni tipo di attività del gruppo terrorista. L’opposizione, in particolare l’Unione democristiana Cdu/Csu e l’ultradestra di AfD, continuano a chiedere un ulteriore giro di vite sui sostenitori del movimento palestinese Hamas, come arresti e espulsioni immediate. Ma il divieto di attività di Hamas non è ancora entrato in vigore. La bandiera bianco-verde ed altri simboli di Hamas sono invece già vietati.

Altri gruppi palestinesi attivi in Germania

Si tratta di una serie di gruppi e movimenti, alcuni sono a rischio radicalizzazione oppure a stretto contatto con movimenti di estrema sinistra. Per esempio Samidoun è un gruppo che deriva dal fronte di liberazione della Palestina, in tedesco corrispondente alla sigla PFLP, considerato radicale e di cui Scholz ha annunciato un prossimo divieto. La rete PFLP, che al momento non è vietata in Germania, crede nella creazione di uno stato socialista palestinese e non riconosce lo Stato di Israele. Presente in Germania anche BDS (Boykott, Desinvestitionen und Sanktionen, cioè boicottare, desinvestire, sanzionare), un movimento internazionale per la liberazione della Palestina attivo in Germania dal 2005 che cerca il sostegno anche di accademici e studiosi e chiede il boicottaggio anche culturale di Israele.

I timori della comunità ebraica

In concomitanza con le manifestazioni pro Hamas di Neukölln sempre a Berlino nel quartiere centrale Mitte sono state lanciate delle bottiglie incendiarie contro la sede del centro culturale ebraico molto vicino alla sinagoga di Berlino, presidiata da decine di poliziotti 24 ore su 24, come numerosi luoghi di culto ebraici in tutta la Germania. Non si conoscono gli autori del gesto, che per fortuna non ha portato a conseguenze, tuttavia la polizia soprattutto a Berlino ha suggerito alle persone di religione ebraica di non esporsi troppo o addirittura di evitare di girare per strada con simboli ebrei o con la kippa, il tipico copricapo che indossano gli uomini ebrei.

E in Germania comunque ci sono state anche diverse manifestazioni di solidarietà ad Israele e per denunciare i crimini di Hamas. Ad Amburgo circa 1.500 persone sono scese in piazza lunedì 16 ottobre contro la violenza e l'antisemitismo. Con “orrore e sgomento” ha reagito anche la Shura Hamburg, il consiglio delle comunità musulmane della città, che ha condannato fermamente la violenza contro i civili. Alla condanna di Hamas si sono unite anche comunità e organizzazioni musulmane di altre città tedesche, mentre il presidente della Comunità turca in Germania ha esortato tutti i musulmani nel Paese a stare "lontani dalla manipolazione di Hamas" che danneggerebbe i musulmani di tutto il mondo

La testimonianza di Anna Foa

Anna Foa ha insegnato Storia moderna all'università di Roma La Sapienza, ed è ebrea ed esperta di storia degli ebrei e antisemitismo. Ci ha raccontato come vive personalmente questi giorni di guerra tra Israele e Hamas.

“Sono stati giorni terribili, soprattutto subito dopo il 7 ottobre, una cosa inaudita mai vista prima e soprattutto la sensazione di uno stacco netto rispetto a quello che succedeva prima, soprattutto per una persona che ha sempre pensato all’esistenza di uno Stato palestinese accanto allo Stato di Israele e ai diritti dei palestinesi”. ha sottolineato Anna Foa. Con la storica abbiamo anche parlato dell'antisemitismo diffuso nel mondo fondamentalista islamico, ma anche del dissenso israeliano contro il governo di Netanyahu e delle sue responsabilità.

L’analisi di Maurizio Simoncelli

Esperto di geopolitica, vicepresidente e cofondatore dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, Maurizio Simoncelli ha cercato di spiegare quali passi potrebbero essere compiuti per tentare di fermare la spirale di violenza: “È importante l’apertura annunciata del valico tra Egitto e Striscia di Gaza, però dalle notizie che arrivano il valico è già stato bombardato più volte, quindi serviranno almeno due, tre giorni per farlo tornare operativo”. Simoncelli ci ha parlato anche dei crimini di guerra a cui stiamo assistendo da entrambe le parti e dell’appello lanciato da più di 40 tra associazioni, fondazioni e istituti italiani tra cui anche l'Archivio Disarmo, per chiedere l’avvio di un percorso diplomatico - e ha aggiunto l'importanza di un cessate il fuoco immediato.

Vai alle altre puntate del podcast sul conflitto israelo-palestinese: