Ondata di licenziamenti nelle grandi aziende tedesche. COSMO italiano. 02.12.2024. 21:42 Min.. Verfügbar bis 02.12.2025. COSMO. Von Cristina Giordano.
Ondata di licenziamenti nelle grandi aziende tedesche
Stand: 02.12.2024, 17:15 Uhr
di Cristina Giordano, Agnese Franceschini e Cristiano Cruciani
VW, Ford, Tyssenkrupp, i colossi del settore automobilistico, chimico e tecnologico tedesco sono in crisi e si preparano a licenziare migliaia di lavoratori, ce ne parla Agnese Franceschini. Abbiamo raggiunto Nicola Catapano, sindacalista e operaio della Volkswagen dove oggi i lavoratori hanno incrociato le braccia. Francesco Nicodemo ci parla invece della crisi alla Ford dove lavora come operaio specializzato.
L'IG Metall ha indetto uno sciopero contro i piani di licenziamento della VW
Licenziamenti alla Volkswagen?
Secondo il consiglio di fabbrica del più grande gruppo automobilistico europeo, tre stabilimenti sono attualmente sottoutilizzati e potrebbero essere tagliati 10mila posti di lavoro. Il problema è che mancano i clienti per oltre 500.000 veicoli, ha dichiarato recentemente il manager della VW Dirk Große-Loheide. Un chiaro segnale d'allarme della crisi era stato comunque dato già a settembre quando l’azienda di Wolfsburg ha lasciato scadere una garanzia occupazionale in vigore da circa 30 anni. La Volkswagen impiega un totale di 120.000 persone in Germania, per cui i tagli potrebbero riguardare circa un posto di lavoro su dodici.
Le ragioni della crisi
Nel 2023 il Gruppo Volkswagen ha addirittura registrato un nuovo fatturato record di circa 332,3 miliardi di euro, con un aumento di circa il 15,5% e c’é stato addirittura un aumento degli utili, anche se solo del 2%. Il problema però è che il Gruppo non ha prospettive di crescita. La domanda sta calando rapidamente, soprattutto nel mercato più importante, quello asiatico. In Cina, dove di recente è stata venduta circa una Volkswagen su tre, i produttori nazionali di auto elettriche stanno superando nettamente l'azienda di Wolfsburg visto che sono più economici e innovativi. Nel secondo trimestre del 2024, l'azienda di Wolfsburg ha consegnato in Cina quasi un quinto di auto in meno. Il mercato europeo delle vendite non è in grado di compensare questa situazione. Secondo i manager della VW, inoltre, il costo della manodopera è troppo alto.
Le richieste e il piano del sindacato per superare la crisi
Il Consiglio di fabbrica condivide l'opinione “che ci troviamo di fronte a problemi seri”, ma la presidente del Betriebsrat, Daniela Cavallo ha accusato il management di Volkswagen di mancanza di idee: “Riduzione dei costi, chiusura di stabilimenti, licenziamenti forzati” - questa risposta alla crisi “non è solo un certificato di povertà, è una dichiarazione di bancarotta”, ha dichiarato Cavallo. La Volkswagen non starebbe soffrendo per i suoi siti tedeschi e per i costi del personale tedesco, ma per il fatto che “il Consiglio di amministrazione non sta facendo il suo lavoro”. Cavallo ha chiesto un ritorno “al ruolo di leadership tecnologica”.
Il Betriebsrat del Gruppo Volkswagen e il sindacato IG Metall hanno dunque presentato un piano che prevede 1,5 miliardi di euro in risparmi salariali, vale a dire ottenuti sospendendo l'imminente aumento salariale del 5,1% che doveva essere fatto in due fasi. Il denaro verrebbe quindi convogliato in un fondo futuro. Il fondo verrebbe usato per finanziare riduzioni dell'orario di lavoro nei siti sottoutilizzati, e in questoi modo si potrebbero evitare tagli ai posti di lavoro.
I timori dei lavoratori
Operaio e sindacalista alla VW: Luigi Catapano
Luigi Catapano è figlio e nipote di operai della Volkswagen. A cominciare da suo nonno per finire con suo figlio tutta la famiglia Catapano ha un fortissimo legame con l’azienda e con Wolfsburg. Luigi, che lavora alla VW da 25 anni ed è anche sindcalista della IG Metall, non accetta che siano gli operai a pagare per gli errori del management. „Abbiamo lasciato il nostro bellissimo paese per venire qui“ ci racconta, e adesso ha paura di non avere la possibilità di pagare il mutuo per la casa.
La crisi alla Ford di Colonia
L‘azienda americana sta progettando di tagliare quasi 3.000 posti di lavoro a Colonia, pari a circa un quarto della forza lavoro. Questo farebbe parte del piano di ristrutturazione del gruppo statunitense che vuole ridimensionarsi in Europa. Inoltre, le vendite dei nuovi modelli di auto elettriche Explorer e Capri, prodotti a Colonia appunto, sono state inferiori alle aspettative, la causa sarebbe nel prezzo elevato dei due modelli.
Le auto elettriche della Ford avrebbero costi troppo elevati
Come suo padre, anche Francesco Nicodemo è operaio specializzato proprio allo stabilimento di Colonia della Ford. In parte è già in cassa integrazione. La sua paura è quell di non lavorare più già dal prossimo anno. E come lui tanti operai italiani che sanno che il loro posto di lavoro in futuro potrebbe non esserci più.
La crisi dell’indotto in Germania
Praticamente tutto l’indotto - vale a dire le imprese che forniscono servizi alle grandi aziende - è attualmente a rischio crisi. Un esempio è Bosch, la maggiore produttrice mondiale di componenti per autovetture. Il gruppo tedesco potrebbe licenziare fino a 5.550 posti di lavoro, di cui più di due terzi - per un totale di 3.800 posti - saranno tagliati in Germania. Bosch sta anche pianificando di ridurre le ore di lavoro settimanali per alcuni dei suoi dipendenti in Germania. Secondo un portavoce, i dipendenti interessati sono in totale circa 10.000, in nove sedi tedesche. La domanda di automobili è troppo bassa e gli affari con le tecnologie future, come la guida autonoma, stanno andando peggio del previsto.
Licenziamenti anche da Thyssenkrupp
Il più grande produttore tedesco di acciaio Thyssenkrupp Steel ha recentemente annunciato di voler tagliare 11.000 posti di lavoro entro 6 anni. Degli attuali 27.000 posti di lavoro ne resteranno 16.000. Entro la fine del 2030 saranno tagliati 5.000 posti di lavoro nella produzione e nell'amministrazione, mentre altri 6.000 saranno esternalizzati a fornitori di servizi esterni o venduti. Il sito di Kreuztal, nel Nordreno-Vestfalia, verrà chiuso. Il piano prevede anche la riduzione della capacità produttiva di acciaio dagli attuali 11,5 milioni di tonnellate all'anno circa 9 milioni di tonnellate. La recessione economica in Germania, la crisi dell'industria automobilistica e le importazioni a basso costo dall'Asia stanno pesando su Thyssenkrupp. Allo stesso tempo, comunque il Gruppo intende produrre in modo più rispettoso del clima e questo costerà miliardi.
BASF ancora in crisi
Già nel 2022 l’aumento dei costi dell’energia aveva messo in crisi un’altra grande azienda tedesca, la BASF. Secondo il quotidiano economico tedesco “Handelsblatt”, l'azienda chimica prevede di tagliare quasi 3.300 posti di lavoro in tutto il mondo entro la fine del 2024, di cui ben 2.500 a Ludwigshafen dove è stata annunciata la chiusura di tre impianti.