Rinnovabili contro l'emergenza climatica: a che punto siamo?. COSMO italiano. 21.11.2024. 23:07 Min.. Verfügbar bis 21.11.2025. COSMO. Von Cristina Giordano.
Rinnovabili contro l'emergenza climatica: a che punto siamo?
Stand: 21.11.2024, 18:12 Uhr
a cura di Cristina Giordano, Giulio Galoppo, Enzo Savignano e Daniela Nosari
Meno emissioni di anidride carbonica e addio ai combustibili fossili per frenare il riscaldamento climatico: a che punto siamo? Lo svela il nuovo Climate Change Index, come ci spiega Giulio Galoppo, con uno sguardo alle rinnovabili in Germania. E in Italia? Ne parliamo con il giornalista Jacopo Giliberto, con uno sguardo a Baku, dove il mondo riunito discute di come finanziare la lotta all'emergenza climatica. Con Enzo Savignano diamo poi uno sguardo al futuro del Green Deal europeo.
La produzione di energia elettrica da fotovoltaico ha avuto un aumento del 20%
Climate Change Index
Nel Climate Change Index, la classifica delle perfomance climatiche di 63 Paesi del mondo, reso noto ieri nella cornice della COP29, la Germania perde due posizioni e slitta al sedicesimo posto, perché pur mantenendo un ranking medio-alto grazie ai progressi nelle energie rinnovabili, rimane carente nel settore edilizio e dei trasporti, un'area che è cruciale per ridurre le emissioni e rispettare i propri obiettivi climatici.
Settori dell’edilizia e dei trasporti
In questi due settori il livello di gas serra è ancora elevato. Jan Burck, autore principale del Climate Change Index, ha spiegato che sul risultato, infatti, ha pesato soprattutto la lenta elettrificazione di questi due settori - ancora troppo poche le auto elettriche, per esempio e, nell'edilizia, molto dipende da come riscaldiamo le nostre case.
L’inquinamento da riscaldamento
È una delle aree più difficili da decarbonizzare e che produce ancora troppi gas serra. Anche se le emissioni di CO2 l'anno scorso sono diminuite - arrivando al livello più basso dagli anni '50 - , il settore del riscaldamento ha mostrato meno progressi rispetto ad esempio alla produzione di energia elettrica. Si riscalda ancora troppo con petrolio e gas. Solo il 17,7% proviene da fonti energetiche rinnovabili, e per i trasporti siamo addirittura solo al 7,5%.
Queste categorie, edilizia e trasporti, richiedono quindi interventi strutturali più incisivi per raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti dall'Accordo di Parigi.
A che punto siamo con le rinnovabili?
Il 61,5% dell'elettricità è stata generata in Germania nella prima metà di quest'anno da energia eolica, solare, idroelettrica e biomassa (dati dell'Ufficio federale di statistica). Ciò significa che è stato generato oltre il 9% in più di elettricità rispetto alla prima metà del 2023, più di quanto sia mai stato generato in una prima metà dell'anno. Nel 2021 la percentuale era del 44%.
L'energia eolica ha dato il maggior contributo alla produzione di elettricità da energie rinnovabili (2022: 124,8 miliardi di kWh). Ciò significa che, per la prima volta, le centrali eoliche hanno generato più elettricità di tutte le centrali a lignite e carbone fossile della Germania messe insieme.
Siccome ci sono state meno giornate di sole, la produzione di energia elettrica da fotovoltaico (PV) è stata rallentata nel 2023 rispetto all'anno precedente. Tuttavia, ciò è stato compensato da un forte aumento delle nuove installazioni, con un aumento di oltre il 20% rispetto all'anno precedente.
È calata, invece, leggermente la produzione di elettricità da biomassa e rifiuti biogeni
Con 19,9 miliardi di kWh, la produzione di energia elettrica da fonte idroelettrica è stata superiore del 13% rispetto al 2022 (17,6 miliardi di kWh) a causa del clima molto umido soprattutto rispetto al secco anno precedente. La produzione di elettricità da energia geotermica è rimasta, invece, più o meno allo stesso livello dell'anno precedente.
Quali sono i danni che potrebbero verificarsi non raggiungendo l’obiettivo dell’1,5°C?
La conferenza internazionale sul clima COP29 si tiene a Baku, in Azerbaigian
Gli effetti del cambiamento climatico includono non solo temperature più estreme, ma anche nuovi rischi per la salute. In particolare, i ricercatori hanno calcolato che nel 2049 le temperature in Germania aumenteranno in media di 2 gradi rispetto all'inizio della registrazione, nel 1881. Ciò significa un forte aumento dei giorni di caldo superiore ai 30 gradi, ma anche giorni con temperature intorno ai 40 gradi. Aumenterà il numero di notti tropicali con più di 20 gradi, mentre le notti invernali saranno meno gelide di oggi. Pioverà di più in inverno e meno in estate, quando, però, le precipitazioni saranno più intense e si alterneranno a periodi di siccità più lunghi. Questo causerà più alluvioni e inondazioni.
E per quanto riguarda la nostra salute?
Il cambiamento climatico è la più grande minaccia per la salute del 21° secolo a livello mondiale. Secondo gli esperti, ciò comporta un aumento delle malattie respiratorie, un maggior rischio di cancro alla pelle e una maggiore sofferenza per i soggetti allergici, poiché la stagione dei pollini si prolunga e si affermeranno anche nuove specie vegetali allergeniche, oltre a nuove specie di zanzare che trasmetteranno nuove malattie.
Secondo il Robert Koch Institut (RKI), inoltre, il calore mette a dura prova il nostro cuore e la nostra circolazione e, nel peggiore dei casi, può addirittura ucciderci.
La conferenza internazionale sul clima COP29 a Baku
Al centro di COP29, che si chiuderà venerdì 22 novembre, c’è la discussione inerente un fondo di 1300 miliardi da stanziare entro il 2035 per permettere ai paesi più poveri di realizzare le politiche necessarie per contrastare l'emergenza climatica e per coprire i gravi danni che già provoca.
Con Jacopo Giliberto, giornalista esperto d'energia, cerchiamo di capire cosa ci si può aspettare da questa conferenza e in che direzione sta andando l'Italia con la sua politica energetica.
Che fine farà il Green Deal?
Una delle sfide più urgenti della neo Commissione Europea sarà senz'altro la rivalutazione del Green Deal. Un piano messo a punto dall'UE cinque anni fa per ridurre le emissioni in Europa del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, per poi raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con il nuovo riassetto politico nel Parlamento europeo non è scontato che il percorso avviato dal Green Deal venga rispettato. Ce ne parla Enzo Savignano.