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Strage di Magdeburgo, si indaga sulle responsabilità COSMO italiano 06.01.2025 20:48 Min. Verfügbar bis 06.01.2026 COSMO Von Luciana Caglioti


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Strage di Magdeburgo, si indaga sulle responsabilità

Stand: 06.01.2025, 17:03 Uhr

di Luciana Caglioti, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani

Sale a sei il numero delle vittime dell'attacco al mercatino di Natale di Magdeburgo, mentre la procura indaga su probabili falle nel sistema di sicurezza, ce ne parla Enzo Savignano. L'attentato è stato messo all'ordine del giorno della Commissione interni del Bundestag, dove è stata ascoltata la ministra dell'interno Faeser. Sulle strategie per la lotta al terrorismo e contro la radicalizzazione nel web abbiamo sentito Pierluigi Paganini, esperto di intelligence e di cybersicurezza.

magdeburgo

Candele e fiori per le vittime di Magdeburgo

Le ultime notizie sull’attacco

Sono sei le vittime dell'attacco al mercatino di Natale di Magdeburgo. Una donna di 52 anni oggi 6 gennaio è morta in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. Cinque persone sono morte il giorno dell'attacco, il 20 dicembre 2024. Si trattava di quattro donne di età compresa tra i 45 e i 75 anni e un bambino di nove anni. Inizialmente il numero dei feriti era stato stimato a 200, recentemente è salito a quasi 300. Nell'attacco avvenuto poco prima di Natale un 50enne, saudita Taleb al-Abdulmohsen si è lanciato con un'auto, un Suv nero, sul mercatino di Natale e ha investito numerosi visitatori. La magistratura prosegue nelle indagini che dovranno fare luce su molte questioni.

In che direzione si stanno muovendo le indagini?

Le indagini si stanno concentrando da una parte sul saudita di 50 anni, sul movente e sulle sue condizioni di salute mentale. Dall’altra parte la procura di Naumburg, che si occupa del caso, sta verificando se tutte le misure di sicurezza adottate, abbiano seguito protocolli e leggi federali.

Cosa prevedono le misure di sicurezza per i mercatini di Natale

ministro faeser

Lars Castellucci, presidente della Commissione Interni e la ministra Faeser

L’attacco di Magdeburgo del 20 dicembre, giunge otto anni dopo quello del 19 dicembre 2016, quando un tunisino di 23 anni, Anis Amri, legato ad ambienti del fondamentalismo islamico, alla guida di un camion piombò sulla folla, tra le bancarelle del mercatino di Natale di Berlino alla Breitscheidplatz, nei pressi della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche. Il veicolo percorse circa 60 metri tra le bancarelle affollate, seminando morte e distruzione. I morti furono 13, i feriti quasi 70. Dopo quell’attentato di matrice fondamentalista islamica il governo federale introdusse nuove misure di sicurezza proprio per le centinaia di mercatini di natale che nel corso del periodo dell’avvento venivano e vengono allestiti in tutte le città della Germania. Le nuove misure di sicurezza prevedevano l’installazione, soprattutto agli ingressi dei mercatini, di barriere di cemento armato in grado di fermare anche mezzi pesanti come camion lanciati a notevoli velocità.

Queste barriere c'erano a Magdeburgo?

Questi blocchi di forma rettangolare o cilindrica erano stati posizionati all’ingresso del mercatino di Natale che praticamente si districava per tutta la piazza centrale e un paio di vie adiacenti, ma in base alle indagini, la distanza tra le due barriere, dove è passato il SUV, guidato dal 50enne saudita, era di circa sei metri, anziché di quattro metri, come previsto dalle misure straordinarie di sicurezza introdotte dopo il 2016. Inoltre bisogna anche sottolineare che all'entrata del mercatino non erano stati allestite le catene di acciaio che dovrebbero collegare i blocchi di cemento o i paletti d'acciaio posti ai lati della strada, come previsto dalle nuove misure di sicurezza. Queste catene possono essere aperte o chiuse in caso di emergenza, appunto per favorire il passaggio di mezzi di soccorso.

Altre falle nelle sistema di sicurezza?

Le misure di sicurezza introdotte dopo l’attentato del 2016 prevedono anche la presenza continua di mezzi della polizia e di agenti nei pressi degli accessi dei mercatini di Natale. E a Magdeburgo, quella sera del 20 dicembre prima dell’arrivo del Suv, avvenuto esattamente alle ore 19 e 4 minuti, secondo lo stato attuale delle indagini, un veicolo della polizia si trovava in un parcheggio per taxi e quindi non nel luogo previsto, ossia nei pressi dell’entrata del mercatino.

Quali le accuse rivolte a Taleb al-Abdulmohsen?

Il 50 enne saudita è accusato di omicidio plurimo e strage, ancora bisogna accertare definitivamente se sia stata premeditata o meno, ma il saudita non è accusato di terrorismo. L’uomo, che ha agito da solo quindi non ha fiancheggiatori, è in stato d’arresto e ci resterà molto a lungo, prima e dopo la condanna definitiva. Intanto i magistrati hanno chiesto una perizia psichiatrica sull’uomo, per stabilire se fosse malato di mente e fare anche chiarezza sulla completa consapevolezza delle sue azioni quella sera del 20 dicembre.

Ma chi era il saudita 50enne?

Allora l’uomo era giunto in Germania nel 2006 e, dopo alcuni anni, aveva  ricevuto asilo perché era stato riconosciuto come perseguitato politico in Arabia Saudita. Taleb al-Abdulmohsen, infatti, aveva rinunciato all’Islam e addirittura nel 2019 venne intervistato dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung per il suo impegno nella comunità saudita, dove appunto aiutava soprattutto le donne saudite a raggiungere la Germania, a ricevere aiuto e ad integrarsi. In questa fase le autorità saudite avevano più volte avvertito le autorità tedesche definendo Taleb al-Abdulmohsen un soggetto pericoloso.

Le minacce sottovalutate del saudita

L'uomo lavorava dal 2020 come medico di reparto nel sistema penitenziario di Bernburg in Sassonia-Anhalt. E lavorava con criminali tossicodipendenti. Ma in realtà i suoi studi di medicina seguiti in Arabia non erano ancora stati completamente riconosciuti. E anche per questo motivo era entrato in conflitto con alcune autorità ed istituzioni tedesche. In un caso, citato anche da molti media, l’uomo saudita, esasperato proprio dal mancato riconoscimento dei suoi studi da medico, avrebbe minacciato l'avvocato che in passato lo aveva rappresentato, nonché la famiglia dell’avvocato e i dipendenti dello studio legale. E sembra che in quell’occasione abbia pronunciato la frase: “qui devo fare un'altra Boston”, riferendosi probabilmente all’attentato alla maratona della città americana, del 15 aprile 2013.

In seguito a questo episodio la polizia si era recata nell’abitazione del saudita, ma dopo non era stata sporta denuncia nei suoi confronti, sembra che fosse stato solo invitato a cambiare comportamenti. Inoltre, secondo il quotidiano Bild, risulterebbero alla polizia diversi episodi in cui il saudita avrebbe minacciato persone, enti pubblici o autorità. Minacce e insulti all'ordine dei medici, nell'aprile del 2013. Ancora minacce ad un procuratore tedesco nel 2015. Poi verso la fine del 2024 prima dell'attentato sempre secondo Bild avrebbe postato sulla piattaforma X un messaggio piuttosto aggressivo: “Vi assicuro: se la Germania vuole la guerra, la avremo. Se la Germania vuole ucciderci, li massacreremo, moriremo o andremo orgogliosamente in prigione". Dalla fine di ottobre del 2024, Taleb al-Abdulmohsen si era messo in malattia e non svolgeva più la sua attività di assistenza ai criminali tossicodipendenti

Quali strumenti e metodi utilizzati per fermare i terroristi?

L'attentatore della strage di Magdeburgo, saudita, integrato a livello lavorativo, dichiaratamente islamofobo e vicino al partito populista di estrema destra Afd, ci dimostra come sia difficile individuare un potenziale terrorista se non corrisponde a profili conosciuti. Abbiamo chiesto a Pierluigi Paganini, ingegnere, esperto di Intelligence e Cyber Securitiy, di cui è docente all'università Luiss se le forze dell'ordine hanno a disposizione i mezzi necessari per controllare e intercettare soggetti come Taleb al-Abdulmohsen. Secondo Paganini molti organismi e agenzie di intelligence si stanno focalizzando nelle indagini sul web ordinario e sul darkweb per tracciare le attività eversive e criminali anche dei terroristi.