Più forti le tendenze autoritarie in Germania e Italia COSMO italiano 28.11.2024 24:20 Min. Verfügbar bis 28.11.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Più forti le tendenze autoritarie in Germania e Italia

Stand: 28.11.2024, 17:33 Uhr

di Francesco Marzano, Cristina Giordano, Daniela Nosari

Più xenofobia e antisemitismo in Germania, insoddisfazione per la democrazia e desiderio di una guida forte nel Paese, rivela uno studio. E chi ha posizioni razziste ora vota soprattutto AfD e BSW. Ma l'AfD va vietata in quanto antidemocratica? Lo sostengono i 113 deputati che hanno presentato una mozione al Bundestag, ci aggiorna Cristina Giordano. Intanto il governo italiano punta col ddl sicurezza a punire anche il dissenso pacifico e non solo: ce ne parla la giurista Vitalba Azzollini.

Demokratie Verteidigen, Schild, Demo

Manifesto di protesta contro l'AfD

Perché ora si riparla di divieto dell’AfD?

Le elezioni anticipate, dovute alla crisi del governo Scholz hanno spinto il promotore Marco Wanderwitz, della CDU, a velocizzare la procedura per il divieto del partito Alternative für Deutschland (AfD). L’obiettivo è che la mozione venga votata dal Bundestag prima della fine di questa legislatura, per avviare il prima possibile l’iter necessario. La mozione è stata presentata alla presidente del Bundestag Bärbel Bas lo scorso 13 novembre, ed è stata sottoscritta da 113 deputati. L’urgenza è data anche dal fatto che con le prossime elezioni, l’AfD potrebbe diventare la seconda forza politica del Paese e raccogliere i numeri necessari sarebbe più difficile.

Quando è possibile vietare un partito in Germania?

Il divieto di un partito è previsto dall’articolo 21 della Costituzione tedesca e l’istanza può essere avanzata dal governo, dal Bundestag o dal Bundesrat. L’unico organo che invece può decidere la messa al bando è la Corte costituzionale. La valutazione potrebbe impiegare anni.

Quali elementi sono decisivi per arrivare al divieto di un partito?

Si può vietare un partito quando è incostituzionale e cioè deve avere come obiettivo l’«eliminazione o la compromissione del libero ordine democratico». Ma questo non basta, il partito deve avere anche un’intenzione reale di mettere in pratica il suo programma politico antidemocratico.

In passato, in due casi si è deciso a favore del divieto. È successo negli anni '50 per il Partito socialista di orientamento nazionalsocialista (SRP), e per il Partito Comunista (KDP).

Nel 2017 il secondo tentativo di divieto del partito neonazista NPD è stato invece bocciato, proprio perché nonostante sia stato ritenuto un partito anticostituzionale, mancava l’elemento di concretezza.

AfD è un partito estremista?

L’AfD in Turingia, Sassonia e in Sassonia-Anhalt è stato già classificato dai servizi di intelligence (Verfassungsschutz) come partito «estremista di destra». Così come la Junge Alternative für Deutschland“ (JA), la sezione giovanile del partito. Mentre a livello nazionale, il partito AfD è ancora classificato dai servizi tedeschi come un caso «sospetto» di estremismo di destra.

Un nuovo rapporto potrebbe classificare l’AfD come partito estremista, tuttavia per il momento sembra non venga pubblicato. Il motivo è che Thomas Haldenwang, fino a qualche giorno fa presidente di quest’organo, ha intenzione di candidarsi con la CDU e sostiene di non voler inficiare la campagna elettorale.

Chi è contrario al divieto per AfD

Esponenti di diversa estrazione politica, dalla CSU all’SPD condividono un certo scetticismo sul portare avanti l’istanza di divieto. Il timore è che si innesti un cortocircuito, in cui i sostenitori di AfD si allontanino ancor di più dai principi democratici e che un divieto fallito possa inoltre rafforzare ancor di più il partito. La strada alternativa che propongono è invece quella di una opposizione politica nei contenuti.

Il divieto può avere successo?

17 costituzionalisti hanno presentato una valutazione alla Commissione degli Interni al Bundestag, evidenziando una «prospettiva di successo» per il divieto. Le numerose dichiarazioni di politici, anche sui social media, secondo i giuristi sono sufficienti a confermare le posizioni nazionaliste del partito, che vuole «convincere la popolazione sulla necessità di un violento sconvolgimento politico».

A riprova di questa tesi è la notizia che l’AfD bavarese ha pubblicato nei giorni scorsi una “Risoluzione per la remigrazione”, quindi un piano di deportazione in massa di immigrati. Il partito di Alice Weidel dal canto suo parla di campagna antidemocratica messa in atto contro l'AfD. Altri esponenti di AfD reagiscono con calma apparente, parlando di un regalo che garantirà solo un risultato migliore alle prossime politiche.

Germania: cresce la xenofobia

Uno studio biennale pubblicato dall'Università di Lipsia ha indagato in che misura tendenze estremiste, soprattutto di destra, e autoritarismo si diffondono nella società.  Lo studio prende a campione 2500 persone. I risultati mostrano che è aumentata in Germania la xenofobia, e cala la fiducia nella democrazia. Più del 30% degli intervistati, infatti, vede negli "stranieri" un pericolo per la Germania e li ritiene un peso per lo stato sociale tedesco. Una tendenza inizialmente più radicata nell'est della Germania, ma che si sta diffondendo anche a ovest.

Posizioni condivise non solo da 60% degli intervistati che votano AfD, ma anche dal 26% degli elettori del Bündnis Sahra Wagenknecht, dal 20% degli elettori dell'Unione CDU/CSU, dell'SPD e dell'FDP, dal 12% degli elettori della Linke e dal 3% di elettori dei Verdi.

Il governo italiano e il DDL sicurezza

Il governo italiano ha messo a punto un disegno di legge sulla Sicurezza, introducendo tredici nuovi reati e oltre venti interventi in ambito penale, estendendo sanzioni e aggravanti, e in alcuni casi ampliando le pene previste per reati già esistenti. Tra questi viene introdotto il reato di rivolta nelle carceri e nei centri di accoglienza. Il Disegno di Legge è stato approvato alla Camera dei deputati lo scorso 18 settembre ed è ora al vaglio del Senato.

«Sono norme che possono presentare non solo profili di incostituzionalità, ma sono una manifestazione di cattivo uso delle regole perché si amplificano le percezioni di alcuni reati, e non si è dimostrato che questo massiccio intervento penale vada realmente a risolvere i problemi che intende prevenire o reprimere» – spiega la giurista Vitalba Azzollini.