Da Amburgo a Gioia Tauro: porti europei uniti contro le mafie COSMO italiano 01.02.2024 23:20 Min. Verfügbar bis 31.01.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Da Amburgo a Gioia Tauro: porti europei uniti contro le mafie

Stand: 01.02.2024, 17:55 Uhr

di Francesco Marzano, Cristina Giordano, Daniela Nosari

Le vie della cocaina portano ad Anversa, Rotterdam e Amburgo. L'alleanza dei porti appena lanciata dall'UE vuole combattere il traffico di droga, ma come? Ce ne parla Cristina Giordano, che racconta anche come i narcotrafficanti si infiltrino nel porto tedesco. Nel nord Europa ci sono meno rischi di sequestro, dice il giornalista Michele Albanese, che fa il punto sul nuovo ruolo del porto di Gioia Tauro. E insieme alla cocaina arriva ora anche il fentanyl. Perché è così pericoloso? Lo spiega lo psichiatra esperto di dipendenze Riccardo Gatti.

Container, Hafen, Hamburg

Il 70% della droga in Europa arriva via mare

L’alleanza dei porti contro il traffico di droga

Il 70% della droga sequestrata in Europa arriva via mare, attraverso i tre porti di Anversa, Rotterdam e Amburgo. Ecco perché è nata un’alleanza europea dei porti per riunire e collegare le autorità interessate dal traffico di droga e rafforzare i controlli nei principali porti europei. Ne faranno parte strutture europee che si occupano di sicurezza come Europol, le polizie nazionali, le dogane e gli operatori portuali. Saranno coinvolti sei Paesi europei – Olanda, Francia, Spagna, Germania, Italia e Belgio. Un progetto che prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro.

Record di sequestri in Europa

Lo scorso anno in Europa sono state sequestrate 300 tonnellate di droga, 120 tonnellate solo nel porto di Anversa – un record. Stiamo parlando di un porto grande quanto 20.000 campi da calcio o la città di Bonn, e dove i narcotrafficanti possono agire indisturbati, tanto da farsi la guerra con sparatorie o usare metodi da film, come ha sottolineato la ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser, Spd, che ha dichiarato: «Gli investigatori nei Paesi Bassi e in Belgio hanno persino scoperto stanze delle torture, giornalisti e pubblici ministeri minacciati o addirittura uccisi. E tutto questo nel bel mezzo dell'Europa.»

I funzionari doganali generalmente sostengono che per ogni chilo di cocaina intercettato, altri 9 chili entrano nel mercato nero europeo senza essere scoperti. In questi giorni i sindaci delle tre città di Anversa, Rotterdam e Amburgo sono andati in Colombia, per confrontarsi con i ministri colombiani sulle strategie da adottare.

Il traffico di droga nel porto di Amburgo

Secondo la Commissione Europea lo scorso anno sono state sequestrate ad Amburgo e Bremerhaven, vicino a Brema, 35 tonnellate di cocaina, e il fenomeno è in crescita. I sequestri sono quasi quotidiani. Solo due settimane fa sono stati scoperti 48 chili nascosti in un container di stampanti, la polizia ha arrestato 11 uomini. Sul mercato valevano quasi 2,5 milioni di euro. Secondo alcune stime, per ogni chilo di cocaina si guadagnano almeno 50.000 euro.

I narcotrafficanti al porto di Amburgo

Polizei, Kokainfund

Nel 2023 sequestrate al porto di Amburgo 35 tonnellate di cocaina (foto di archivio)

È sempre più frequente che uomini della criminalità organizzata avvicinino gli operatori portuali per corromperli. Secondo Tino Igelmann, capo dell'Ufficio di investigazione criminale delle dogane, per reclutarli cercano di individuare i lavoratori del porto con difficoltà finanziarie. Secondo un’inchiesta dell’emittente pubblica NDR, si pagano anche 10.000 euro per i servizi più semplici, come spostare un container o scattare una foto. In gergo si chiamano “inside offender” e cioè chi lavora per la criminalità organizzata da infiltrato, in questo caso all’interno del porto. Altri metodi utilizzati dalle organizzazioni criminali puntano a far assumere uomini fidati da società portuali o aziende in subappalto che si occupano della logistica del porto.

Qualche mese fa, la polizia doganale di Amburgo ha fermato nove uomini tra i 26 e i 41 anni che, da dipendenti portuali, avrebbero recuperato almeno 230 chili di cocaina dai container e l'avrebbero portata fuori dal porto di Amburgo. È solo uno dei tanti casi in mano agli inquirenti, ma i sequestri sono sempre più frequenti.

Quanto è presente la mafia italiana in Germania?

Nel traffico di droga, anche in Germania, un ruolo di comando lo ricopre la ‘ndrangheta. In risposta a un’interrogazione parlamentare dei Verdi sulla mafia in Germania, proprio in questi giorni il ministero federale dell'Interno ha dichiarato che nel 2022 sono stati identificati 519 membri della 'ndrangheta calabrese, 134 uomini di cosa nostra, 118 alla camorra, 33 uomini legati alla Stidda siciliana, 37 membri alla sacra corona unita pugliese e 167 appartenenti ad altre organizzazioni criminali. Numeri che sono in aumento (+87 unità rispetto all'anno precedente).

Il ministero dell’Interno tedesco ha ancora una volta confermato che la mafia italiana è attiva soprattutto nella ristorazione, nel commercio di alimentari e di auto. E oltre al traffico di droga, fa affari con il riciclaggio di denaro e la frode fiscale. I proventi che le forze dell’ordine hanno identificato nel 2022 sono pari a 2,3 milioni di euro, di questi solo 683.000 euro sono stati confiscati. Si stima che in Germania vengano riciclati annualmente centinaia di miliardi di euro – ecco perché la Germania viene sempre più spesso definita la “lavatrice d’Europa”.

Da Amburgo a Gioia Tauro

Quando i controlli dei porti italiani, come Gioia Tauro, si fanno più stringenti, la cocaina arriva ad Anversa, Rotterdam, Amburgo – gli uomini di ‘ndrangheta “sanno calcolare bene le rotte con meno rischi di sequestro”, spiega il giornalista del "Quotidiano del Sud" Michele Albanese. Ecco perché negli ultimi anni sono diminuite le quantità di stupefacenti sequestrate a Gioia Tauro – secondo Albanese tra il 2021 e il 2022, sono state intercettate nel porto calabrese 37 tonnellate di droga.

La nuova frontiera del fentanyl

Tra le droghe che stanno maggiormente prendendo piede anche in Europa c’è il fentanyl, un oppioide sintetico che nasce come potente antidolorifico, ma che se usato con frequenza può portare alla dipendenza. Al momento del lancio dell'alleanza dei porti europei, il ministro degli interni francese Darmanin ha sottolineato quanto sia importante evitarne la diffusione in Europa. Oltreoceano infatti il fentanyl sta facendo ormai da anni una strage. Quanto è realmente diffuso in Europa e perché è così pericoloso? Ne parliamo con Riccardo Gatti, psichiatra e coordinatore del Tavolo Tecnico Regionale della Regione Lombardia sulle dipendenze.