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A un anno dal massacro in Israele il conflitto si allarga COSMO italiano 07.10.2024 20:40 Min. Verfügbar bis 07.10.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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A un anno dal massacro in Israele il conflitto si allarga

Stand: 07.10.2024, 17:07 Uhr

di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani

Un anno fa il massacro compiuto da estremisti di Hamas in territorio israeliano ha dato il via alla sanguinosa rappresaglia del governo di Benjamin Netanjahu che ora si allarga anche al Libano. Il corrispondente ARD da Tel-Aviv, Jan Christoph-Kitzler, fa un bilancio di questi dodici mesi di un conflitto che ha infiammato anche le piazze europee e polarizzato l'opinione pubblica: ne abbiamo parlato con l'attrice e regista di origini ebraiche Adriana Altaras.

kibbutz

Le tappe del conflitto Israele-Hamas

Un anno fa l’attacco di Hamas contro Israele che fece 1.200 morti. Il 7 ottobre 2023 è giorno di shabbat, sabato giorno di riposo e preghiera per gli ebrei. Inoltre il giorno prima era stato celebrato il cinquantesimo anniversario dell’inizio della guerra dello Yom Kippur. Anche quel conflitto ebbe inizio con un attacco a sorpresa ad Israele.

Cinquant’anni dopo, all’alba del 7 ottobre 2023, le brigate al Qassam, il braccio armato di Hamas, lanciano un attacco con migliaia di razzi verso il territorio israeliano. In contemporanea uomini armati di Hamas raggiungono i kibbutz, costruiti lungo i confini, e compiono una strage. Obiettivo dell’attacco anche il festival musicale che si svolge nel deserto del Negev, a cui partecipano centinaia di giovani israeliani. Alla fine il bilancio è di quasi 1.200 morti, 859 i civili, fra di loro anche dei bambini, e ci sono anche 250 ostaggi rapiti dai soldati di Hamas.

La risposta di Israele: inizia la guerra

Poche ore dopo il premier israeliano Benyamin Netanyahu annuncia che Israele è in guerra. L’Idf, Israel Defens Forces, sferranno il loro primo attacco contro Hamas. I caccia di Tel Aviv bombardano la Striscia di Gaza, da dove 2 milioni di persone non possono fuggire. Ha inizio una sanguinosa guerra che secondo gli ultimi numeri forniti dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha provocato a Gaza la morte di quasi 42.000 persone, tra cui oltre 17.000 bambini, 97.000 i feriti.  I soldati israeliani dell’Idf, morti dall’inizio del conflitto sono almeno 750. Sono ancora circa 100 gli ostaggi in mano ad Hamas.

Finora tutti i tentativi della diplomazia internazionale sono falliti. Israele gode del sostegno degli Stati Uniti, ma non è incondizionato, anche perché sono state numerose le risoluzioni di condanna di tribunali internazionali e anche dell’Onu nei confronti di Israele. Intanto il conflitto si è anche allargato al Libano, da dove Hezbollah, l’organizzazione paramilitare islamista e antisionista, lancia regolarmente razzi ed è diventato bersaglio dei caccia e dell’artiglieria israeliani. Il 1 ottobre l’Iran ha attaccato Israele lanciando 180 missili. Il rischio di una guerra totale in Medio Oriente è sempre più concreto.

Il 7 ottobre raccontato da Tel Aviv

È stato corrispondente per la tv pubblica tedesca ARD da Roma, per questo Jan Cristoph-Kitzler parla un ottimo italiano, dal 2022 lavora come corrispondente da Tel Aviv. “Oggi sono stato nel luogo dove un anno fa c’era il festival della musica e dove sono state uccise tante persone. Sono venuti tanti parenti, hanno fatto suonare la musica che è stata interrotta alle 6 e 29 del mattino quando i terroristi di Hamas hanno iniziato il loro attacco”.
Da allora in 12 mesi di guerra, Israele ha ucciso diversi esponenti di Hamas, compreso Ismail Haniyeh, il capo politico dell'organizzazione islamista fondamentalista. Ma secondo Kitzler Hamas non si è indebolita di molto, anzi sono tanti i fondamentalisti pronti a combattere per quanto sta accadendo a Gaza.
il corrispondente di ARD da Tel Aviv ci spiega qual è al momento la situazione del conflitto che ormai si è allargato al Libano e anche all’Iran. Kitzler, dopo un’analisi sul ruolo degli Stati Uniti e sulle proteste interne al governo di Netanyahu, ci conferma che praticamente dall’inizio delle operazioni militari dell’esercito israeliano per tutti i corrispondenti esteri non è possibile entrare nella Striscia di Gaza per vedere direttamente cosa sia accaduto e cosa sta accadendo. “Ci sono stato solo una volta come embedded, giornalista ingaggiato e scortato dall’esercito israeliano”.

Le commemorazioni e le manifestazioni nel mondo

Anche nel resto del mondo, già a partire dal fine settimana, si sono susseguite manifestazioni, sia pro-Palestina che pro-Israele. In Germania le manifestazioni pro-Palestina sono state oggetto di molte discussioni. Quella programmata a Mannheim è stata posticipata, mentre quella di Francoforte, nonostante le proteste, è stata approvata dal Tribunale.
A Berlino sono stati mobilitati più di 2mila agenti delle forze dell'ordine per gestire i flussi di partecipanti sia alle commemorazioni delle vittime dell'attacco di un anno fa in Israele, sia alle manifestazioni in supporto della popolazione palestinese.
Non solo nella capitale, ma anche a Düsseldorf, Lipsia e in altri grandi città nel mondo come Varsavia e New York, a partire dalle ore 5:29 di mattina, momento d'inizio dell'attacco di un anno fa, sono stati letti i nomi delle vittime e degli ostaggi.

L’appello della scrittrice

altaras

Adriana Altaras

“Mettiamo da parte l’odio”. Lo sostiene Adriana Àltaras, attrice e autrice d'origine ebraica, berlinese d'adozione. Adriana Àltaras ha trascorso tre anni della sua infanzia da una zia in Italia, prima di potersi ricongiungere coi genitori fuggiti dall'ex-Jugoslavia in Germania, a Gießen, dove la famiglia ha fondato una comunità ebraica. Per lei oggi è una giornata di tristezza e dolore: “sto male, guardo la tv, leggo, sono molto preoccupata”. Altaras racconta di essere appena tornata dalla Cisgiordania: “È orribile quanto sta accadendo a Gaza e sto male per quanto sta accadendo in Libano e anche Israele, ogni giorno sembra sempre peggio”. Altaras spera in un maggiore intervento della comunità internazionale e spera che “l’odio venga messo da parte da una parte e dall’altra”.