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Tutte le novità, film e non solo, della Berlinale 2024 COSMO italiano 23.02.2024 19:15 Min. Verfügbar bis 22.02.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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Tutte le novità, film e non solo, della Berlinale 2024

Stand: 23.02.2024, 18:00 Uhr

a cura di Luciana Caglioti, Giulio Galoppo e Tommaso Pedicini

Si sta concludendo la 74esima Berlinale, la rassegna cinematografica che annualmente attira nella capitale tedesca il meglio del cinema mondiale. Ne parliamo con il nostro inviato, Giulio Galoppo, mentre con il direttore artistico, Carlo Chatrian, facciamo un bilancio delle sorprese di questa rassegna e dei suoi cinque anni di lavoro a Berlino che si concludono proprio con questa edizione.

Berlinale Symbolbilder 2024

Il tappeto rosso della 74esima Berlinale

Berlinale, un Festival del Cinema dalla forte identità politica

La kermesse berlinese da sempre si distingue anche per il suo impegno politico. La difesa della democrazia, il rispetto dei diritti umani e di tutte le diversità sono alcuni dei suoi fiori all'occhiello. Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian, direttori del Festival, in più occasioni hanno espresso solidarietà a tutte le vittime delle crisi umanitarie in corso, ma anche preoccupazione sia per la diffusione dell'antisemitismo che del risentimento antimusulmano.

Polemica per gli inviti ai deputati dell'AfD

Un vero e proprio passo falso della Berlinale, al quale l'organizzazione ha dovuto immediatamente porre rimedio. Dopo le rivelazioni di "correctiv" secondo cui politici di alto rango dell'AfD, insieme a dei neonazisti, stavano pianificando l'espulsione di milioni di persone dalla Germania, la Berlinale ha preso una posizione inequivocabile a favore dei valori democratici, ritirando l'invito ai deputati della AfD.

Red carpet, teatro di una manifestazione di protesta pacifica

Molti degli ospiti che sfilavano sul red carpet, la sera dell'inaugurazione, hanno scandito la frase "Difendete la democrazia". Il topmodel senegalese Papis Loveday si è presentato con un cartello con su scritto "No al razzismo! No all'AFD!", di fianco a lui, l'attrice tedesca Pheline Roggan indossava una collana con la scritta "FCK AFD", mentre una produttrice cinematografica aveva uno striscione sulla schiena, con la scritta "Cessate il fuoco, ora!", e sono solo alcuni esempi.

L'impegno politico nel programma del Festival

È proprio nella programmazione che si riconosce l'impegno politico della Berlinale. Ne è un esempio il documentario "No Other Land", che racconta la storia e l'amicizia di Basel Adra, un attivista palestinese, e del giornalista israeliano Yuval Abraham, co-registi del documentario, e il loro impegno nel contrastare l'ingiustizia dell'occupazione israeliana in Cisgiordania.

Un altro esempio è il film israeliano "Shikun" del regista Amos Gitai, figura centrale del cinema israeliano, che da oltre 40 anni esplora la complessa realtà del Medio Oriente. Nel film, attori israeliani e palestinesi, ma anche ucraini e di altre nazionalità, vivono in un complesso di case popolari, si incontrano, cercano il dialogo. Gitai mostra la varietà che caratterizza la società israeliana. Giovani, anziani, lingue e culture diverse si confrontano sull’attuale situazione di Israele, con una forte critica al governo di Netanyahu.

L'Italia alla Berlinale

Quest'anno l'Italia è il Paese ospite allo European Film Market (EFM), il mercato del cinema europeo, che si svolge parallelamente al Festival. La cultura italiana è presente anche come musa ispiratrice: due film stranieri si rifanno, infatti, alle opere di due grandissimi autori nostrani. Il film "Tú me abrasas", dell’argentino Matías Piñeiro, è un adattamento di "Schiuma d'onda", un capitolo dei "Dialoghi con Leucò" di Cesare Pavese del 1947. Mentre "The Visitor", del canadese Bruce LaBruce, è una reinterpretazione in chiave britannica del film "Teorema" di Pier Paolo Pasolini del 1968.

I film italiani

Nella sezione Forum è stato proiettato il documentario "Il cassetto segreto", lavoro firmato da Costanza Quatriglio che, attraverso il patrimonio culturale appartenuto al padre, il giornalista Giuseppe Quatriglio, ci fa viaggiare nel mondo della seconda metà del ‘900 e incontrare personalità come Leonardo Sciascia, Carlo Levi, Enrico Fermi, ci racconta del terremoto che distrusse Gibellina, o della costruzione del Muro di Berlino. Nella sezione Generation KPlus, invece, il regista Carlo Sironi ha presentato il suo film "Quell'estate con Irène", interpretato dalle giovanissime Noée Abita e Camilla Brandenburg. Ambientato nell’estate del 1997, il film racconta l'amicizia tra Clara e Irène, due diciassettenni che si incontrano per la prima volta durante una gita organizzata dall'ospedale che le ha in cura per una malattia che le accomuna. Ci sono poi due serie televisive, quella dei Fratelli D'Innocenzo, Fabio e Damiano, il cui titolo è "Dostoevskij" e quella sulla biografia della pornostar Rocco Siffredi, "Supersex", con Alessandro Borghi e Jasmine Trinca. Il cinema italiano è anche in corsa per l'Orso d'oro con due titoli: "Another End" di Piero Messina, al suo secondo film, con un cast internazionale che include Gael Garcia Bernal, e "Gloria!", opera prima di Margherita Vicario, con Veronica Lucchesi, cantante de La Rappresentane di Lista, il comico Paolo Rossi ed Elio, di Elio e le Storie tese.

Carlo Chatrian, direttore artistico della Berlinale

Carlo Chatrian

Il direttore artistico della Berlinale, Carlo Chatrian

Chatrian ha diretto la sua ultima edizione del Festival del Cinema di Berlino. Dopo cinque anni, lui e Mariette Rissenbeek lasciano Berlino e passano la staffetta all'americana Tricia Tuttle che guiderà la Berlinale dal prossimo primo marzo. Intervistato da Giulio Galoppo, Chatrian si sofferma sulle pellicole italiane presentate quest'anno al Festival e loda il cinema italiano, così come quello tedesco, per la loro ricchezza e varietà di linguaggio. Ne sottolinea la capacità di aprirsi a collaborazioni internazionali, un aspetto fondamentale, a suo avviso, nel cinema attuale che non vive più di identità costrette in confini culturali, geografici o linguistici, ma che, al contrario osa e sperimenta il confronto. Ne sono testimonianza le molte coproduzioni. E sebbene non sia sempre facile far recitare attori con background diversi, con esperienze di vita del tutto differenti, lingue diverse e altre abitudine culturali, le pellicole mostrate alla Berlinale sono la prova che ne vale sempre la pena.

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