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Quanto può essere pericoloso il vaiolo delle scimmie (mpox)? COSMO italiano 29.08.2024 18:40 Min. Verfügbar bis 29.08.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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Quanto può essere pericoloso il vaiolo delle scimmie (Mpox)

Stand: 29.08.2024, 10:34 Uhr

a cura di Luciana Caglioti, Giulio Galoppo e Cristiano Cruciani

Gli esperti temono che la malattia possa diffondersi anche in Europa: facciamo chiarezza sull’attuale situazione della nuova ondata di Mpox insieme a Giulio Galoppo. Con il virologo Fabrizio Pregliasco vediamo in dettaglio quali sono i rischi connessi alla malattia e quali le contromisure per evitarne la diffusione.

Mpox-Ausschlag auf einer Hand

Tra i sintomi dell'Mpox ci sono le eruzioni cutanee

Mpox – Clade Ib, una nuova variante del virus

La variante clade I - e in particolare il sottogruppo Ib - è più facile da trasmettere. Il virus sta dilagando nel continente africano dall'inizio dell'anno. A partire dalla Repubblica Democratica del Congo, sono state segnalate infezioni in 16 Paesi africani. Dall'inizio dell'anno, il Centro per il controllo e la prevenzione di malattie (CDC) ha segnalato tra i 15.000 circa 17.000 casi e almeno più di 500 decessi dovuti al virus Mpox. Si tratta di un aumento del 160% rispetto all'anno precedente. Non è chiaro quanto siano affidabili queste cifre, poiché nella Repubblica Democratica del Congo o nei Paesi limitrofi non c'è quasi nessuna capacità di effettuare test e sequenziamenti, ad esempio. Il numero di casi non segnalati è quindi probabilmente molto più alto. C'è già stato un caso al di fuori dell'Africa: la Svezia ha riportato il primo caso confermato di questa nuova variante “clade I” di Mpox. La persona infetta aveva precedentemente viaggiato in Africa.

La trasmissione del virus

Il contagio attraverso questa nuova variante può avvenire in diversi modi: tramite contatto diretto con una persona infetta, specialmente attraverso lesioni cutanee; tramite rapporti sessuali non protetti; attraverso materiali contaminati, come biancheria o indumenti; in casi rari, e solo con esposizione prolungata, anche tramite aerosol respiratori.

Nella maggior parte dei casi, il contagio avviene comunque toccando una persona infetta che presenta eruzioni cutanee, croste, fluidi corporei o lesioni sulla pelle. Trattandosi di un virus di origine animale, il contagio è possibile anche attraverso il contatto con animali infetti o oggetti contaminati. Questo è presumibilmente il motivo per cui molti bambini nelle regioni colpite sono infetti. Oltre il 60% delle persone infette sono infatti bambini e giovani di età inferiore ai 15 anni.

I sintomi di Mpox

I sintomi comuni comprendono un'eruzione cutanea o danni alle mucose. L'eruzione può poi diffondersi ai genitali, ai palmi delle mani, alle piante dei piedi e ad altre parti del corpo. I sintomi influenzali possono manifestarsi prima o dopo l'eruzione cutanea e includono febbre, mal di testa, ingrossamento dei linfonodi, dolori muscolari o brividi. Compaiono solitamente entro 21 giorni dal contatto con il virus e possono durare da due a quattro settimane.

Differenze rispetto all'epidemia di Mpox del 2022 in Europa e in Germania

All'epoca le infezioni erano causate dalla variante clade II e la trasmissione avveniva prevalentemente attraverso rapporti sessuali, soprattutto tra uomini. Ci sono stati anche dei decessi, ma la maggior parte dei casi era relativamente lieve. I casi gravi della malattia sono stati trattati con farmaci antivirali. Di conseguenza, il numero di infezioni è diminuito significativamente dopo pochi mesi.

Il vaccino

Virus Mpox auf einem Bildschirm

L'OMS ha dichiarato l'emergenza internazionale

Esistono due vaccini originariamente sviluppati contro il vaiolo classico, oltre a farmaci antivirali. I Paesi industrializzati sono relativamente ben forniti di farmaci e vaccini. Il Sud globale, al contrario, non lo è. Nelle regioni colpite sono necessarie circa dieci milioni di dosi di vaccino e al momento ne sono disponibili solo 200.000. Per questo, l’OMS si appella ai Paesi in cui attualmente il rischio è minimo o nullo per fornire dosi di vaccino. Una consegna dagli Stati Uniti dovrebbe arrivare presto in Congo e l'organizzazione spera anche nell'aiuto del Giappone, dove viene prodotto uno dei due vaccini. L'UE ha già annunciato 175.000 dosi, scrive Der Spiegel. Anche la Germania sta intensificando gli aiuti: oltre a donare 100.000 dosi di vaccino, provenienti dalle scorte della Bundeswehr, il governo tedesco offre anche assistenza finanziaria. Insieme ai partner europei, la Germania sosterrà anche la creazione di una produzione locale di vaccini.

Il vaccino disponibile è stato utilizzato anche nell'epidemia di Mpox del 2022 in Germania, ad esempio, e ha una buona efficacia, per cui la Commissione permanente per le vaccinazioni e l'Istituto Robert Koch (RKI) ne raccomandano l'uso. Non è, infatti, necessario sviluppare un nuovo vaccino, come nel caso della pandemia di Covid. Va sottolineato che anche con la vaccinazione, il rischio potrebbe non scomparire del tutto.

Qual è l’attuale situazione in Germania?

A tutt’oggi, non sono stati ancora rilevati casi di Mpox causati dal clade I. L'RKI sta monitorando la situazione ma non ipotizza al momento un aumento del rischio in Germania. Alle persone non vaccinate a rischio di infezione si raccomanda di vaccinarsi.

Ricordiamo che qui in Germania, i primi casi di Mpox clade II si sono verificati nel maggio 2022. Da allora, sono stati segnalati all'Istituto Robert Koch (RKI) 3.800 casi provenienti da tutti i 16 Länder. Il dato è del 9 agosto 2024.

Qual è la situazione in Italia?

Al momento anche in Italia non risultano casi di Clade I. A partire dal 20 maggio 2022, quando fu segnalato il primo caso di Mpox in Italia, all'8 agosto di quest’anno sono stati segnalati complessivamente 1.056 casi confermati di Mpox, la maggior parte dei quali si è verificata nell'estate del 2022. Quest’anno sono stati segnalati 65 casi confermati da 12 regioni, ma si tratta della vecchia variante Clade II, non pericolosa. Proprio ieri, 28 agosto, Ministero della Salute, ha dichiarato che l’Italia ha rafforzato la sorveglianza sul virus Mpox. Non avendo casi accertati, la situazione epidemiologica è al momento sotto controllo.

La parola all’esperto

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, sottolinea come la dichiarazione di emergenza internazionale da parte dell’OMS sia da considerare, da un lato, come richiesta di aiuto per quei Paesi africani al momento estremamente colpiti, ma, dall’altro, anche come una comunicazione di responsabilizzazione verso tutta la popolazione a livello mondiale, poiché, visto il grande numero di casi, ci si aspetta anche una diffusione a livello europeo.