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Stop in Baviera al linguaggio inclusivo a scuola e negli uffici COSMO italiano 03.04.2024 20:09 Min. Verfügbar bis 03.04.2025 COSMO Von Filippo Proietti


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La Baviera vieta il linguaggio inclusivo a scuola e negli uffici

Stand: 03.04.2024, 17:11 Uhr

a cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e Cristiano Cruciani

Il divieto riguarda l'uso del linguaggio inclusivo nelle scuole e nella pubblica amministrazione, ce ne parla Giulio Galoppo. Fortemente contraria a queste misure Simone Fleischmann, presidente dell'associazione degli insegnanti bavaresi. Sulla modalità di evoluzione di una lingua in senso inclusivo e sul dibattito in Italia abbiamo sentito la docente e sociolinguista Vera Gheno.

Schüler:innen vor einem Laptop

Niente più linguaggio di genere inclusivo nelle scuole bavaresi

Il divieto dell’uso del linguaggio di genere inclusivo in Baviera

È vietato l’uso degli asterischi di genere (Schüler*innen), delle maiuscole interne (SchülerInnen), dei due punti interni (Schüler:innen) o del trattino basso (Schüler_innen) nella lingua scritta. Il governatore della Baviera, il cristiano-sociale Markus Söder, da sempre oppositore del gendering, cioè del linguaggio di genere inclusivo, lo aveva già annunciato nella sua dichiarazione di governo lo scorso dicembre. Ora, il Consiglio dei ministri della Baviera ha ufficialmente modificato il Regolamento generale per gli enti pubblici dello Stato libero di Baviera (Allgemeine Geschäftsordnung für die Behörden des Freistaates Bayern - AGO).

Il divieto va applicato all'amministrazione, alle scuole e alle università. Non si dovrà quindi usare il linguaggio di genere inclusivo nelle lettere ufficiali, nei siti web governativi e scolastici, nei giornali scolastici, nelle comunicazioni ai genitori, nei libri di testo, nelle relazioni annuali, così come nelle pubblicazioni scolastiche destinate a un pubblico esterno alla scuola.

Divieti simili in altri Länder tedeschi

La Baviera è il primo Land federale a vietare ufficialmente il linguaggio di genere inclusivo non solo nelle scuole, ma anche nelle università, e nell’amministrazione. Anche in altri Länder si sta discutendo di un divieto simile oppure sono in vigore norme corrispondenti. È il caso della Sassonia, che è stato il primo Land a vietare l'uso del genere per decreto del Ministero dell'Istruzione, ma anche della Sassonia-Anhalt, dove i caratteri speciali sono vietati nelle scuole dall'estate del 2023 e sono sanzionati con una detrazione di punti. Nello Schleswig-Holstein, il regolamento è in vigore dal 2021. A differenza della Baviera, in questi Länder non esistono però norme chiare per le università. Norme simili esistono anche nel Baden-Württemberg e in Turingia, mentre l’Assia ha appena emesso un divieto simile, ma che riguarda solo l’amministrazione, non la scuola e nemmeno l’università. Non esiste una normativa standardizzata a livello nazionale.

Come è stato giustificato questo divieto del linguaggio di genere inclusivo?

Gendersprache auf einem Plakat der Deutschen Post

Un esempio di linguaggio inclusivo

La decisione del governo bavarese di vietare il genere alle autorità e alle scuole si basa su una decisione del 15 dicembre 2023 del Consiglio tedesco per l'ortografia, cioè del Rat für deutsche Rechtschreibung, che sconsiglia l'uso di caratteri speciali all'interno delle parole che intendono indicare le molteplici identità di genere esistenti e sottolinea che si tratta di interventi sulla formazione delle parole, sulla grammatica e sull'ortografia che possono compromettere la comprensibilità dei testi. Il Ministro degli Interni della Baviera, il cristiano-democratico Joachim Herrmann, in un comunicato stampa dello scorso 19 marzo si è rifatto proprio a questa indicazione del Consiglio tedesco per l’ortografia, annunciando il divieto. Secondo il capo della Cancelleria di Stato bavarese, Florian Herrmann (CSU), il linguaggio di genere inclusivo è “ideologico” e ha un “forte effetto di esclusione”.

Reazioni al divieto del linguaggio di genere inclusivo

Le reazioni degli insegnanti sono state molteplici. Il presidente del Deutscher Lehrerverband, il cristiano-sociale Stefan Düll, ha accolto con entusiasmo il divieto del linguaggio di genere inclusivo. Di tutt’altro avviso, invece, il Bayerischer Lehrer- und Lehrerinnenverband, la cui presidente, Simone Fleischmann, intervistata da COSMO italiano, ritiene non sia possibile fermare lo sviluppo della società attraverso divieti linguistici. Fleischmann ribadisce ai nostri microfoni la condanna di questo approccio. Lei e le altre/gli altri insegnanti si rendono conto di come gli alunni vogliano che le cose cambino e che non venga escluso nessuno e nessuna. La giovane generazione, sottolinea Fleischmann, vive in una società eterogenea, colorata e diversificata. E naturalmente vuole che questo si rifletta nella scuola. E anche gli insegnanti lo vogliono.

Il divieto è stato aspramente criticato anche dai Verdi, così come da un'alleanza composta da gruppi politici universitari, da sindacati, da associazioni queer, nonché dalla Conferenza federale degli studenti che definisce “paternalista” l’imposizione del divieto da parte del governo bavarese. Questa alleanza di 53 associazioni ha scritto al Parlamento bavarese già a febbraio, ma senza successo.

Al contrario, il gruppo parlamentare dell'AfD ha accolto con enorme entusasiamo la decisione di Söder e del suo Consiglio dei ministri. L’AfD lo interpreta come una conferma della correttezza del proprio rifiuto di quello che il partito di estrema destra definisce “sessismo linguistico".

Conseguenze per chi ignora il divieto

Le misure disciplinari in caso di una o più infrazioni saranno decise caso per caso. Farà comunque differenza se si tratta di una lettera interna o pubblica e se il linguaggio sensibile al genere è usato una o più volte seppur vietato.

Qualora gli alunni e le alunne dovessero voler usare il linguaggio di genere inclusivo nei loro compiti scritti, siano questi temi o questionari, fortunatamente non subiranno conseguenze di alcun tipo e non correranno il rischio di essere penalizzati attraverso brutti voti. La stessa cosa vale in situazioni di interrogazioni orali.

L’Italia e il linguaggio di genere inclusivo

La questione del linguaggio di genere viene spesso e volentieri usata dalla politica per raccogliere consensi e questo succede anche in Italia. Ricordiamo che tra le prime cose che hanno fatto discutere quando Giorgia Meloni si è insediata a Palazzo Chigi è stata l'introduzione dell'appellativo per rivolgersi a lei nelle comunicazioni ufficiali e cioè: "Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Giorgia Meloni". Nel luglio del 2022 si è poi definitivamente bloccata al Senato la parità di genere nel linguaggio ufficiale. Così, in Italia sembra ancora più difficile che in Baviera cercare un linguaggio inclusivo. Alla sociolinguista Vera Gheno abbiamo chiesto come arrivarci senza troppe polemiche e difficoltà e soprattutto perché questo tema polarizza così tanto. Per Gheno, nel momento in cui la società cambia, è più che naturale che anche la lingua, conseguentemente, cambi. Se finora l’uso del maschile sovraesteso è andato bene è perché per secoli ha dominato una forma di “androcentrismo sociale”, al quale è corrisposto un “androcentrismo linguistico”, ha spiegato ai nostri microfoni la sociolinguista italiana, che ora, però, viene messo in discussione, poiché la realtà è mutata.