Niente marea fucsia contro i femminicidi in Germania. COSMO italiano. 28.11.2023. 22:33 Min.. Verfügbar bis 27.11.2024. COSMO. Von Luciana Caglioti.
Niente marea fucsia contro i femminicidi in Germania
Stand: 28.11.2023, 16:57 Uhr
di Luciana Caglioti, Vincenzo Savignano e Daniela Nosari
Anche in Germania gli uomini uccidono le donne, spesso. Ma i media tedeschi hanno parlato più del caso Giulia Cecchettin che della sua coetanea Leonie F., uccisa ad Hannover dall'ex. Ce ne parla Enzo Savignano. Asha Hedayati, avvocata che rappresenta donne vittime di violenza, ci parla del dibattito che in Germania ancora manca e del perché sarebbe importante parlare anche qui di "Femizid". La psicologa Alessandra Pauncz ci parla poi del necessario lavoro con gli uomini maltrattanti in Italia.
Il termine femminicidio poco utilizzato in Germania
È anche una questione puramente giuridica: il diritto penale tedesco non riconosce il femminicidio come reato in quanto tale, ossia quando un uomo uccida la sua partner, ex partner o una donna proprio in quanto donna, a cui l’uccisore non riconosce il diritto di interrompere la relazione o semplicemente il diritto di rifiutarlo. E questo purtroppo sappiamo che accade spesso in Italia, dove i media praticamente quotidianamente riportano notizie di femminicidi o di gravi aggressioni alle donne. Alla base di queste violenze c'è insomma una visione discriminatoria del rapporto fra uomini e donne e del ruolo delle donne nella società.
I dati dei femminicidi in Germania
Secondo dati ufficiali del Bundeskriminalamt nel corso del 2022 in Germania 133 donne sono state uccise dal partner o dall’ex partner, ogni tre giorni quindi una donna è stata uccisa dal suo compagno od ex compagno, ma anche da un uomo conosciuto da poco. Altri dati forniti dal BKA sono ugualmente inquietanti anzi spaventosi: quasi ogni giorno in Germania un uomo tenta di uccidere la sua partner o ex partner, e più di 14 donne ogni ora subiscono violenze dal partner. Secondo l’associazione "Femizide stoppen", nel 2023 le donne uccise fino al 7 novembre sono state 97. In Italia ad oggi sono 106.
Leonie F. l’ultima vittima
Il 7 novembre una 21enne, Leonie F., ad Hannover è stata uccisa dal suo ex partner con cui aveva interrotto la sua relazione solo da una settimana. L’ex partner è riuscita ad incontrarla con una scusa, ma l’incontro si è concluso in tragedia. Leonie è stata accoltellata più volte, è riuscita a fuggire dal suo aggressore, ma poi è deceduta per strada. Una settimana dopo, il 14 novembre, 160 donne si sono incontrate alla Goseriedeplatz di Hannover per ricordare Leonie ma anche per protestare contro i femminicidi e contro la violenza sulle donne in Germania.
La manifestazione di protesta è stata organizzata dal movimento “Ni una menos”, movimento femminista originariamente sudamericano, “non una di meno, in tedesco tradotto con nicht eine weniger o keine mehr”, che si è diffuso in tutto il mondo che si impegna nel combattere la violenza contro donne, lesbiche, trans ed intersessuali quindi contro ogni discriminazione di genere. "Non una di meno" ha organizzato i cortei del 25 novembre, fra cui quello di Roma con mezzo milione di partecipanti.
Scarsa sensibilità della politica sui femminicidi?
La triste vicenda di Leonie F. è stata raccontata molto dai media locali, ma anche dalla TAZ, ma poco per esempio dai media diffusi a livello nazionale, che tendenzialmente danno poco spazio a vicende di cronaca nera. Sappiamo, inoltre, che qui in Germania le regole sulla privacy sono molto più stringenti rispetto ad altri Paesi come l’Italia. Per esempio nel caso di un omicidio non si rivelano le generalità complete, ossia nome e cognome, sia della vittima che dell’omicida.
Tuttavia bisogna confermare che il tema femminicidio e violenza sulle donne in generale è stato spesso sottovalutato dalla politica. Per esempio solo nell’ultima legislatura con Franziska Giffey, ex ministra della famiglia, il ministero federale ha iniziato a diffondere ogni anno i dati ufficiali su violenze sulle donne e anche sui femminicidi.
Hilfetelefon Gewalt gegen Frauen
Il numero verde 116 016, per aiutare e offrire consulenze contro la violenza sulle donne, è stato fondato nel marzo del 2013 ed in dieci anni ha offerto circa 390.000 consulenze soprattutto a donne che cercano aiuto dopo aver subito violenza fisica o sessuale o che hanno paura del loro partner o ex partner. Secondo i dati raccolti dal numero verde attivato dal ministero della Famiglia, in Germania una donna su tre è vittima di violenza fisica o sessuale.
Il 25 % delle donne ha subito violenza fisica o sessuale dal partner, in totale due donne su tre in Germania sono state molestate sessualmente. Il 35% delle donne che vivono in Germania almeno una volta nella vita sono state vittima di violenza fisica e o sessuale.
L’avvocata per le donne vittime di violenza
Asha Hedayati, di origine iraniana, lavora da 10 anni nell'ambito del diritto di famiglia e rappresenta le donne vittime di violenza nei procedimenti di separazione, divorzio e protezione dalla violenza. Inoltre forma assistenti sociali che lavorano nei centri di accoglienza e di consulenza per le donne. Di recente è uscito per Rowohlt il suo libro “Die stille Gewalt – Wie der Staat Frauen allein lässt”, la violenza silenziosa: come lo Stato lascia sole le donne.
Hedayati ci spiega quali sono le sue assistite: “Si tratta di donne vittime di diverse forme di violenza da quella psicologica, quindi isolamento, controllo, umiliazione, insulti, a una forte violenza fisica e anche vittime di quella economica. In alcuni casi infatti le donne non hanno accesso a conti bancari in comune e non possono chiedere una consulenza perché non hanno il denaro necessario”.
È importante, secondo Hedayati, che la società tedesca comprenda la gravità del fenomeno e che ne parli, ma questo dibattito ancora non c'è: “Dobbiamo capire che abbiamo a che fare con strutture che non solo non impediscono la violenza ma la facilitano.
La famiglia non è una questione privata ma politica. Molto di ciò che succede in famiglia, anche la violenza degli uomini sulle donne, riguarda tutti noi. Dobbiamo dare una risposta sociale complessiva a questa violenza maschile e affrontarla. Per arrivare a questo però abbiamo bisogno prima di un dibattito pubblico e la Germania non è ancora a questo punto”.
I centri per uomini maltrattanti
Una manifestante a Roma
A chi possono rivolgersi gli uomini violenti per cercare di cambiare il loro comportamento? In Italia in diverse regioni ci sono centri per uomini maltrattanti. Il CAM, Centro di Ascolto uomini Maltrattanti, è il primo centro in Italia che si occupa dal 2009 della presa in carico di uomini autori di comportamenti violenti nelle relazioni affettive. Lo ha fondato la psicologa Alessandra Pauncz che si occupa da 30 anni delle donne vittime di violenza domestica. “Io credo che uno dei primi segnali d’allarme - spiega Pauncz - è la sofferenza all’interno di una relazione che non è necessariamente un segnale di abuso però è un primo segnale che dobbiamo ascoltare. E l’altra persona deve rispondere cercando di cambiare i comportamenti che fanno stare male”.