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La Germania è il bordello d'Europa? COSMO italiano 19.01.2024 14:56 Min. Verfügbar bis 18.01.2025 COSMO Von Filippo Proietti


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La Germania è il bordello d'Europa?

Stand: 18.01.2024, 18:00 Uhr

a cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e Tommaso Pedicini

Secondo una stima sarebbero circa 400.000 le persone dedite alla prostituzione in Germania. Una cifra che non ha paragoni in Europa e che è da ricondurre anche alla legalizzazione delle case di tolleranza, avvenuta nel 2002. Adesso il Parlamento europeo propone una normativa che punisca i clienti delle prostitute sul modello di quanto già avviene, ad esempio, nei paesi scandinavi. Ne parliamo con il collega Giulio Galoppo, con Kolja-André Nolte del Berufsverband für erotische und sexuelle Dienstleistungen (BesD e.V.) e con la psicologa Ingeborg Kraus.

Prostitution Symbolbild

La prostituzione in Germania

Secondo la legge sulla protezione delle persone che si prostituiscono del 2017, le lavoratrici e i lavoratori del sesso dovrebbero registrarsi ufficialmente, ma ben pochi lo fanno. Alla fine del 2022, le prostitute registrate presso le autorità erano 28.280. La maggior parte di loro aveva un'età compresa tra i 21 e i 44 anni. Solo il 18% di loro aveva la cittadinanza tedesca.

Stime non ufficiali segnalano tuttavia ben altre cifre: secondo alcune le prostitute in Germania sarebbero oltre 200.000, secondo altre almeno 400.000. Salta quindi all'occhio l'enorme discrepanza tra statistiche ufficiali e numeri reali stimati.

La legislazione tedesca in materia di prostituzione

In Germania esiste una legge sulla prostituzione dal 2002, grazie alla quale la prostituzione non è più considerata immorale, bensì una professione come altre. Sulla base di questa legge, le prostitute possono assicurarsi dal punto di vista sanitario e pensionistico.

La legge è stata poi rivista nel 2017, quando è entrata in vigore la legge sulla protezione delle prostitute, che contiene principalmente requisiti di diritto commerciale: i bordelli, cioè, hanno bisogno di una licenza di esercizio, le prostitute sono obbligate a registrare le loro attività e a sottoporsi a regolari visite mediche. La legge richiede anche la compilazione di statistiche federali.

La registrazione, però, lo abbiamo visto coi numeri, non avviene come dovrebbe, perché viene percepita come stigmatizzante dalle prostitute e, inoltre, nulla garantisce che la persona che si registra non sia vittima della tratta di esseri umani e della prostituzione forzata.

Il 'modello nordico', proposto dal Parlamento europeo ai 27 Stati membri

Il fulcro del concetto del 'modello nordico' è la penalizzazione dei clienti e la protezione della dignità di chi si prostituisce. Nei Paesi che lo hanno introdotto è, cioè, l'acquisto di servizi sessuali a essere illegale, mentre la persona che si prostituisce rimane impunita.

Si chiama 'modello nordico' poiché il primo Paese ad averlo introdotto è stata la Svezia, nel 1999. Altri Paesi hanno poi seguito il suo esempio, tra cui la Norvegia nel 2009, la Francia nel 2016, l'Irlanda nel 2017 e Israele nel 2020, ma lo adottano anche l'Islanda, il Canada e l'Irlanda del Nord.

Il 'modello nordico' criminalizza quindi l'acquisto di servizi sessuali così come l'affitto di locali a scopo di prostituzione e l'intermediazione di servizi sessuali. È un modello, ovviamente, molto discusso e controverso.

Posizioni della politica tedesca su questo progetto di riforma europeo della prostituzione

Al Parlamento europeo la proposta è passata col sostegno dei socialdemocratici, della sinistra e dei popolari, mentre i liberali e i verdi sono favorevoli alla liberalizzazione.

Qui in Germania il gruppo parlamentare CDU/CSU al Bundestag ha appoggiato la  proposta del Parlamento europeo.

Di tutt'altra convinzione, invece, il ministro federale della Giustizia, il liberale Marco Buschmann, che si è espresso contro il 'modello nordico'. In generale, il partito liberale riconosce l'esistenza di molti problemi: la tratta di esseri umani e la prostituzione forzata esistono in Germania e devono essere combattute con maggior vigore, ma non bisogna dimenticare l'autodeterminazione delle persone, e se una donna vuole lavorare nella prostituzione, deve essere creato un ambiente in cui questa attività sia possibile, sostiene l'FDP.

Anche organizzazioni come Deutsche Aidshilfe, Diakonie Deutschland, cioè i servizi sociali della Chiesa protestante tedesca, così come il Consiglio tedesco delle donne (Deutscher Frauenrat) sono contrarie al modello nordico. Sostengono che le lavoratrici del sesso potrebbero più facilmente diventare vittime di violenza e contrarre malattie.

In Italia

In Italia la prostituzione è lecita tra adulti ritenuti consenzienti, mentre è illegale ogni altra attività collaterale come il favoreggiamento, lo sfruttamento e l'organizzazione in luoghi chiusi come bordelli, che sono stati banditi nel 1958 dalla legge Merlin, dal nome della prima firmataria e propositrice, Lina Merlin, ex partigiana socialista.

Esperti favorevoli e contrari al 'modello nordico'

Uno dei principali argomenti contro la prostituzione è quello delle conseguenze sulla salute psichica delle donne che la praticano. Un'argomentazione che parte anche dalla considerazione di un generale fallimento del modello tedesco, dove come abbiamo visto, la prostituzione è, o dovrebbe essere, regolamentata. Una delle principali esponenti di questa posizione è la dottoressa Ingeborg Kraus, psicologa specializzata in traumi derivanti dalla prostituzione, che ci spiega come il concetto di prostituzione come un normale lavoro abbia un vizio di base: il meccanismo della dissociazione mentale che ha spesso come conseguenza gravi disturbi psichici.

Berufsverband Sexarbeit Gruppenfoto

Un incontro del Berufsverband für erotische und sexuelle Dienstleistungen (BesD e.V.)

Chi invece è completamente contrario al 'modello nordico' sono le associazioni di categoria come il Berufsverband erotische und sexuelle Dienstleistungen e.V. Il portavoce Kolja Andre Nolte, anche lui sex-worker, nonostante le critiche sul fatto che stiamo parlando di un ambito in cui c'è molto sfruttamento, spiega perché vietare la prostituzione non aiuterebbe, anzi. Secondo Nolte, il 'modello nordico' sarebbe controproducente, perché negherebbe la visibilità del lavoro sessuale, rendendo ancora più difficile combattere sia la criminalità che lo sfruttamento.