Il 25 aprile e l'antifascismo italiano e tedesco COSMO italiano 24.04.2024 24:18 Min. Verfügbar bis 24.04.2025 COSMO Von Filippo Proietti


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Il 25 aprile e l'antifascismo italiano e tedesco

Stand: 24.04.2024, 18:56 Uhr

di Filippo Proietti, Cristina Giordano e Daniela Nosari

La stampa tedesca punta i riflettori sulla stretta alla libertà di espressione, messa in atto dal governo Meloni. Dal caso Scurati, all’emendamento che azzera la par-condicio in vista delle Europee. Ce ne parla Cristina Giordano. Anche le ANPI in Germania si preparano a ricordare la Festa della Liberazione, Elisa Locori ci spiega perché, anche all'estero, è importante ricordare i Partigiani. Di Resistenza al nazismo parliamo invece con lo storico Tommaso Speccher, che ci racconta la storia di Erika e Saskia von Brockdorff.

Antifa Demo Italien

Manifestazione antifascista in Italia

La stampa tedesca su Scurati

Del caso Scurati hanno parlato la Süddeutsche Zeitung, il Tagesschau nei suoi programmi, Die Zeit e altre testate. La FAZ titola «Scrittore con bersaglio in fronte», facendo riferimento a una dichiarazione dello stesso Scurati, che considera l’atto di censura, una sorta di pistola puntata alle tempie.

Una ricostruzione dei fatti firmata Michael Braun è stata pubblicata sulla TAZ. Braun scrive che Scurati va dritto al centro del problema, e cioè alla politica della Memoria, o meglio – scrive Braun, con un gioco di parole – «alla politica dell’amnesia». E ricorda come si tratti di una questione già vista a inizio mandato di Giorgia Meloni, quando nel suo discorso di insediamento nell'ottobre del 2022, pochi giorni dal centenario della marcia su Roma, ha ignorato quella data, e non ha mai chiaramente preso le distanze dalla figura di Mussolini, né ha mai parlato di antifascismo.

Il caso Scurati

La giornalista e conduttrice Serena Bortone ha denunciato l’annullamento senza spiegazioni del monologo antifascista di Scurati, previsto all’interno del suo programma «Che sarà», su Rai 3. La RAI ha giustificato la cancellazione per «motivi editoriali». Sono seguite alcune dichiarazioni e ricostruzioni giornalistiche che avrebbero ipotizzato un disaccordo sul compenso tra Scurati e la RAI. Ipotesi respinta dalla stessa Bortone. Il monologo pubblicato anche da Giorgia Meloni sul profilo Facebook, è diventato virale.

Antonio Scurati, autore di una premiata trilogia su Mussolini iniziata con «M. il figlio del secolo» è tradotto anche in tedesco, il primo capitolo è intitolato in tedesco "M. der Sohn des Jahrhunderts". Trovate in calce il testo completo del monologo di Scurati, censurato.

Resistenza in Italia e Germania

Così come in Italia, anche in Germania le sedi dell’Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) si preparano a festeggiare la Festa della Liberazione del 25 aprile 2024. Elisa Locori dell'ANPI di Colonia ci ricorda come il movimento di Resistenza non fu soltanto italiano, e negli ultimi anni c’è in proposito una rinnovata scoperta di altri movimenti partigiani. L'ANPI di Coloni ha in programma un evento il prossimo 27 aprile, con interventi in italiano e in tedesco.

Erika von Brockdorff, Rote Kapelle

L'anti-nazista Erika von Brockdorff

Di Resistenza al nazismo e cioè di „Widerstand“ ci parla invece lo storico Tommaso Speccher, che ci racconta la storia di Erika von Brockdorff, ghigliottinata per aver fatto parte del gruppo anti-nazista della „Rote Kapelle“. Sua figlia Saskia, cresciuta nella DDR, dopo aver trovato una lettera scritta dalla madre prima di venire giustiziata, si è riconciliata con il passato storico tedesco e familiare, e oggi partecipa regolarmente a incontri nelle scuole per raccontarne la storia. Tommaso Speccher è autore tra l’altro del libro „La Germania sì che ha fatto i conti col nazismo“ (Laterza).

Il testo integrale del monologo di Antonio Scurati

"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini.

L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.

Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.

In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola "antifascismo" in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana".

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