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L'economia tedesca fra recessione e stagnazione COSMO italiano 05.11.2024 22:04 Min. Verfügbar bis 05.11.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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L'economia tedesca fra recessione e stagnazione

Stand: 05.11.2024, 16:35 Uhr

di Luciana Caglioti, Enzo Savignano e Daniela Nosari

Ci sono deboli segnali di ripresa dell'economia tedesca, ma la grave crisi minaccia la tenuta del governo semaforo. A minarla si aggiungono poi mosse e documenti a sorpresa del ministro delle Finanze liberale, con la legge di bilancio da definire a breve. Enzo Savignano ci parla delle proposte e dei nodi da sciogliere. Di crisi e di rapporti economici italo-tedeschi parliamo poi con Eliomaria Narducci, segretario generale di ITKAM, Camera di Commercio italiana per la Germania.

bmw

Il settore dell'auto resta il grande malato dell'economia tedesca

Il documento presentato da Lindner

La grande sorpresa di questi giorni è stata sicuramente Il cosiddetto Grundsatzpapier, un testo sull'economia indirizzato al cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e al Ministro federale dell'Economia, il verde Robert Habeck, che inasprisce ulteriormente la disputa all'interno della coalizione semaforo. Secondo Lindner un riorientamento della politica economica potrebbe rafforzare la fiducia delle imprese, ma anche rilanciare i consumi privati. Senza dubbio Lindner con questo documento ha attirato molta attenzione su di sé e sul suo partito, che sta vivendo il periodo più complicato della sua storia.

La FDP è fuori da molti parlamenti regionali e in base ai sondaggi a livello federale è spesso sotto la soglia minima del 5% che garantisce seggi in Parlamento. Il documento di Lindner ha fatto seguito alle riunioni del governo tedesco con il mondo economico ed industriale. Nel corso dei due vertici distinti con il cancelliere Scholz e con il ministro delle Finanze, imprenditori, industriali e rappresentanti del mondo dell'artigianato hanno puntato il dito sulle errate strategie energetiche dell'esecutivo e criticato i mancati investimenti in alcuni settori industriali e nelle infrastrutture.

Le proposte di Lindner

Prima di tutto il ministro delle Finanze chiede ai partner di governo di riformulare, snellire le loro proposte legislative al fine di ridurre la burocrazia. Per esempio si chiede una revisione dei progetti  di legge del ministro del Lavoro, Hubertus Heil (SPD),che vorrebbe introdurre nuovi pacchetti normativi sulla contrattazione collettiva e sulla filiera di produzione industriale. Secondo Lindner inoltre andrebbe abolita entro il 2027 la sovrattassa di solidarietà, che viene pagata principalmente da imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti e persone altamente qualificate.

Revisione delle politiche su clima, lavoro e migranti

Nel documento Lindner afferma che gli obiettivi climatici nazionali della Germania devono essere sostituiti da obiettivi climatici europei, meno stringenti e severi.  Poi si chiede di posticipare di almeno 5 anni la legge sull’edilizia che impone la quota del 65% di energia riconducibile alle energie rinnovabili nei nuovi impianti di riscaldamento. Anche il programma di finanziamento degli accordi sulla protezione del clima per aziende e imprese, voluto dal ministro dell’economia il verde Habeck, potrebbe essere in gran parte eliminato. Lindner chiede quindi un adeguamento delle detrazioni, che vanno aumentate, per i pensionamenti anticipati. Il documento si sofferma anche su un’ “inversione di tendenza nella politica dell’asilo e del mercato del lavoro”, ovvero taglio dei sussidi a stranieri e persino rifugiati che non avrebbero più diritto a usufruire di aiuti statali, per concentrare meglio le risorse in nuovi strumenti per sostenere le aziende e favorire l’occupazione.

La crisi del settore auto prosegue

Oggi 5 novembre la Schaeffler, nota azienda della componentistica auto in Baviera, ha annunciato una riduzione di 4.700 posti di lavoro, di cui 2.800 solo in Germania e i tagli avverranno entro il 2027. Le  ragioni di questa decisione vanno attribuite alla crescente concorrenza e al crollo di vendita delle auto elettriche in Germania. Per lo stesso motivo pochi giorni fa anche il colosso della componentistica Bosch non ha escluso pesanti tagli, con la riduzione di circa 7.000 posti di lavoro. Senza dimenticare il grande malato dell’industria dell'auto tedesca: Volkswagen. Il gruppo di Wolfsburg nell’ultimo anno ha venduto 500.000 auto in meno rispetto a prima della pandemia. Secondo gli esperti del settore, la casa automobilistica ora ha almeno due stabilimenti di troppo in Germania per i quali semplicemente non ci sono ordini a partire già dal 2026. Sono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Il sindacato dei metallurgici IG Metall è sul piede di guerra e ha già promesso scioperi ad oltranza a partire da dicembre.

Una piccola luce in fondo al tunnel

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Robert Habeck, Christian Lindner e Olaf Scholz

Inaspettatamente, l’economia tedesca è leggermente migliorata nel terzo trimestre. Il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Ma sempre troppo poco per quella che fino a poco tempo fa era considerata la locomotiva d’Europa. Intanto proseguono le riunioni tra i leader dei tre partiti della coalizione di governo con il cancelliere Olaf Scholz. Entro il 14 novembre infatti l’esecutivo dovrà approvare la legge di bilancio per il 2025 e quindi sottoporla al Bundestag entro la fine del mese.

Sarà una missione quasi impossibile far quadrare i conti. Verdi e parte dei socialdemocratici sono favorevoli a nuovi investimenti anche aumentando la spesa pubblica e il deficit. Per esempio il ministro dell'Economia il verde Habeck vorrebbe reperire nuove risorse, bloccando l'investimento di 10 miliardi per la fabbrica di chip a Magdeburgo. I piani di Intel sono stati infatti rimandati di due anni, la cifra potrebbe essere utilizzata nel bilancio 2025. Tra l'altro anche Habeck aveva presentato la proposta di un fondo di aiuti statali per l'economia nei giorni scorsi, una proposta che Lindner non accetterà mai. Infatti, come dicevo. Nei prossimi giorni quindi si riproporrà lo scontro politico tra due scuole di pensiero su conti pubblici e investimenti, ma intanto il mondo economico non intende più aspettare, pretende una svolta e decisioni concrete.

L’analisi di Fratzscher

L'economista Marcel Fratzscher, direttore del prestigioso istituto di ricerca Diw, Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung di Berlino, invita ed essere più ottimisti. Secondo Fratzscher la situazione non sarebbe così catastrofica come viene da molti descritta: “I dati economici ci fanno sperare che l'economia tedesca possa tornare a crescere dell'1% l'anno prossimo. Questo dipenderà anche da fattori geopolitici come l'esito delle elezioni negli Stati Uniti. Secondo l'economista tedesco però non si può rimanere fermi al freno di bilancio, perché servono nuovi investimenti”.

Anche l’ITKAM resta ottimista

Le relazioni commerciali ed economiche tra Italia e Germania  sono sempre state molto forti. E lo continuano ad essere anche in questo periodo di crisi che sta affrontando l’economia tedesca. La Germania rimane il primo partner commerciale dell’Italia sia per le importazioni che le esportazioni. Da parte della Germania, invece, l’Italia è al sesto posto per le esportazioni e al quinto per le importazioni. Secondo Eliomaria Narducci, Segretario generale dell’ITKAM, la Camera di Commercio Italiana per la Germania: “Le relazioni economiche italo-tedesche nonostante tutto restano forti. La Germania resta il primo partner commerciale per l’Italia sia per l’import che per l’export. Ma nel primo semestre del 2024 l’Italia ha esportato 36 miliardi, si tratta però di un calo rispetto allo stesso periodo del 2023, lo stesso anche per l’export. Ma restiamo ottimisti”. E intanto il 14 novembre si terrà l'Energy Forum italo-tedesco a Francoforte e a Roma in cui si parlerà del ruolo e delle sinergie dei due paesi sul tema delle energie rinnovabili, dell'idrogeno verde.