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Il dilemma del digitale a scuola, fra tablet e cellulari COSMO italiano 19.03.2024 22:03 Min. Verfügbar bis 19.03.2025 COSMO Von Filippo Proietti


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Il dilemma del digitale a scuola, fra tablet e cellulari

Stand: 19.03.2024, 17:31 Uhr

a cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e Daniela Nosari

Viviamo e lavoriamo sempre più con strumenti digitali, che però per molti esperti fanno male allo sviluppo, all'apprendimento e alla socializzazione dei nostri figli. Mentre la politica discute del DigitalPakt Schule in scadenza, in Germania si valuta anche quanto vietare il cellulare a scuola, come in altri Paesi. Ce ne parlano Giulio Galoppo e Agnese Franceschini, mentre un preside di Bologna ci racconta dei vantaggi e dello "spazio di libertà" creato da un divieto per alunni e insegnanti.

Kinder machen Hausaufgaben auf dem Tablet

Ora di matematica con tablet in una scuola tedesca

DigitalPakt Schule, il patto per la digitalizzazione della scuola

Il DigitalPakt Schule scade nel 2024. Nel suo accordo di coalizione, il governo aveva annunciato che avrebbe lanciato un "DigitalPakt 2.0", che sarebbe durato fino al 2030. Viste le attuali ristrettezze economiche del governo, i negoziati sono diventati però più difficili. Gli Stati federali vogliono, tuttavia, di nuovo 6,5 miliardi, come nel primo patto digitale, che si conclude a maggio.

Il DigitalPakt Schule nasce, infatti, nel 2019 per volontà del governo federale. L'obiettivo era creare una moderna infrastruttura educativa digitale sostenendo gli investimenti di Länder e Comuni. Dal canto loro, i Länder tedeschi si sono impegnati, in conformità con quanto stabilito dalla Kultusministerkonferenz, cioè la Conferenza permanente dei ministri regionali dell’istruzione e della cultura, a implementare progetti pedagogici, adattando i curricula e riorganizzando la formazione e l'aggiornamento degli insegnanti.

Oltre, infatti, all'acquisto di lavagne digitali, computer portatili e tablets, il DigitalPakt Schule finanzia anche la qualificazione del personale.

I costi del DigitalPakt Schule

Il governo tedesco ha stanziato un totale di sei miliardi e mezzo di euro per il DigitalPakt Schule. Inizialmente, ne aveva messi a disposizione cinque, ma l'ha poi ampliato dopo la pandemia del Coronavirus. Inoltre, le autorità scolastiche comunali e private e i Länder contribuiscono, a loro volta. Nel complesso si è arrivati a circa 7 miliardi di euro.

I criteri per la distribuzione dei fondi

In Germania si contano circa 40.000 scuole, frequentate da 11 milioni di alunni. Ciò significa che, a grandi linee, c'erano 590 euro a disposizione di ogni alunno e alunna. I Länder regolano la distribuzione dei fondi in base proprio al numero di alunni nelle scuole. Quindi a un Land come il Nordreno-Vestfalia è stata data la quota maggiore, quasi un miliardo e quattrocento milioni di euro, mentre Brema è la regione che ha ricevuto meno, con sessantadue milioni di euro. Berlino, invece, ha ottenuto un finanziamento pari a 330 milioni di euro.

I vantaggi degli gli strumenti digitali dal punto di vista educativo

Ci sono dei pro e dei contro. Chi si esprime a favore, sostiene, per esempio che le applicazioni in genere premiano gli studenti che completano i compiti e questo approccio ludico, che prevede una ricompensa, può essere motivante. È quanto sostiene la neuroscienziata Anni Richter, che ammette, tuttavia, che chi è costantemente alla ricerca di nuove ricompense può sviluppare una dipendenza. Richter è convinta che i media digitali di per sé non siano né buoni né cattivi per il nostro cervello. Il fattore decisivo è a quale età e per quale scopo si usano tablet, smartphone e computer portatili.

La Società tedesca di pediatria e medicina dell'adolescenza afferma, per esempio, che più i bambini sono piccoli, meno tempo dovrebbero passare davanti a uno schermo. Per i bambini dai sei ai nove anni si tratta di 30-45 minuti al giorno e di 45-60 minuti al giorno per i bambini dai nove ai dodici anni. Attenzione, questo non include il tempo trascorso sullo schermo a scuola o durante i compiti.

Gli svantaggi dell'apprendimento digitale

In Svezia, che è il Paese in assoluto più all’avanguardia quando si parla di digitalizzazione dell’educazione scolastica, gli addetti ai lavori e gli esperti sono giunti alla conclusione che l'uso dei media digitali nelle lezioni non porta gli alunni a imparare meglio. Addirittura, il neuroscienziato Torkel Klingberg sostiene che più una scuola basa il suo insegnamento su Internet e sui computer, più le prestazioni dei bambini diminuiscono. Uno studio svolto nelle scuole svedesi rivela che i dispositivi digitali spesso portano gli utenti a distrarsi. I testi vengono compresi meglio da alunni e studenti se non vengono letti o scritti su uno schermo. Inoltre, il consumo di contenuti digitali, se avviene in età prescolare, compromette lo sviluppo del linguaggio dei bambini.

A che punto è la digitalizzazione nelle scuole tedesche?

In molte scuole tedesche non c'è ancora un Wi-Fi stabile. Poiché l'istruzione è di competenza dei diversi Länder, ogni regione ha i propri piani. La Baviera, ad esempio, vuole dotare tutti gli alunni di tablet nei prossimi anni. Più di 40 insegnanti di materie umanistiche e scientifiche, invece, chiedono di fermare la digitalizzazione della scuola. Sono, infatti convinti che prima di insegnare agli alunni su tablet e computer portatili, sia necessario sviluppare linee pedagogiche e didattiche precise e convincenti. Nell’affermare questo, si richiamano proprio all’esperienza svedese che ha dimostrato che la digitalizzazione precoce sta andando nella direzione sbagliata.

Divieto del cellulare a scuola?

In Germania non esiste un divieto generale sugli smartphone privati nelle scuole e non è prevista una raccomandazione in merito. Tuttavia, le scuole potrebbero limitarne l'uso nella vita scolastica quotidiana. La Società tedesca di pediatria e medicina dell'adolescenza ritiene, però, che sarebbe chiaramente meglio per la salute dei bambini, per la loro capacità di concentrazione e di apprendimento e, soprattutto, per la loro socializzazione se le scuole vietassero i telefoni cellulari. Altri Paesi europei invece stanno introducendo il divieto del cellulare a scuola. Il primo a farlo è stata la Francia, nel 2018, mentre a febbraio di quest’anno è stato il turno del governo britannico, che ha pubblicato delle linee guida per limitare o vietare il cellulare tra le mura scolastiche. Il motivo principale è limitare la distrazione e il disturbo nelle classi, ma anche il tema cybermobbing ha giocato un ruolo nel dibattito.  Anche i Paesi Bassi hanno optato per un divieto dello smartphone durante le ore di lezione, ma anche dei tablets e degli smartwatches. E se ne discute anche in Italia.

Un'esperienza dall'Italia

In Italia c’è chi ha deciso in linea di massima di vietare gli smartphone a scuola. Al Liceo Malpighi di Bologna alunni e insegnanti mettono sotto chiave il cellulare appena entrati in classe o nella sala insegnanti. Ma in caso serva lo smartphone per determinati progetti lo si può utilizzare. Ce lo ha raccontato il preside Marco Ferrari, insegnante di filosofia e storia al Malpighi di Bologna, che parla di ottimi risultati. Ferrari sottolinea che si tratta di una proposta educativa che non è lesiva della libertà: "Come educatori ci è sembrato utile dare uno spazio di libertà dove poter riconquistare l'esperienza di vita relazionale non filtrata da quest'oggetto", dice ai microfoni di COSMO Italiano. Non si tratta di un posizione contro la tecnologia o la digitalizzazione, spiega. È piuttosto un modo per tornare a guardarsi in faccia, comunicare, socializzare, oltre che per proteggere dai rischi del cyberbullismo.