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Von der Leyen verso il secondo mandato, Italia isolata COSMO italiano 01.07.2024 18:04 Min. Verfügbar bis 01.07.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Von der Leyen verso il secondo mandato, Italia isolata

Stand: 01.07.2024, 17:00 Uhr

di Francesco Marzano, Agnese Franceschini e Cristiano Cruciani

Sono iniziate le grandi manovre per le nomine ai vertici dell'Unione Europea. Il trio formato da Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas si appresta a insediarsi nei ruoli apicali con il disappunto della premier Meloni per l'esclusione dell'Italia dalla decisione sulle nomine. Con Agnese Franceschini vediamo la road map delle cariche europee. Poi l'analisi del giornalista de Il Manifesto Andrea Valdambrini sulle grandi manovre nel campo della destra a Bruxelles.

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

La road map delle nuove cariche

Dopo le elezioni europee non è solo il Parlamento a cambiare, anche le principali cariche dell’Unione – come in qualsiasi governo – devono essere rinnovate. Per questo già da due settimane sono in corso grandi manovre per decidere chi saranno i vari commissari dopo che è già stata riconfermata la nomina dell’attuale Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La procedura vuole che la Presidente della Commissione, vale a dire dell’organo esecutivo dell’UE, venga eletta dal parlamento europeo dopo che è stata nominata dagli Stati membri. Le regole dell’Unione prevedono che nelle prossime settimane la scelta dei leader dovrà passare al vaglio della prova di maggioranza, nell’Aula del Parlamento europeo. Il voto – formalmente un’elezione- è previsto per il 18 luglio a Strasburgo, nel corso della prima sessione plenaria del nuovo Parlamento europeo così come si è formato dopo il voto del 9 giugno.

Le manovre per eleggere la Presidente della Commissione

I leader dei ventisette Paesi europei che si sono riuniti il 27 giugno  fino a notte fonda a Bruxelles per il Consiglio europeo hanno scelto tenendo conto dei risultati delle elezioni europee. Gli esponenti del PPE, partito uscito vincitore dal voto, si sono accordati con liberali e socialisti su von der Leyen. Ora però il Parlamento dovrà eleggere la nuova Presidente della Commissione a maggioranza assoluta (la metà dei deputati in carica più uno) e questa è ancora un’incognita visto che, al di là degli accordi, il voto è segreto e c’è sempre il rischio di franchi tiratori. Sulla carta Von der Leyen dovrebbe infatti poter contare su 399 dei 720 voti totali, ma rischia di averne di meno. Ricordiamo che la maggioranza assoluta, sarebbe di 361 voti. Comunque, se il candidato non ottiene i voti necessari, gli Stati membri devono proporne un altro entro un mese mediante il Consiglio europeo, che delibera a maggioranza qualificata.

Le nomine dei Commissari europei

Ufficialmente la procedura prevede che il Consiglio europeo, in accordo con la neo-eletta Presidente della Commissione, adotti un elenco di candidati commissari, uno per ogni Stato membro. Questi commissari designati dovranno poi comparire dinanzi alle varie commissioni parlamentari in audizioni sui rispettivi ambiti di competenza. Ciascuna commissione valuta quindi le competenze del candidato e le trasmette al Presidente del Parlamento. Una valutazione negativa può indurre i candidati a ritirarsi dal processo, come è avvenuto in passato.

Il caso di Rocco Buttiglione

Il candidato italiano Rocco Buttiglione doveva diventare commissario per la giustizia, libertà e sicurezza nel 2004. La sua nomina, però, fu respinta dai membri della Commissione giustizia per le posizioni di Buttiglione sull'omosessualità e il ruolo della donna e l’allora presidente del consiglio Berlusconi dovette ritirare la sua nomina. Il rischio, infatti è quello di sfiduciare l’intera commissione, qualora il parlamento votasse contro un candidato. È infatti l'intera Commissione, inclusi il Presidente e l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che deve ottenere l'approvazione del Parlamento con una sola votazione.

La nuova Commissaria Kaja Kallas

Ursula von der Leyen insieme a Kaja Kallas e Antonio Costa

Ursula von der Leyen insieme a Kaja Kallas e Antonio Costa

Nell’accordo raggiunto la scorsa settimana (27 giugno 2024) è stata data via libera anche alla premier estone Kaja Kallas, come Alto rappresentante per la Politica Estera e di sicurezza e all’ex premier portoghese Antonio Costa, nominato per due anni e mezzo alla guida del Consiglio europeo. Kaja Kallas è una esponente della famiglia politica liberale: in un suo discorso del 2022 cita il motto “se vuoi la pace, devi prepararti alla guerra”. Un atteggiamento non rassicurante, in vista di possibili trattative di pace nel conflitto Russo Ucraino.

Antonio Costa Presidente del Consiglio europeo

Il socialista Antonio Costa era stato costretto a dimettersi da capo del governo portoghese alla fine del 2023 dopo che il suo governo è stato coinvolto in un’inchiesta anticorruzione. La sua principale abilità consiste nel saper andare d’accordo con tutti, cosa che gli ha permesso di guidare il Portogallo per 9 anni, e nel saper fare i compromessi giusti. Così, alle recenti elezioni portoghesi, seguite alle sua dimissioni, non si è esposto per il suo partito, i socialisti, e ha ottenuto appunto l’appoggio del nuovo governo di centrodestra per la nomina di presidente del Consiglio europeo.

Il ruolo dell’Italia nelle nomine

Al consiglio europeo della settimana scorsa Giorgia Meloni si è astenuta nella nomina della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e ha votato contro a quelle di Kallas e Costa. Si è anche dichiarata irritata dalle scelte fatte senza averla consultata, ma la situazione è delicata e deve cercare di evitare l’isolamento totale se vuole poter far nominare i suoi candidati e non creare spaccature nel governo. Fonti di Palazzo Chigi spiegano che ora Meloni deve mediare tra il vicepremier leghista Matteo Salvini che evoca il «colpo di Stato» riguardo la nomina di von der Leyen  e il forzista Antonio Tajani, che da vicepresidente del PPE sostiene apertamente il secondo mandato di Ursula von der Leyen.

I candidati italiani per il ruolo di commissari

Per il ruolo di Commissario al Bilancio con delega a Pnrr e Coesione  meloni sembra voler presentare l'attuale ministro per gli affari europei Raffaele Fitto. Non c’è ancora conferma del nome, ma sarebbe importante l’ottimo rapporto che c’è  tra Fitto e il capogruppo del PPE Manfred Weber. Il problema è però il rimpasto di governo se Fitto va in Europa, per questo per il commissario si fanno ora nomi di tecnici come Roberto Cingolani, che è stato per due anni ministro della Transizione ecologica con il governo di Mario Draghi, lavorando a stretto contatto con Bruxelles sul Green deal. Oppure un altro ex del governo Draghi: Vittorio Colao.

La nuova alleanza di estrema destra in Europa

Il premier ungherese Viktor Orbán, insieme all'austriaco Herbert Kickl e al ceco Andrej Babiš hanno annunciato la creazione di un gruppo nel Parlamento europeo, "Patrioti d'Europa". Secondo il giornalista del Manifesto esperto di UE Andrea Valdambrini, è ancora presto per capire se questo gruppo potrà veramente formarsi nel Parlamento europeo. Ma, chiarisce Valdambrini, è una dimostrazione delle grandi manovre che si stanno facendo all’interno della destra europea. Anche AfD, infatti ha dichiarato di voler creare un proprio gruppo, dopo che il partito era stato escluso dal gruppo parlamentare Identità e Democrazia.

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