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Da oggi controlli ai confini tedeschi COSMO italiano 16.09.2024 20:52 Min. Verfügbar bis 16.09.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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Da oggi controlli ai confini tedeschi

Stand: 16.09.2024, 17:34 Uhr

a cura di Luciana Caglioti, Cristina Giordano e Cristiano Cruciani

Scattano da oggi i controlli alle frontiere tedesche per motivi di lotta al terrorismo e contenimento dell'immigrazione irregolare, ce ne parla Cristina Giordano. Sono in molti a esprimere dubbi sull'efficacia di queste misure, l’eurodeputata dei Verdi Alexandra Geese: «sarebbe più utile combattere la radicalizzazione nei social». E sul tema controlli di polizia fanno discutere i risultati di uno studio sulle discriminazioni delle forze dell'ordine verso gli stranieri.

Grenzkontrolle, Polizei

La polizia tedesca effettua controlli a campione

La chiusura delle frontiere della Germania

Da lunedì 16 settembre e per la durata di sei mesi, ai confini tedeschi verranno effettuati controlli a campione da parte della polizia. Stando alle agenzie, in queste prime ore si parla di verifiche effettuate su tratti autostradali e su strade secondarie soprattutto su furgoni e camion. Ma ci sono maggiori accertamenti anche sulle tratte ferroviarie.

Ai confini con l’Austria ispezioni erano in corso già dal 2015, proprio per frenare l’immigrazione irregolare, e dall’autunno scorso anche ai valichi di Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera. Da oggi questi controlli verranno estesi anche sui restanti confini con Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, e Francia.

Schengen di fatto viene sospesa

Schengen è considerata una delle più importanti conquiste dell'Europa, che ha sancito la libera circolazione in 29 Paesi. Tra questi vi sono 25 Stati dell'UE, oltre a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Bulgaria e Romania sono state aggiunte di recente. Sono ammesse possibilità di introdurre controlli solo in casi eccezionali e in via temporanea. Ed è questo il caso degli Europei di calcio, a causa dell’entrata di numerosi tifosi. O sul valico francese durante le Olimpiadi, per la grande massa di visitatori. Oltre naturalmente per rischio di attacchi terroristici.

L’eccezionalità è la linea del governo tedesco. Faeser proprio per questo ha scritto una lettera alla Commissione europea per ricordare la criticità della situazione migratoria, con le risorse tedesche vicino all’esaurimento, ma anche i problemi di sicurezza derivanti dal terrorismo islamico. È infatti una decisione conseguente all’attentato di Solingen del 23 agosto.

Come hanno reagito gli altri paesi europei?

L'Austria ha già annunciato che non accetterà i migranti respinti dalla Germania. Ungheria e Italia si sentono in qualche modo giustificate nel portare avanti la loro stretta sulla politica migratoria. Cosi anche i Paesi Bassi, il populista di destra Geert Wilders ha parlato di «buona idea». Polonia e Grecia criticano invece la Germania.

In realtà però la Germania non è l’unica ad avere controlli a campione alle frontiere – per quanto sia il Paese con il controllo più esteso. Attualmente sono otto i Paesi che hanno annunciato a Bruxelles accertamenti alle frontiere, tra cui Francia, Danimarca, Svezia, l’Austria e anche Italia. L'Austria li giustifica con l’immigrazione irregolare e l'Italia con il rischio di attività terroristiche.

Il dibattito tedesco

La ministra Faeser ha l’appoggio totale del cancelliere Scholz che ha parlato di decisione necessaria, che sfrutta al massimo il quadro giuridico europeo e ha aggiunto « Il numero dei migranti irregolari è troppo alto, ed è interesse del governo tedesco far sì che attraverso un buon management si abbia sotto controllo».

Si tratta di una misura ha detto Scholz che è causata dal mancato rispetto degli obblighi imposti dalla Convenzione di Dublino da parte dei Paesi confinanti. I migranti illegali, ha detto il cancelliere, arrivano qui dopo aver attraversato numerosi altri paesi, dove avrebbero dovuto presentare la loro richiesta di asilo.

Alexandra Geese, Grüne, UE

Alexandra Geese (Bündnis 90/Die Grünen)

La chiusura delle frontiere si inserisce in un più ampio pacchetto di misure sul diritto di asilo e sull’immigrazione in Germania. Ci sono sul tavolo delle proposte di legge che si basano su riduzione di prestazioni sociali per i richiedenti asilo che devono lasciare il Paese. Il pugno duro contro l'islamismo radicale, intensificando le indagini anche nel web. E l’inasprimento delle leggi sulle armi per quel che riguarda l’uso dei coltelli. Accanto alla sicurezza, il dibattito tedesco guarda anche al sovraccarico dei comuni e alla disponibilità di alloggi, scuole e asili.

L’eurodeputata dei Verdi Alexandra Geese ai nostri microfoni lamenta la mancanza di un vero dibattito all’interno del parlamento europeo sulla misura tedesca, e aggiunge: «Non credo che la Germania possa permettersi di andare avanti da sola, siamo nel cuore dell’Europa ma abbiamo bisogno di tutti». Anche Geese sottolinea l’importanza di combattere la radicalizzazione in rete.

Cosa dicono opposizione ed esperti?

Il Sachverständigenrat für Integration und Migration (SVR) e cioè il Consiglio di esperti per l'integrazione, tra l’altro consulente del governo tedesco su questi temi, è molto critico. I trafficanti si adattano molto rapidamente alle nuove decisioni e si tratta di una misura che non risolve l’immigrazione illegale. Inoltre la chiusura dei confini alimenta paure e danneggia la coesione sociale. E infine scoraggia chi è veramente interessato a entrare in Germania per lavorare.

Punto sul quale è d’accordo anche Luigi Pantisano, della LINKE: «È una discussione assurda perché l’economia tedesca non ce la può fare se non arrivano ogni anno 400.000 migranti per lavorare qui. Una discussione populista, sbagliata. E spero che cambi questo clima razzista nei confronti dei migranti.» dichiara Pantisano, che per combattere la radicalizzione islamica vede più utile investire nella prevenzione.

Polizia tedesca e racial profiling

Secondo un recente studio commissionato dalla piattaforma di ricercatori sulle migrazioni "Mediendienst Integration", i poliziotti tedeschi tendono a discriminare le persone con background migratorio. Succederebbe nei lavori di routine, come perquisizioni, interrogatori o accertamenti, ad esempio per strada. I giovani ritenuti stranieri per il loro aspetto, vengono perquisiti molto più spesso rispetto ad altri dice lo studio.

Tra gli agenti di polizia ci sarebbe quindi la tendenza a categorizzare le persone attraverso stereotipi. Nel corso dell’indagine i relatori hanno accompagnato per un anno gli agenti di polizia della Bassa Sassonia.