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Il ponte crollato a Dresda è la punta dell'iceberg COSMO italiano 19.09.2024 19:45 Min. Verfügbar bis 19.09.2025 COSMO Von Luciana Caglioti


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Il ponte crollato a Dresda è la punta dell'iceberg

Stand: 19.09.2024, 17:05 Uhr

a cura di Luciana Caglioti, Cristina Giordano e Daniela Nosari


Solo per un caso fortunato il crollo del ponte sull'Elba di Dresda non ha provocato vittime: ma cos'è successo al Carolabrücke e quanti altri ponti in Germania vanno ristrutturati? Ce ne parla Cristina Giordano, ma sentiamo anche le parole di un ingegnere delle costruzioni tedesco. E viste le gravi alluvioni di questi giorni in Europa centrale e anche in Italia, fenomeno sempre più intenso e frequente, parliamo del loro impatto sulle infrastrutture con Francesco Ballio, professore di idraulica.

Carolabrücke ist abgestürtzt, Dresden

Il crollo del Carolabrücke a Dresda

Il crollo

Il ponte Carolabrücke a Dresda è parzialmente crollato verso le 3 del mattino del'11 settembre. Ma fortunatamente non ci sono vittime. Intanto, i primi lavori di demolizione e raccolta delle macerie del Carolabrücke a Dresda sono conclusi. Restano ancora alcune campate crollate e in parte coperte dall’acqua del fiume Elba, che potranno essere rimosse solo quando la piena si sarà ritirata.

A causa delle forti piogge in Europa orientale si sta valutando anche il pericolo alluvioni. L’Elba ha raggiunto livelli di allerta e viene costantemente monitorato. Per il momento però non sembra aver avuto alcun impatto sul Carolabrücke, o meglio su quello che resta del ponte.

Perché è crollato il Carolabrücke di Dresda?

Le perizie sono ancora in corso, ma si ipotizza che la principale causa possa essere stata la corrosione dovuta alla scarsa manutenzione del passato. Ipotesi avanzata da diversi esperti, tra cui Holger Kalbe, capo dipartimento dell'Ufficio strade e ingegneria civile di Dresda.

Steffen Marx, docente di ingegneria civile presso la TU di Dresda, alla radio e tv pubblica MDR ha aggiunto inoltre che oltre alla corrosione, potrebbero essere prese in considerazione due altre concause: il peso eccessivo dei mezzi che hanno attraversato il ponte poco prima e lo sbalzo termico: si è passati in pochi giorni da un eccessivo caldo, a un improvviso calo delle temperature. Nel frattempo la procura di Dresda ha aperto un’inchiesta.

Josef Hegger, ingegnere civile ed esperto di ponti presso l'Università Tecnica di Aquisgrana, in un'intervista al Morgenmagazin dell'ARD ha spiegato che la metà dei ponti in Germania ha più di 50-60 anni ed è stata costruita per un carico di mezzi di trasporto inferiore a quello di oggi, per camion più leggeri e per meno attraversamenti. Il peso che deve reggere un ponte è dieci volte superiore in confronto a quello degli anni 70. E quindi i ponti oggi subiscono un carico per il quale non sono adatti.

La storia del Carolabrücke

Il Carolabrücke è uno dei quattro ponti del centro città, e dal punto di vista urbano divide il centro storico dalla parte più moderna di Dresda. Ha sostituito un ponte precedente, costruito alla fine dell’800, fatto saltare in aria dalle SS poco prima della fine della Seconda Guerra Mondiale.

L’attuale ponte fu ricostruito tra il 1967 e il 1971, ribattezzato dopo la fine della DDR come Carolabrücke in onore di Carola von Wasa-Holstein-Gottorp (1833-1907), moglie di re Alberto di Sassonia, ultima regina sassone molto attiva nel sociale, per donne e bambini.

È largo 30 metri e lungo 400 metri, ed è una delle arterie centrali del traffico cittadino, ci passavano auto, bici e tram, ZDF scrive che ci passavano dai 27.000 ai 30.000 veicoli ogni giorno. Quindi se il crollo fosse successo durante il giorno sarebbe stata una tragedia simile a quella del Ponte Morandi di Genova, in Italia.

Il Carolabrücke tra l’altro era stato in parte ristrutturato da poco, ma i lavori di ristrutturazione non erano ancora terminati. L’area occidentale del ponte, che è quella crollata, sarebbe infatti stata ristrutturata entro il 2026.

Lo stato catastrofico dei ponti in Germania

Secondo molti esperti i ponti più critici sono quelli costruiti prima del 1980, durante il boom edilizio del secondo Dopoguerra, che in questi anni hanno avuto una scarsa manutenzione.

Due anni fa si era tenuto anche un «Brückengipfel », un vertice proprio sullo stato dei ponti, in cui il governo tedesco, e il ministro dei Trasporti Volker Wissing (FDP) avevano annunciato un piano di ristrutturazione. Con un finanziamento a scaglioni per l’ammodernamento di strade e ponti che partiva dal 2022 con 4,5 miliardi, per arrivare a 5,7 miliardi nel 2026 – di cui 1,4 miliardi solo per i ponti.

Baustelle, Mülheimer Brücke, Köln,

Il lungo cantiere sul Mülheimer Brücke a Colonia (foto d'archivio)

Leggendo tuttavia le opinioni di diversi esperti tedesco questo piano sembra andare a rilento e le notizie di casi di ponti in stato disastroso in Germania sono davvero molto frequenti. Qualche tempo fa un rapporto aveva rilevato la criticità di 1000 ponti solo in Nordreno-Vestfalia, di cui 300 addirittura pessimi, che andrebbero sostituiti entro il 2030. La notizia è di oggi, che il Norderelbbrücke di Amburgo è stato riaperto al traffico pesante dopo un’ispezione, era stato chiuso perché particolarmente critico.

Il dibattito politico

L'Associazione tedesca delle città e dei comuni  chiede che dopo il caso di Dresda si intervenga con un piano strategico di investimenti sulle infrastrutture e invita il governo tedesco a rivedere le spese di bilancio tenendo conto di quella che è diventata ora più che mai un’urgenza.

Il ministro dei Trasporti Volker Wissing (FDP) ha spiegato che nel prossimo anno saranno disponibili più di 9 miliardi di euro per investimenti in strade statali e ponti. Anche se il caso di Dresda – ha detto Wissing, è di responsabilità comunale e quindi prende le distanze.

La ricostruzione del Carolabrücke alla città di Dresda costerà comunque cara: esperti stimano una spesa di 100 milioni di euro.

Il confronto: in che stato sono i ponti in Italia?

Anche in Italia le infrastrutture e in particolare i ponti sono osservati speciali soprattutto quando ci sono forti alluvioni, che potrebbero crollare sotto la forza idrica. Ne abbiamo parlato con Francesco Ballio, professore di idraulica al dipartimento di ingegneria civile e ambientale al Politecnico di Milano. In Italia dice Ballio, l’80-85% dei crolli dei ponti sono dovuti all’interazione con l’acqua e in generale a problemi idraulici. Molte infrastrutture in Italia risalgono agli anni 50-60. In generale le opere civili avrebbero bisogno di un ricondizionamento dopo 50 anni, e dopo 100 anni dovrebbe terminare la loro «vita».