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Calo delle nascite e la scelta di non diventare madri COSMO italiano 08.05.2024 23:01 Min. Verfügbar bis 08.05.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Calo delle nascite e la scelta di non diventare madri

Stand: 08.05.2024, 17:00 Uhr

di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Daniela Nosari

In vista della festa della mamma parliamo di natalità ancora in calo in Germania, con Enzo Savignano, e in Italia, con il demografo Alessandro Rosina: quali le cause, le conseguenze e le misure necessarie per invertire la rotta? Delle donne che scelgono di non avere figli, per convinzione o per le circostanze e le condizioni del mondo del lavoro, parliamo con Ilaria Maria Dondi, autrice del saggio "Libere di scegliere se e come avere figli". Senza dimenticare il ruolo dei padri.

Foto di un bambino avvolto in un asciugamano

Il tasso di fecondità in Germania

La Germania all’interno dell’Unione Europea si trova a metà nella particolare classifica della natalità con 1,46 figli per donna considerata feconda ai fini statistici, quindi tra i 14 ed i 50 anni. L’Italia è terzultima con 1,2 figli per donna mentre, in cima alla classifica c’è la Francia con un tasso di fecondità pari a 1,79.  Ma parlando di crescita o decrescita demografica, oltre ai tassi e ai numeri di natalità e mortalità, bisogna anche tenere in considerazione altri fattori, come il numero di immigrati e di emigranti, ossia di coloro che entrano ed escono dal Paese.

I dati in termini assoluti

Guardando ai numeri assoluti, in cima alla classifica europea c'è proprio la Germania, con oltre 739mila nascite nel 2022 e 693.000 nel 2023, l'anno con il minor numero di nascite negli ultimi 10 anni. L’Italia anche qui è tra le ultime in classifica con solo 393mila nascite.

Ma i numeri assoluti dipendono naturalmente anche dalla popolazione: la Germania, con quasi 84 milioni di abitanti, è la nazione più popolosa dell'Unione Europea, e ha anche il maggior numero di donne in età fertile.

Inoltre gli arrivi di migranti, rifugiati e richiedenti asilo, hanno contribuito in modo determinante a far aumentare la popolazione in Germania. Secondo alcuni studi ed analisi, in alcune zone della Germania ha influito particolarmente l’arrivo dell’oltre milione di rifugiati ucraini fuggiti dalla guerra.  

Come i flussi migratori influiscono sulla popolazione

Nell’ultimo anno il Land tedesco che ha avuto l’aumento maggiore di popolazione in percentuale è stata la capitale Berlino, con un salto del 5,8%, città che ha accolto e continua ad ospitare decine di migliaia di ucraini, ed è anche la meta preferita di altri migranti e rifugiati.

I Länder in cui si è maggiormente ridotta la popolazione sono la Sassonia-Anhalt (- 12,3%) e la Turingia (- 10,9%). Secondo uno studio recente della fondazione Bertelsmann, tendenzialmente la popolazione tedesca sta diminuendo e invecchiando più velocemente nei Länder orientali più poveri, mentre resta stabile e in alcuni casi aumenta nei Länder occidentali più ricchi, dove c’è una migliore qualità della vita, maggiori offerte di lavoro e dove quindi è apparentemente più facile avere figli. Inoltre, sempre secondo lo studio, potrebbero aver influito negativamente sul calo delle nascite anche i timori di molte persone causati prima dalla pandemia e poi dalla guerra russo-ucraina, oltre che dei timori per il cambiamento climatico.

La popolazione tedesca sta invecchiando

Secondo l’Ufficio federale di Statistica di Wiesbaden una persona su due in Germania ha più di 45 anni, una persona su cinque ha più di 66 anni. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, proprio grazie all’aumento dell’immigrazione, la popolazione è aumentata e in alcune zone si registra anche un notevole ringiovanimento. Ma, sottolinea sempre l’Ufficio statistico, la tendenza è quella di un’inesorabile invecchiamento: di questo passo nel 2060 in Germania una persona su tre avrà più di 65 anni. Ad esempio, dal 1990, anno della riunificazione tedesca, al 2022 gli ultrasettantenni in Germania sono quasi raddoppiati, passando da circa 8 milioni ad oltre 14 milioni.

Le conseguenze dell’invecchiamento

Le preoccupazioni sono soprattutto in termini economici: con una popolazione sempre più anziana aumenterà anche il numero dei pensionati e quindi le spese per lo Stato federale tedesco aumenteranno esponenzialmente, perché il Bund dovrà garantire la pensione sempre a più cittadini.

Ma ci saranno problemi anche in molti settori del mercato del lavoro, dove mancherà forza lavoro, fenomeno già ora visibile e che preoccupa gli esperti.

Quali misure per incentivare la natalità?

passeggino

Un padre con il suo bambino nel passeggino

Nel corso del primo governo Merkel, nel 2007, una madre di sette figli, l’allora ministra della Famiglia, Ursula von der Leyen, oggi presidente uscente della Commissione europea, avviò un piano per incentivare le nascite in Germania.

L’introduzione di un sussidio parentale per madri e padri lavoratori, l’Elterngeld, consentiva appunto ad entrambi i genitori di restare a casa dopo la nascita di un figlio e continuare a percepire, per un anno o più, buona parte dello stipendio. In un primo momento la misura, soprattutto nelle grandi città e nella capitale Berlino, fece registrare un boom delle nascite, ma non ha influenzato in modo duraturo il tasso di natalità.

Ora il governo tedesco ha deciso di tagliare il congedo parentale dal primo aprile 2024 per i genitori che guadagnano almeno 200.000 euro all'anno, cioè per le famiglie più ricche, anche se secondo l’opposizione cristiano-democratica è un grave errore.

L’inverno demografico italiano

Ma quanto è pronunciato l'inverno demografico italiano, quali sono le conseguenze e come combatterlo? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Rosina, professore di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano. “L’Italia è uno dei Paesi che da più lungo tempo si trovano con un numero medio di figli per donna molto sotto il livello di 2, che è quello che garantisce un equilibrato rapporto tra vecchia e nuova generazione, o meglio due figli che in media sostituiscono due genitori”, sottolinea il demografo. Uno dei problemi principali, oltre alla mancanza di servizi per le famiglie, è la mancanza di una strategia a medio-lungo termine, l'incapacità di capire cosa servirà al Paese fra 5-10 anni.

Libere di scegliere se diventare madri

Avere figli in Italia rimane una scelta difficile e spesso limitante. Il nuovo rapporto di Save the Children "Le Equilibriste, la maternità in Italia" traccia un bilancio delle numerose sfide che le donne in Italia devono affrontare quando scelgono di diventare madri.

Nel 2023 si è raggiunto un nuovo minimo storico delle nascite in Italia, ormai stabilmente ferme sotto le 400mila unità, con un calo di quasi 4% rispetto all'anno precedente. Quanto conta in quest'evoluzione la scelta consapevole delle donne di non avere figli?

Secondo i dati, sottolinea Ilaria Maria Dondi, giornalista, direttrice della rivista online “Roba da donne” e autrice del saggio “Libere di scegliere se e come avere figli" (Einaudi), 8 donne su 10 che scelgono di non avere figli valuterebbe di averli se ci fossero altre circostanze. Fondamentale la flessibilità del mondo del lavoro, non solo per le madri, ma anche per i padri, spesso assenti dal dibattito quando si parla di natalità.

“Sembra una cosa brutta da dire, ma in realtà spesso i figli delle persone diventano un limite, diventano un costo. Finché non ci sarà una flessibilità che non riguarda solo le donne, ma tutte le persone, in modo da dividere il carico di cura, dubito che si tornerà a vedere risalire i tassi di natalità”, spiega Dondi.