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Libero Assange, e la libertà di stampa? COSMO italiano 04.07.2024 21:45 Min. Verfügbar bis 04.07.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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Libero Assange, e la libertà di stampa?

Stand: 04.07.2024, 17:00 Uhr

di Francesco Marzano, Agnese Franceschini, Daniela Nosari

Dopo 14 anni di problemi giudiziari, Julian Assange torna in libertà. Per farlo si è dovuto dichiarare colpevole della diffusione di documenti segreti scottanti sulle guerre americane in Irak e Afghanistan. Un compromesso amaro per la libertà di stampa e che rivela quanto sia ancora rischiosi il giornalismo d'inchiesta, eppure fondamentale per la difesa della democrazia anche in Europa. Agnese Franceschini racconta le tappe della vicenda. Tatiana Bazzichelli, che a Berlino si occupa di attivismo culturale e politico, spiega chi siano i whistlerblower, mentre Stefania Maurizi, giornalista d'inchiesta che ha conosciuto Assange, racconta l’importanza del suo lavoro.

Assange festeggia la sua liberazione

Julian Assange festeggia la sua liberazione

La liberazione di Assange

Le manovre per la liberazione di Assange, secondo quanto ricostruito dalla Bbc, sarebbero partite già nel 2022, quando in Australia è entrato in carica il governo laburista guidato da Anthony Albanese. Albanese aveva messo la liberazione di Assange tra le priorità diplomatiche del suo governo, al punto che nell’ottobre del 2023, in una visita alla Casa Bianca, ne aveva parlato direttamente col presidente statunitense Joe Biden. C’è anche da dire che lo stesso Biden era abbastanza favorevole alla chiusura del caso Assange.

Wikileaks e le accuse di stupro

Negli Stati Uniti Assange viene considerato un “nemico pubblico” per la pubblicazione da parte dell’organizzazione internazionale senza scopo di lucro WikiLeaks di documenti riservati. Ma il motivo per cui viene inizialmente chiesta la sua estradizione da Londra dove si trovava non è questo. È un'accusa di stupro che parte dalla Svezia nel dicembre del 2010. L’accusa verrà poi archiviata nel 2017 ed è caduta in prescrizione nel 2020. Assange ha sempre dichiarato che si trattava di una manovra politica per estradarlo dalla Svezia agli Stati Uniti, dove avrebbe rischiato anche la pena di morte. Comunque per sfuggire all’estradizione Assange, ricorre in appello e nel giugno del 2012 quando la sentenza diventa definitiva viola la libertà cautelare e si rifugia nell’ambasciata dell'Ecuador a Londra dove chiede asilo politico e dove vivrà per 7 anni. Ma anche dopo la caduta delle accuse di stupro, resterà comunque un ricercato per la giustizia inglese per non aver rispettato le misure cautelari che gli erano state imposte.

Le accuse di spionaggio e il rischio estradizione

Stella Assange durante una protesta per suo marito a Londra

Stella Assange durante una manifestazione in favore di suo marito

Nell’aprile del 2019 l’Ecuador revoca l’asilo concesso ad Assange, gli inglesi lo arrestano e il 19 maggio gli Stati Uniti – dove nel frattempo governa Trump – formalizzano nei suoi confronti le accuse di spionaggio. A suo carico vengono presentati 18 capi d'accusa per avere cospirato per ottenere e diffondere online informazioni cosiddette “classificate”, cioè coperte da segreto. In questo modo, secondo l’accusa, Assange avrebbe messo a rischio la vita di molti cittadini americani. I file e video pubblicati da WikiLeaks che documentavano presunti crimini di guerra di soldati americani, ma anche un numero di vittime civili molto più alto di quello dichiarato dal governo, erano stati forniti dalla ex militare Chelsea Manning, condannata a 35 anni di prigione e poi graziata da Barack Obama. Assange rischia invece 175 anni di carcere. A febbraio del 2020 inizia il processo per l’estradizione, questa volta direttamente negli Stati Uniti. Un processo che, vede alterne decisioni da parte dei tribunali inglesi e che arriva fino al 24 giugno del 2024, quando Assange torna ad essere un uomo libero.

Il patteggiamento per la libertà

Per tornare ad essere un uomo libero Assange ha dovuto accettare un patteggiamento con la giustizia americana e dichiararsi "Colpevole di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale" di fronte al tribunale di Saipan, sulle Isole Marianne Settentrionali, territorio Usa nell'Oceano Pacifico. Per questa accusa Assange avrebbe dovuto scontare 64 mesi di carcere, che sono stati però compensati con quelli già trascorsi in prigione in Inghilterra. Per questo è diventato un uomo libero non appena ratificato l'accordo e ha messo fine a un calvario giudiziario durato 14 anni.

Le reazioni politiche alla liberazione

È stato un caso con una forte valenza politica, ma mentre in Australia anche l’opposizione si dichiara sollevata dalla fine della vicenda, e anche l’ONU si rallegra per la liberazione, negli Stati Uniti l'ex vicepresidente Mike Pence ha criticato il suo rilascio. Secondo lui Julian Assange avrebbe messo in pericolo la vita dei soldati americani e avrebbe dovuto essere perseguito fino in fondo dalla legge. Per quanto riguarda la Germania, solo la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, dei Verdi, si è dichiarata contenta di vedere come questo caso, “che è stato discusso con grande emozione in tutto il mondo e ha commosso molte persone, abbia finalmente trovato una soluzione". Dello stesso parere anche la ministra della cultura – sempre dei Verdi – Claudia Roth e i rappresentanti della Linke e dei Pirati. Ma per quanto riguarda sia gli altri partiti di governo che CDU – CSU si è notato solo il silenzio.

Assange e il giornalismo d’inchiesta

Di fronte alla liberazione di Assange l'organizzazione Reporter senza frontiere ha parlato di una "vittoria storica per la libertà di stampa". La sua direttrice generale, Anja Osterhaus, ha dichiarato: "In un momento in cui l'informazione critica è sempre più sotto attacco in tutto il mondo, questa decisione non è importante solo per Julian Assange e i suoi familiari. È una vittoria per il giornalismo investigativo in tutto il mondo".

Ma proprio da parte del giornalismo d’inchiesta ci sono state delle perplessità sull’accordo firmato da Assange. Stefania Maurizi, giornalista investigativa e collaboratrice del Fatto Quotidiano, ha lavorato a tutti i documenti pubblicati da Wikileaks di Assange per giornali italiani come “media-partner”, e critica il patteggiamento perché in ogni caso criminalizza un “giornalismo eroico che ha permesso di rivelare alcune delle più importanti informazioni mai pubblicate nella storia del giornalismo”. Maurizi inoltre spiega in che cosa consiste il lavoro di Wikileaks e quanto sia importante avere delle informazioni immediate, ad esempio sulla condotta di guerra di un paese come gli Stati Uniti, senza dover aspettare che venga tolto il segreto ai documenti che li riguardano. Maurizi ha conosciuto personalmente Julian Assange e lo descrive come un genio e una persona molto coraggiosa che, non solo ha vissuto comunque prigioniero per 14 anni, ma ha rischiato la propria vita per la libertà di stampa.

Chi sono i whistleblower

I whistlerblower si occupano in generale di denunciare atti illeciti tenuti nascosti e questo non solo nell’ambito della sicuerzza nazionale o dei militari. Per questo, secondo Tatiana Bazzichelli, fondatrice di Disruption Network Lab, organizzazione non profit tedesca che si occupa di denunciare abusi di potere e connettere il whistleblowing con altre pratiche culturali, è molto importante la direttiva europea che protegge questo tipo di attività e che è stata adottata l’anno scorso sia in Italia che in Germania.

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