Lufthansa-ITA e le altre sinergie industriali italo-tedesche COSMO italiano 23.07.2024 18:55 Min. Verfügbar bis 23.07.2025 COSMO Von Francesco Marzano

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Lufthansa-ITA e le altre sinergie industriali italo-tedesche

Stand: 23.07.2024, 16:25 Uhr

di Francesco Marzano, Enzo Savignano e Tommaso Pedicini

Dopo una lunga trafila è andato in porto il matrimonio tra le compagnie aeree Lufthansa e ITA, mentre è di pochi giorni fa l'annuncio di una cooperazione tra Leonardo e Rheinmetall per la produzione di carri armati. Se questi sono gli esempi più macroscopici della collaborazione tra i sistemi produttivi dei due Paesi, le sinergie industriali a livello medio-piccolo sono moltissime. Ne parliamo con Enzo Savignano, col giornalista Leonard Berberi e con Eliomaria Narducci di ITKAM.

Aerei di Lufthansa e di ITA Airways in volo | Bildquelle: afp

Un collaborazione che parte da lontano

Quella tra Italia e Germania è una partnership che cresce e si rafforza nel tempo. Pensiamo che i primi accordi di scambi commerciali bilaterali tra i governi di Roma e Berlino vennero stipulati alla fine del XIX secolo. Ovviamente, ci sono state fasi complicate, come le due Guerre mondiali, ma gli interscambi commerciali, le collaborazioni, oggi definite "sinergie industriali", si sono andate consolidando, soprattutto negli ultimi anni. Negli ultimi G7 anche la premier Giorgia Meloni e il cancelliere Olaf Scholz, nonostante abbiano posizioni e visioni politiche molto differenti, hanno avviato un piano d’azione italo-tedesco che punta proprio alla crescita delle collaborazioni fra sistemi produttivi di Italia e Germania.

Il patto dei cieli italo-tedesco

Molti esperti sostengono che una stretta di mano tra Scholz e Meloni abbia dato il via libera definitivo all’acquisizione di ITA da parte di Lufthansa. Le trattative per l’ingresso del gruppo di trasporto aereo più ricco d’Europa nell’ex concorrente italiano si sono trascinate per più di un anno. Ad inizio luglio con una conferenza stampa congiunta i due amministratori delegati, Carsten Spohr di Lufthansa e Antonio Turricchi di ITA Airways, hanno confermato che il gruppo tedesco acquisirà in breve tempo il 41% dell’ex Alitalia e nei prossimi anni l’acquisizione dovrebbe diventare completa. Le procedure di acquisizione sono state avviate dopo il via libera definitivo dell’Unione europea.

I prossimi passi della trattativa

La chiusura dell'operazione avverrà entro 4 mesi e poi sarà convocata un'assemblea straordinaria per deliberare l'aumento di capitale che dovrebbe essere di 325 milioni da parte di Lufthansa. In seguito, tra il 2025 ed il 2027, si aprirà una seconda fase nel corso della quale Lufthansa si impegnerà a rilevare l'ulteriore 49% del vettore italiano. Entrio il 2029 il rerstante 10% con un investimenti di ulteriori 100 milioni. Nel complesso l’operazione comporterà per Lufthansa un investimento complessivo di 829 milioni di euro.

A rischio posti di lavoro in ITA?

È prematuro per dirlo ma senza dubbio ci sarà una revisione completa dei costi e, quindi, dei tagli non si possono escludere. Come hanno sottolineato da tempo molti esperti, ITA da sola non era più in grado di sopravvivere e l’acquisizione consentirà la conferma di molti dei 4.500 dipendenti di ITA. Ricordiamo che nel complesso il gruppo Lufthansa ha in tutto il mondo circa 99.00 dipendenti.

Perché l’Ue sollevava dei dubbi sull’acquisizione?

La Commissione europea temeva che la transazione tra le due compagnie avrebbe ridotto la concorrenza su alcune rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i Paesi dell’Europa centrale tramite voli diretti e con scalo. Le due compagnie hanno però proposto dei "rimedi" che sono stati accettati dalla Commissione Europea e che ci ha spiegato Leonard Berberi, giornalista del Corriere della Sera: “Il pacchetto dei rimedi è diviso in tre parti: una parte relativa agli slot, ai diritti di decollo e atterraggio che le due compagnie hanno. Una seconda parte riguarda l’aeroporto di Linate ma anche di Roma Fiumicino per tutte quelle rotte in sovrapposizione. Le due compagnie cederanno delle rotte verso il centro Europa. Infine l’ultima parte riguarda i voli internazionali in particolare verso il Nord America, anche qui ci saranno degli accordi con altre compagnie”. 

Il patto dei carri armati

Il logo di Rheinmetall su un veicolo militare | Bildquelle: dpa

Dopo quello tra Lufthansa ed ITA, ad inizio luglio è stato siglato un altro accordo italo-tedesco forse ancora più significativo. Leonardo, una delle principale aziende italiane per la produzione di armi, si è rivolta alla Rheinmetall per ammodernare i carri armati e i veicoli blindati destinati all’Esercito italiano. Leonardo collaborerà con la più grande azienda produttrice di armi europea che offrirà il suo prototipo di carro armato Panther KF51 come base per la sostituzione dei vecchi carri armati italiani Ariete e il suo veicolo da combattimento cingolato Lynx come base per la sostituzione dei Dardo. Si tratta di due programmi di collaborazione della durata di quindici anni dal valore complessivo di circa 23 miliardi di euro. Sostanzialmente è stata stabilita la prima joint venture italo-tedesca sulla produzione di armi, un accordo senza dubbio storico che potrebbe avere anche ulteriori sviluppi. Ricordiamo che sia l'Italia che la Germania sono impegnate nel riarmo dei propri eserciti, anche per rispettare il parametro del 2% del PIL da destinare alla Difesa, come richiesto dalla Nato.

Un interscambio destinato a crescere

L’entrata di ITA in Lufthansa e l’accordo tra Rheinmetall e Leonardo secondo molti esperti potrebbe rappresentare un ulteriore volano per i rapporti commerciali ed industriali tra i due Paesi. L’interscambio tra Berlino e Roma e viceversa è in continua crescita e si aggira da alcuni anni intorno ai 150 miliardi di euro. I settori chiave sono quelli della siderurgia, il comparto chimico-farmaceutico e quello dei macchinari industriali. Particolarmente florido resta il settore dell' automotive, con molte aziende italiane che lavorano nella componentistica per le grandi case automobilistiche tedesche. Da tempo aziende italiane come la Marelli e la Brembo realizzano freni, fari, cerchioni e altre componenti per Volkswagen, BMW, Audi e Porsche. Come spesso hanno sottolineato molti esperti del settore, senza la componentistica italiana, i colossi tedeschi non riuscirebbero a produrre automobili.

I dati su import ed export

In base agli ultimi dati che ci ha fornito ITKAM, la Camera di commercio italiana per la Germania, nel primo trimestre 2024 l’Italia ha esportato verso la Germania beni per 18 miliardi di euro, nello stesso periodo di tempo l’Itala ha importato oltre 22 miliardi di euro di beni e servizi dalla Germania. In realtà si tratta di un lieve calo rispetto al primo trimestre dello scorso anno e del 2022, in cui sono stati registrati record negli interscambi. Nonostante il lieve calo, esperti ed economisti non sono preoccupati: i rapporti e gli scambi tra Italia e Germania restano solidissimi.

Le sinergie italo-tedesche

Le sinergie industriali italo-tedesche sono tante e forti, e hanno un grande potenziale per tenere testa ad altre economie a livello mondiale. Ce lo ha confermato Eliomaria Narducci, Segretario generale della Camera di Commercio italiana per la Germania: “Nonostante ci siano delle sfide chiare in ambito geopolitico ed economico che stanno mettendo alla prova le relazioni tra i Paesi, soprattutto l’Italia e la Germania restano degli ottimi partner commerciali e le due economie sono storicamente ben integrate”. Collaborazioni strategiche tra i due Paesi si stanno sviluppando anche nell’ambito delle energie rinnovabili e dell’idrogeno verde.