La Germania ha un problema di radicalizzazione islamista? COSMO italiano 06.09.2024 21:28 Min. Verfügbar bis 06.09.2025 COSMO Von Luciana Caglioti

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La Germania ha un problema di radicalizzazione islamista?

Stand: 06.09.2024, 18:00 Uhr

di Luciana Caglioti, Enzo Savignano e Tommaso Pedicini

Dopo la strage di Solingen e i mancati attentati di Monaco e di Linz, la società tedesca si confronta con il problema della radicalizzazione e dell'estremismo islamico. Il dibattito politico assume toni a tratti molto demagogici - anche da parte di esponenti di partiti democratici - e le soluzioni proposte per limitare l'immigrazione clandestina sono spesso impraticabili. Ne parliamo con Enzo Savignano e con Lorenzo Liebetanz che cura un progetto in rete di prevenzione della radicalizzazione.

La cerimonia di commemorazione per le vittime di Solingen con il presidente federale Steinmeier e il governatore del NRW Wüst | Bildquelle: Imago/ Tim Ölbermann

L'ultimo episodio in Renania Palatinato

A Linz (RP) un albanese armato di machete ha tentato di assaltare la locale stazione di polizia e di aggredire gli agenti presenti. Il suo gesto sembrerebbe di matrice islamista, lo conferma la Procura di Coblenza. Il presunto terrorista è stato sopraffatto e nessun agente di polizia è rimasto ferito. L'aggressore avrebbe ripetutamente gridato "Allah Akabar", (Allah è grande). Durante una perquisizione nel suo appartamento, gli investigatori avrebbero trovato una bandiera dello "Stato Islamico" (IS) disegnata su un muro.

Cosa è accaduto a Monaco di Baviera?

Ieri mattina, 5 settembre, intorno alle nove, gli agenti di polizia hanno notato  un giovane sospetto con un fucile a ripetizione e la baionetta innestata nel quartiere Maxvorstadt del capoluogo bavarese. Sembra che il giovane, all'arrivo degli agenti, abbia sparato, venendo poi ucciso nel conflitto a fuoco che ne è seguito.
Il presunto attentatore si trovava nei pressi del Centro di documentazione nazista, del Consolato generale israeliano e dell'Amerikahaus. Ieri, tra l'altro, ricorreva anche il 52esimo anniversario dell'attentato agli atleti israeliani ai Giochi olimpici di Monaco. Nell'attacco terroristico del 5 settembre 1972, i terroristi palestinesi spararono a due uomini e presero nove ostaggi nel Villaggio olimpico. Circa 18 ore dopo,un tentativo di liberazione degli ostaggi si concluse con la morte dei nove israeliani, di un agente di polizia e di cinque palestinesi di Settembre nero.

Cosa si sa del presunto attentatore di Monaco?

La polizia sul luogo in cui è stato ucciso l'attentatore di Monaco di Baviera | Bildquelle: dpa/ Mathias Balk

Si tratta di Emra I., cittadino austriaco classe 2006, residente a Neumarkt nei pressi di Salisburgo. Dopo il conflitto a fuoco con la polizia bavarese, l'abitazione, dove viveva con i genitori di origine bosniaca, è stata perquisita dalla polizia austriaca. Il 18enne era stato denunciato nel 2023 perché sospettato di sostenere un gruppo terrorista islamico in Siria. In seguito era stata aperta un'indagine, ma poi il fascicolo a carico di Emra I. era stato archiviato. Le autorità di sicurezza tedesche non erano mai state informate dai colleghi austriaci sul fatto che il 18enne rappresentasse una minaccia.

Anche Issa Al Hassan era un terrorista islamico

È stato lui a gettare Solingen nel terrore lo scorso 23 agosto, compiendo uno dei peggiori attentati di matrice islamica negli ultimi anni in Germania. Il 26enne siriano, durante le celebrazioni dei 650 anni della fondazione di Solingen a cui partecipavano almeno 75mila persone, è sceso in strada e ha accoltellato 11 persone, uccidendone tre, 5 i feriti gravi. Il suo attacco è stato rivendicato dall’Isis e intendeva vendicare i morti palestinesi a Gaza.

Al Hassan era un richiedente asilo?

Il siriano viveva in un centro di accoglienza per rifugiati, situato a soli 300 metri dalla piazza di Solingen dove ha accoltellato i passanti. Il 26enne era arrivato in Germania nel dicembre del 2022 e, secondo media tedeschi, la sua richiesta di asilo era stata respinta. O comunque i tempi massimi per la verifica della sua domanda previsti dalle leggi tedesche, 18 mesi, erano decorsi, pertanto Al Hassan poteva essere rimandato nel Paese europeo di primo approdo, in Bulgaria, come prevedono gli accordi di Dublino.

La reazione agli attacchi del governo federale.

La prima reazione immediata è arrivata una settimana dopo, quando da Lipsia, dietro ordine di diverse Procure, 28 rifugiati afghani accusati di aver compiuto reati sono stati imbarcati su un volo della Qatar Airlines verso Kabul. La Germania ha quindi ufficialmente riavviato il suo piano di espulsioni di rifugiati e richiedenti asilo anche verso l'Afghanistan e la Siria, Paesi senza alcun tipo di garanzie di sicurezza per chi vi viene rimpatriato.

Le proposte di governo e dell'Unione CDU/CSU

Secondo alcuni esperti, una regolamentazione più severa potrebbe indurre migranti e rifugiati a non avere più come meta principale la Germania, anche per questo si vorrebbe rimandare nel primo Paese europeo d'approdo migliaia di richiedenti asilo arrivati negli ultimi mesi in Germania. Secondo il Ministero federale degli Interni, da ottobre 2023 sono state respinte più di 30.000 persone. Sempre da ottobre 2023 ai confini con Polonia, Repubblica Ceca e Svizzera ci sono controlli alle frontiere e da settembre 2015 al confine tedesco-austriaco. In alcuni aeroporti tedeschi è in vigore la cosiddetta procedura aeroportuale. Si tratta di una procedura di asilo accelerata della durata massima di 19 giorni, che viene eseguita nella zona di transito, cioè prima dell'ingresso sul suolo tedesco.

Il tema spacca il mondo politico

La questione migrazione e richiedenti asilo sta alimentando malumori e confronti anche aspri tra governo e l'Unione democristiana. Il presidente dei cristianodemocratici, Friedrich Merz, ha quasi posto un ultimatum al governo chiedendo una decisione definitiva entro martedì sui respingimenti alle frontiere dei rifugiati e richiedenti asilo che provengono da altri Paesi dell'Ue. Dopo un primo vertice tra governo, Länder e Unione, la ministra Nancy Faeser (SPD) ha spiegato che alcune richieste dei cristianodemocratici saranno esaminate dal punto di vista giuridico. Bisogna, infatti, fare i conti con il diritto internazionale e regolamenti come Dublino e capire la realizzabilità di alcune misure richieste. Anche nel governo sembra non esserci unità di intenti: socialdemocratici e verdi vogliono maggiori controlli alle frontiere, ma frenano sui respingimenti. Invece i liberali della FDP seguono maggiormente la linea di Merz e dell'Unione.

L'analisi del sociologo austriaco

Nel dibattito, alimentato anche dai risultati elettorali in Turingia e in Sassonia, che vedono l'avanzata dell'ultra destra, si parla di limiti massimi di rifugiati e di rimpatri. Interessante, in questo contesto, è la posizione del sociologo e ricercatore delle migrazioni, Gerald Knaus. Austriaco, Knaus vive a Berlino ed è considerato un consulente politico di grande esperienza. È presidente della European Stability Initiative, che ha stilato l'accordo tra UE e Turchia del 2016; accordo con il quale Ankara si impegnava a intensificare gli sforzi per frenare le partenze irregolari verso l'UE. Inoltre la Turchia ha cooperato con gli Stati membri per applicare gli accordi di riammissione vigenti e rimpatriare nei Paesi d'origine chi considerato non bisognoso di protezione internazionale. Abbiamo riportato e tradotto una parte della sua intervista all'emittente radiofonica DLF Kultur. Sulle proposte avanzate in questi giorni dal mondo politico tedesco su rifugiati e richiedenti asilo Knaus sostiene che: "Ora siamo arrivati al punto in cui alcuni politici lanciano proposte come quella di chiudere semplicemente il confine della Germania con l'Austria, la Svizzera e la Repubblica Ceca. Proposte del tutto irrealistiche. Perché non solo sono incompatibili con il diritto europeo ma verrebbero respinte dalla Corte europea. Ma soprattutto sono praticamente irrealizzabili."

Come prevenire il radicalismo islamico

I tre presunti attentatori, il siriano 26 enne arrestato a Solingen, il 18enne austriaco di origine bosniaca, ucciso ieri dalla polizia a Monaco e anche il 29enne responsabile dell'assalto di questa notte a Linz, sono giovani che hanno sposato l'ideologia jihadista. La minaccia islamista quindi continua a trovare seguaci in Germania. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Liebetanz, a capo di CEOPS, Center for Education on Online Prevention in Social Networks, un progetto di prevenzione dell'estremismo in rete. Per quanto riguarda l'attentatore di Solingen, si parla di una radicalizzazione avvenuta via TikTok, quanto è frequente questa forma di radicalizzazione online? "L'attacco di Solingen – spiega Liebetanz - ci spinge a valutare in modo differenziato il gruppo dei possibili attentatori del cosiddetto Stato islamico. Invece di problematizzare uno specifico gruppo di persone e sospettarli in modo generico, come avviene ora con i rifugiati in Germania, occorrerebbe impegnarsi maggiormente per prevenire le ideologie islamiste. Attualmente stiamo assistendo, invece, ad un dibattito molto populista sulle deportazioni nei Paesi d'origine che comunque non sono sicuri e su una modifica sulla legge dell'asilo. Con ogni probabilità quanto viene discusso non è nemmeno in linea con la Costituzione".