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La crisi della VW è anche la crisi degli italiani di Wolfsburg COSMO italiano 13.03.2025 23:36 Min. Verfügbar bis 13.03.2026 COSMO Von Cristina Giordano

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La crisi della VW è anche la crisi degli italiani di Wolfsburg

Stand: 13.03.2025, 17:49 Uhr

di Cristina Giordano, Agnese Franceschini e Daniela Nosari

Molti italiani hanno scelto Wolfsburg nei decenni per lavorare alla Volkswagen, ora in profonda crisi per il calo delle vendite, il ritardo nello sviluppo dell'elettrico e la concorrenza cinese: ma a loro sono chiesti ora grandi sacrifici, ci spiega Agnese Franceschini. Com'è l'atmosfera fra i lavoratori, molti italiani, e in città? Ne parliamo con Gerardo Scarpino, segretario generale del consiglio di fabbrica VW, e con Nora Ghiani dell'Integrationsreferat, ufficio cittadino per l'integrazione.

Un operaio alla catena di montaggio della Volkswagen
È sempre più difficile trovare prospettive di lavoro alla Volkswagen | Bildquelle: dpa_julian_stratenschulte

L’accordo tra VW e sindacati

Nel 2024, poco prima di Natale, è stato firmato un accordo che prevede, tra l’altro il blocco dei licenziamenti e delle chiusure di stabilimenti, ma anche il blocco dell’aumento degli stipendi. Il 5% in più che sarebbe spettato ai dipendenti non andrà nelle loro buste paga, ma in un fondo utilizzato per finanziare la riduzione dell’orario di lavoro flessibile per una parte della manodopera. L’azienda aveva chiesto una riduzione dei salari del 10%. Entro il 2030 ci dovrebbe essere una riduzione di oltre 35mila posti di lavoro, sui circa 120mila complessivi, ma fatta in modo «socialmente responsabile». Oltre al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, ci saranno anche programmi di transizione graduale verso il pensionamento e offerte di buonuscita per chi decide di licenziarsi. La capacità produttiva degli stabilimenti tedeschi sarà ridotta di oltre 700mila veicoli.

La mobilitazione di IG Metall

La mobilitazione fa parte di una giornata di protesta indetta per sabato 15 marzo a livello nazionale dal sindacato IG Metall. Centinaia di migliaia di operai in tutta la Germania scenderanno in piazza per sollecitare la politica a sostenere maggiormente l’industria tedesca. Ma a Wolfsburg c’è soprattutto preoccupazione per l’annuncio del risultato operativo del Gruppo Volkswagen. Nel 2024 la VW ha guadagnato 19,1 miliardi di euro al lordo delle imposte, vale a dire il 15% in meno rispetto all'anno precedente. L'utile di esercizio è addirittura diminuito di oltre il 30%. Solo il marchio Skoda avrebbe avuto risultati positivi nel 2024.

I motivi della crisi

Il problema è che mancano i clienti per oltre mezzo milione di veicoli, ma una delle ragioni più importanti è proprio il programma di risparmio dell'azienda. Poiché verranno tagliati oltre 30.000 posti di lavoro nel marchio principale Volkswagen, ma anche nelle marche di lusso Audi e Porsche, il Gruppo deve sostenere costi elevati, ad esempio per i programmi di pensionamento graduale e le indennità di licenziamento di cui parlavamo prima. Un altro problema è che in Cina, finora il più importante mercato automobilistico, l'azienda di Wolfsburg vende meno di prima.

Le conseguenze per i dipendenti della Volkswagen

Nonostante questi scarsi risultati, i dipendenti VW riceveranno i bonus previsti per quest'anno, per un totale di 4.800 euro. Il taglio previsto, infatti, è stato rimandato di un anno proprio grazie alle trattative, ha sottolineato Daniela Cavallo, a capo del consiglio di fabbrica. Comunque, a partire dal prossimo anno, i dipendenti dovranno adattarsi a una retribuzione significativamente inferiore. Come previsto dall’accordo appena firmato, nel 2026 e nel 2027 verrà versato solo l'anticipo fisso di poco meno di 1.900 euro.

Tagli anche per i manager?

La Passat è un modello tra i più prestigiosi della VW | Bildquelle: afp_ronny_hartmann

Il Presidente di VW, Oliver Blume, e gli altri membri del Consiglio di Amministrazione del Gruppo rinunceranno all'undici per cento della loro retribuzione nel 2025 e nel 2026. Ma per loro, negli anni successivi, i pagamenti verranno nuovamente aumentati gradualmente. E, a partire dal 2030, ritorneranno a guadagnare quando hanno guadagnato finora. Inoltre, come l'intero Consiglio di Amministrazione del Gruppo VW, Blume ha rinunciato al cinque per cento del suo stipendio fisso alla Volkswagen nel 2024. In compenso, però, il suo stipendio in Porsche è aumentato. In questo modo, come capo di Volkswagen e di Porsche ha comunque guadagnato più 10 milioni di euro, invece che 9,7.

Il ruolo della Cina nella crisi VW

La crisi del grande gruppo automobilistico non è solo di vendite, ma anche di sviluppo. Infatti viene a mancare un grande mercato come la Cina che ormai non è più un paese di importazione per le auto, ma produce ed esporta il maggior numero di auto al mondo ed è diventata il leader tecnologico delle auto elettriche. Si prevede che quest’anno, per la prima volta, potrebbero arrivare sul mercato europeo più auto cinesi che auto europee sul mercato cinese.

Lo sviluppo dell’auto elettrica

Anche e soprattutto in questo ambito la concorrenza della Cina è fortissima. Ma non è solo in Cina che le cose vanno a rilento: anche in Europa il mercato dell'auto si è ridotto. In Germania, in particolare, i clienti sono riluttanti ad acquistare auto elettriche, anche perché Volkswagen ha finora offerto modelli relativamente costosi. Di fronte a questo, la Volkswagen ha annunciato pochi giorni fa di ampliare la sua gamma con un modello elettrico più accessibile che comunque verrà costruito in Portogallo, più efficiente in termini di costi, secondo i manager VW. Questo modello avrà un prezzo base di 20.000 euro e l’inizio della produzione è previsto per il 2027.

Il ruolo del nuovo governo

Il presidente del Consiglio di amministrazione VW, Oliver Blume, spera in realtà nel sostegno dei politici. In un'intervista rilasciata a NDR e ZDF, ha infatti dichiarato di nutrire “grandi aspettative” nei confronti del nuovo governo tedesco. In altre parole spera in una riduzione dei prezzi dell'energia, ma soprattutto in incentivi fiscali per le auto elettriche.

Gli italiani della Volkswagen

Anche per gli italiani che vivono e lavorano a Wolfsburg la crisi della Volkswagen si fa sentire. Per quanto riguarda la fabbrica molti si accorgono che ci sono meno prospettive di lavoro e questo colpisce soprattutto i giovani, ci rivela Gerardo Scarpino che dal 2023 è segretario generale del consiglio di fabbrica di Volkswagen. Come molti italiani Scarpino – originario di Cosenza – è arrivato quasi 50 anni fa a Wolfsburg per lavorare prima come apprendista e poi come operaio specializzato alla VW. Ora si accorge che l’aria sta cambiando.

Wolfsburg e gli italiani

Lo stesso cambiamento lo avverte Nora Ghiani, che fa parte dell'Integrationsreferat, l’ufficio cittadino per l’integrazione di Wolfsburg. Tra i primi sportelli cittadini creati per favorire l'integrazione degli stranieri in Germania, il suo ufficio è stato aperto più di 50 anni fa, proprio per aiutare gli italiani che arrivavano numerosi a Wolfsburg e avevano bisogno di aiuto per integrarsi. Oggi la situazione è diversa e sono gli stessi italiani integrati che aiutano i nuovi arrivati, grazie al progetto “Mano nella mano” promosso anche dal consolato italiano di Wolfsburg. Ma l’atmosfera in città è diversa, psicologicamente e mentalmente, racconta Ghiani, manca infatti la sicurezza e le prospettive che venivano offerte dalla possibilità di lavorare alla Volkswagen.