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Bilancio di un anno di cannabis legale in Germania COSMO italiano 07.04.2025 21:06 Min. Verfügbar bis 07.04.2026 COSMO Von Cristina Giordano

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Bilancio di un anno di cannabis legale in Germania

Stand: 07.04.2025, 17:15 Uhr

di Cristina Giordano, Agnese Franceschini e Cristiano Cruciani

A un anno dalla legalizzazione della cannabis in Germania i pareri sui risultati raggiunti sono contrastanti, ce ne parla Agnese Franceschini. L'esperienza di Dominik De Marco, politico SPD e cofondatore del Cannabis Social Club di Dortmund. Sul ruolo svolto dalla cannabis nel contesto del mercato internazionale di stupefacenti abbiamo sentito Vincenzo Musacchio, criminologo e presidente Osservatorio Mafie in Molise.

Una piantagione di cannabis
In Germania è possibile coltivare la cannabis solo a determinate condizioni | Bildquelle: wdr_dpa

La reazione della polizia

Ciò che non è più illegale non può più essere punito - e questo è evidente dalle statistiche della polizia. Così l'anno scorso il numero di reati di droga è diminuito di circa un terzo (34,2%). Un calo questo, che è stato chiaramente influenzato dalla legislazione. Inoltre, i reati legati alla cannabis sono stati solo la metà. Il problema è che sono diventati più complicati i controlli da parte della polizia e il commercio illegale è diventato più difficile da individuare. Visto che le sanzioni sono ridotte o non ci sono proprio, secondo il ministero dell'interno del Nordreno Vestfalia, sarebbe aumentato il consumo anche da parte di chi non aveva ancora provato a fumare uno spinello e questo è stato anche un incentivo al traffico illegale di cannabis. E anche Michael Mertens, presidente del sindacato di polizia del Nordreno Vestfalia, ha affermato: “La criminalità organizzata è aumentata notevolmente perché il mercato nero è fiorente”. Di conseguenza il Ministero dell'Interno del NRW non ritiene che la legge abbia raggiunto l'obiettivo di frenare il mercato nero.

Una legge più chiara

La polizia, inoltre, considera la legge troppo vaga. Su questo è stato chiaro il vicepresidente del sindacato della polizia (Gewerkschaft der Polizei – GdP) Alexander Poitz. La depenalizzazione dello spinello per gli adulti, non avrebbe portato un alleggerimento generale per la polizia. Sarebbe infatti diventato più difficile controllare le zone di divieto e di consumo. E inoltre mancano ancora bilance di precisione per verificare la quantità trasportata di cannabis e moderni strumenti per misurare la quantità di THC assunta, cioè di tetraidrocannabinolo, uno dei principi attivi della cannabis.  Ogni giorno in cui la legge non viene migliorata, ha dichiarato Poitz “non si frena il mercato nero né si migliora la protezione dei giovani o la sicurezza stradale”.

Nuove regole per la sicurezza stradale

Alla legge erano state fatte molte critiche per il fatto che non si era tenuto conto proprio della quantità accettabile cannabis assunta prima o durante la guida. C’era inoltre una contraddizione nel fatto che per quanto riguarda l’alcol ne veniva accettata una quantità seppur minima, mentre nel caso della cannabis, bastava venisse accertata la presenza di THC per portare ad una multa e al ritiro temporaneo della patente, anche se il consumo risaliva a giorni prima. Per equilibrare questa disuguaglianza di trattamento è stata emanata una legge che stabilisce il limite di 3,5 nanogrammi per millilitro di sangue. Ma questo vale solo per mezzi a motore, per chi va in bicicletta, ad esempio, non ci sono limiti di consumo.

Critiche da parte dei farmacisti

Il presidente dell'Unione Federale delle Associazioni dei Farmacisti Tedeschi, Thomas Preis, ha messo in guardia dalle conseguenze, dichiarando ad un quotidiano, che “la piena portata dei problemi della legalizzazione parziale della cannabis interesserà la nostra società solo tra qualche anno”. Non ci sarebbe infatti finora ancora studi completi sulle conseguenze fisiche e psicologiche di tale consumo. Insomma, a quanto pare si tratta ancora di un terreno non esplorato.

Le reazioni positive di medici ed esperti di dipendenze

Secondo Maurice Cabanis, direttore del Klinikum di Stoccarda e primo presidente della Società Tedesca per la Medicina delle Dipendenze, la legalizzazione della cannabis, ha fatto sì che non sia più considerato un tabù esserne dipendenti e quindi le persone colpite si sono rivolte prima e volontariamente alle cliniche per le dipendenze. Ricordiamo che prima della legge i giovani dipendenti dalla cannabis venivano automaticamente inviati nei reparti psichiatrici chiusi in quanto autori di reati. Ora, secondo Cabanis, possono andare nei reparti aperti e parlare più apertamente senza temere di essere perseguiti dalla polizia. Non ci sarebbe stato, inoltre, il temuto aumento delle psicosi indotte dalla droga. Ma chi è veramente convinto della bontà di questa legge è il suo iniziatore, il ministro federale della salute e medico Karl Lauterbach (SPD). Secondo lui, non sarebbe giustificabile che il consumo di alcolici sia legale ma il consumo di cannabis per gli adulti no. E questo vale anche se al momento non è possibile fare una valutazione finale della legge, prevista, comunque, per l'autunno.

Le reazioni dei partiti

Verdi, Liberali e Linke sono favorevoli alla liberalizzazione e anzi vorrebbero una legge ancor meno restrittiva di questa, mentre decisamente contrari sono CDU e CSU. Il loro candidato e probabile prossimo cancelliere Friedrich Merz ha annunciato in campagna elettorale di voler abrogare la legge sulla cannabis “immediatamente, perché, secondo Merz: “Questa legge protegge gli spacciatori ed espone i nostri bambini e giovani all'uso di droghe e alla dipendenza”. Ma vedremo come andrà a finire, alla luce delle trattative per il nuovo governo tra Unione e SPD.

Il ruolo dei Cannabis Social Clubs

I Cannabis Social Club possono coltivare e vendere legalmente la cannabis | Bildquelle: imago_christian_ohde

Sono uno dei pilastri della legge tedesca sulla Cannabis e in Germania ad oggi ne esistono circa un centinaio già registrati. I Cannabis Social Club (CSC) tedeschi sono associazioni non commerciali, che producono la cannabis per offrirla a prezzo di costo ai propri soci. Dominik De Marco, è cofondatore del Cannabis Social Club di Dortmund, oltre che membro SPD del consiglio comunale dello stesso comune.

De Marco spiega che i soci di queste associazioni sono cittadini di tutte le età e professioni, dai poliziotti ai professori universitari, dagli studenti ai pensionati. Qualora il nuovo governo dovesse abrogare la legge, come ha minacciato il probabile futuro cancelliere Merz, si tratterebbe, secondo De Marco, di un esproprio, e il Club potrebbe fare causa allo Stato per ottenere un risarcimento.

La cannabis e il traffico internazionale di droga

Del traffico di droga e in particolare di cannabis abbiamo parlato con l’esperto di mafie e criminalità organizzata Vincenzo Musacchio. Secondo l'esperto, tutti i 27 stati dell’Unione dovrebbero legalizzare la cannabis e la sua coltivazione per togliere introiti per migliaia di miliardi di euro alla criminalità organizzata. Musacchio è criminologo associato all'Istituto Rutgers sugli studi anticorruzione (RIACS) a Newark negli Stati Uniti e membro dell'hub strategico per il crimine organizzato (SHOC) al Royal United Services Institute di Londra.

Musacchio propone una produzione, vendita e consumo di droghe sotto il controllo statale, escludendo la nascita di un libero mercato. La strategia adottata in Portogallo ha limitato i danni sociali delle droghe, spiega ai nostri microfoni: tutte le droghe sono state legalizzate e i fondi risparmiati dal proibizionismo hanno permesso investimenti in educazione, riabilitazione e reintegrazione sociale dei tossicodipendenti, con un notevole calo nell'uso di droghe e nel crimine associato. Le droghe oggi spesso adulterate con sostanze altamente nocive diventerebbero più sicure.

Secondo Musacchio, inoltre, l'arresto dei piccoli consumatori e spacciatori richiede molte risorse, rallenta il sistema giudiziario e peggiora il sovraffollamento delle carceri. Il criminologo solleva la questione dell'ipocrisia dello Stato che consente la vendita di alcol e sigarette, responsabili di moltissime morti. La salvaguardia di quante più vite possibili dovrebbe rappresentare la priorità assoluta per Musacchio, consapevole delle sfide complesse associate ad una legalizzazione delle droghe.