Energia e gas: fine di sovvenzioni e tutele in Germania e Italia COSMO italiano 05.12.2023 20:42 Min. Verfügbar bis 04.12.2024 COSMO Von Francesco Marzano

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Energia e gas: fine di sovvenzioni e tutele in Germania e Italia

Stand: 05.12.2023, 17:42 Uhr

a cura di Francesco Marzano, Giulio Galoppo e Daniela Nosari

Il governo ha guai di bilancio e i prezzi di energia e gas si sono riabbassati: ecco perché il freno ai prezzi su gas ed energia terminerà già a fine 2023. Cosa c'è dietro e cosa significa per i consumatori? Ce ne parla Giulio Galoppo. Intanto in Italia si avvicina la fine del mercato tutelato, sempre di energia e gas: perché e cosa fare se si pagano bollette in Italia? Ne parliamo con Giuliano Balestreri, giornalista economico de "La Stampa".

Con la fine del freno ai prezzi dell'energia, riscaldare può diventare sempre più caro | Bildquelle: wdr Picture Alliance Photothek Thomas Trutschel

Energiepreisbremse, il freno ai prezzi dell’energia

Il governo tedesco lo ha imposto con l'obiettivo di ridurre l'onere per le famiglie e le aziende. Il motivo scatenante era stato l'elevato costo dell'energia seguito allo scoppio della guerra fra Russia e Ucraina.

È entrato in vigore lo scorso marzo con effetto retroattivo dal 1° gennaio 2023. Fino a meno di un mese fa sembrava sarebbe rimasto in vigore fino al 31 marzo 2024, ma terminerà, invece, già il 31 dicembre. Il freno ai prezzi dell’energia è stato finanziato attraverso il Fondo di Stabilizzazione Economica (WSF), dotato di 200 miliardi di euro.

La Corte costituzionale federale ha dichiarato, però, inammissibili tali fondi speciali accanto al bilancio ordinario. Da qui, la fine anticipata, dovuta al previsto bilancio suppletivo del governo federale, che include la fine del Fondo di stabilizzazione economica a fine anno.

Tra gennaio e dicembre 2023, il freno al prezzo dell’energia è stato applicato all’80% del consumo dell’anno precedente. Quello al prezzo dell'energia elettrica ha imposto il limite a 40 centesimi per kWh, mentre quello al prezzo del gas a 12 centesimi per kWh. Per ogni chilowattora consumato in più, si è pagato l'intero prezzo stabilito contrattualmente dal fornitore. I costi derivanti dal freno ai prezzi dell'energia sono a carico del governo federale.

Cosa aspettarsi con la fine del freno ai prezzi sui costi energetici

Al momento, è ancora difficile fare un calcolo realistico di come tutto ciò inciderà sulle bollette mensili. Quello che sappiamo, però, è che l'abolizione del freno ai prezzi è più evidente per i clienti con una fornitura di base che per i consumatori con fornitori alternativi. Attualmente, il 57% delle tariffe dell'elettricità nella fornitura di base è, infatti, ancora al di sopra del tetto massimo di prezzo, quindi ai 40 centesimi per kWh, mentre per il gas sono ben il 75% le tariffe al di sopra dei 12 centesimi per kWh previsti dal freno. Al contrario, il 97% delle tariffe dell'elettricità e il 98% delle tariffe del gas dei fornitori alternativi sono già al di sotto del massimale di prezzo.

Un calcolo effettuato da Verivox, portale di comparazione delle diverse offerte sul mercato, ha dimostrato che la differenza dovuta al freno ai prezzi è attualmente minima. Secondo Verivox, una volta terminato il freno, una famiglia tipo, con un consumo di 20.000 kilowattora, pagherebbe 26 euro in più per il gas e un euro in più per l'elettricità all'anno. Verivox è solo uno dei tanti portali di comparazione. C’è anche, per esempio, Check24, oltre all’Associazione dei consumatori, Verbraucherzentrale, che offrono la possibilità di valutare le diverse offerte esistenti sul mercato, sulla base del proprio consumo mensile, o annuale.

L’IVA torna dal 7% al 19%

Anche l'uso della corrente elettrica dovrà essere più parsimonioso | Bildquelle: dpa Swen Pförtner

L’IVA era stata ridotta al 7% nell'ottobre 2022 per alleggerire i cittadini dai costi. Ora si è annunciato il ritorno al 19% di IVA per le forniture di gas e per il teleriscaldamento. Non è ancora chiaro se l’aumento avverrà già da gennaio, ma in ogni caso, entro marzo 2024.

Cosa fare per ridurre le bollette

La Verbraucherzentrale consiglia ai consumatori di controllare i propri contratti di elettricità e gas e di cambiare fornitore, se necessario. Chiunque si accorga che il contratto attuale è più costoso di 40 centesimi per kilowattora di elettricità e di 12 centesimi per kilowattora di gas dovrebbe disdire il contratto al più presto. I prezzi sui mercati all'ingrosso sono attualmente in calo. Numerosi fornitori offrono prezzi inferiori a questo prezzo calmierato. Vale quindi la pena di disdire la fornitura di base, spesso costosa – in tedesco Grundversorgung.

Se si è ancora in regime di fornitura di base, il passaggio è relativamente semplice, grazie al breve periodo di preavviso di 14 giorni. La disdetta viene effettuata automaticamente dal nuovo fornitore.

Se, invece, si ha un contratto con un fornitore diverso, è necessario controllare i documenti contrattuali per poterlo disdire in tempo utile. Cambiando fornitore, oltre a poter scegliere tariffe più convenienti, si può spesso beneficiare di bonus per i nuovi clienti.

Se si è ricevuto un aumento o una riduzione del prezzo dal fornitore di energia, ci si può avvalere del diritto speciale di cancellazione e disdire entro 14 giorni. Nonostante la riduzione del prezzo, può valere infatti la pena passare a un fornitore più conveniente. Attenzione però: la fine del blocco dei prezzi non è considerata un aumento di prezzo. Non basta quindi a giustificare un cambio entro 14 giorni.

Le conseguenze dell’aumento dei costi dell’energia

Secondo l'Ufficio federale di statistica, lo scorso anno 5,5 milioni di persone non sono state in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa a causa del forte aumento dei prezzi dell'energia. Questo fenomeno ha riguardato il 6,6% della popolazione, il doppio rispetto al 2021, e ha colpito soprattutto le famiglie monoparentali, le famiglie con due adulti e almeno tre bambini e le persone che vivono da sole.

La fine del mercato tutelato in Italia

Anche in Italia sono in arrivo novità sul fronte energetico. Il prossimo 10 gennaio finisce, infatti, il mercato tutelato dell’energia elettrica e da aprile del gas in Italia, per cui lo Stato regolava tariffe della fornitura di energia elettrica e di gas naturale.

Gli utenti che appartengono al mercato tutelato - circa 10 milioni di clienti domestici - pagano la tariffa che è aggiornata ogni tre mesi (per l’energia elettrica) o ogni mese (per il gas) dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) sulla base dei prezzi all'ingrosso di luce e gas. Non esiste in questo caso nessun tipo di concorrenza, anche se i clienti possono già da tempo passare ad un fornitore nel mercato libero. Da gennaio, invece, le tariffe saranno decise dal mercato e non più regolate dallo Stato.

Giuliano Balestreri, giornalista de La Stampa ed esperto di economia, ci spiega perché si è arrivati a questo passaggio e cosa significa per i consumatori in Italia.