Un fenomeno in crescita ma misconosciuto
Il numero di femminicidi è in aumento in Germania. Secondo le ultime statistiche federali del Bundeskriminalamt (BKA), l’Ufficio federale di polizia criminale, nel 2023 155 donne sono state uccise dal partner o ex. L’anno precedente erano state 133. E in generale, sempre nel 2023, sono state vittime di violenza domestica 256.276 persone, il 70% donne. Ciò corrisponde a un aumento del 6,5% rispetto al 2022.
Fino a qualche tempo fa in Germania non si parlava proprio di femminicidio, vale a dire di omicidio che vede le donne vittime proprio in quanto donne, si tratta dunque di un delitto legato al genere e a uno squilibrio di potere fra i sessi. Ma finora i tribunali e le forze dell'ordine tedesche non sono sempre adeguatamente preparati ad affrontare questi casi e, di conseguenza, questi reati sono talvolta puniti con maggiore clemenza rispetto ad altri omicidi.
Che fine farà la Gewalthilfegesetz?
Sebbene l’attuale governo dimissionario tedesco di Olaf Scholz si sia impegnato già nel contratto di coalizione a proteggere meglio le donne, non è successo molto. Proprio il 6 novembre la ministra della Famiglia Lisa Paus, dei Verdi, ha presentato in parlamento la Gewalthilfegesetz, una legge che doveva proteggere le donne dalla violenza degli uomini, ma il giorno dopo è caduto il governo. Con questa legge sarebbero state attuate finalmente quelle misure di protezione a cui la Germania si è impegnata nell'ambito della Convenzione di Istanbul, entrata in vigore già il 1° febbraio 2018.
Questa nuova legge avrebbe dovuto garantire un sistema di sostegno su tutto il territorio federale contro la violenza domestica e di genere, e aveva l'obiettivo di finanziare in modo affidabile i rifugi e le case di accoglienza per le donne, in modo da aumentarne il numero di posti disponibili. Finora, infatti, i servizi di protezione e consulenza per le donne sono stati un servizio volontario fornito dai Länder e dalle autorità locali. La ministra federale della famiglia Paus voleva invece introdurre un diritto legale all'aiuto e alla consulenza e coinvolgere il governo federale nel finanziamento dei rifugi per donne. Spesso, infatti, le donne devono pagare un extra quando trovano ospitalità e rifugio in una casa per donne.
Una legge contro le molestie verbali
Il problema della violenza contro donne è chiaramente culturale e profondamente radicato, ci vuole dunque uno sguardo diverso verso le donne e per questo sono necessari dei passi per contrastare gesti quotidiani apparentemente non violenti. Per questo, ad esempio il governo della Bassa Sassonia vuole presentare al Bundesrat una proposta di legge che diventerebbe federale e che punisce i commenti sessuali e osceni per strada. Esempi sono i commenti sessisti, i gesti osceni ad una donna o le situazioni in cui un uomo fissa una donna in modo osceno e poi la insegue. Si tratta di molestie sessuali senza contatto fisico in uno spazio pubblico, ad esempio in un bar, in metropolitana o sul treno.
Vagoni solo per donne?
Il partito dei Verdi a Berlino ha proposto di riservare in determinati orari alcune carrozze della metropolitana alle donne. In questo modo le passeggere si dovrebbero sentire più sicure sui mezzi di trasporto urbano, affermano i sostenitori. Non a caso oltre il 50% delle donne evita i trasporti pubblici di notte. C’è però da dire che la proposta dei Verdi non trova il consenso di tutte le associazioni femminili. “I vagoni supplementari per le donne segnalano che le donne devono occuparsi della propria protezione”, ha criticato ad esempio Etta Hallenga, dipendente del centro di consulenza per donne di Düsseldorf.
Una nuova norma
È entrata proprio ieri (13.11.2024) in vigore la legge che vieta le cosiddette Gehsteigbelästigungen, le molestie e aggressioni verbali degli oppositori dell'aborto nei confronti delle donne che vogliono abortire. Da ieri i manifestanti devono mantenere una distanza di 100 metri dall'ingresso di cliniche, ambulatori e centri di consulenza. L'infrazione è punita con una multa fino a 5.000 euro. Anche queste aggressioni, infatti, rappresentano un tentativo di limitare la libertà delle donne di gestire il proprio corpo e decidere della loro vita.
Le case rifugio per donne in Germania
Secondo le ultime statistiche pubblicate dall'associazione Frauenhauskoordinierung e.V., nel 2023 oltre 14.200 donne e circa 16.000 bambini hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza per donne in Germania. L'anno scorso, più di un quarto delle ospiti delle Frauenhäuser ha però dovuto sostenere da sola alcuni o tutti i costi del proprio soggiorno. Allo stesso tempo, migliaia di persone in cerca di protezione non possono essere accolte ogni anno. Secondo Suna Tanış direttrice della "Frauenhaus" di Oberhausen, città del Nordreno-Vestfalia a nord di Düsseldorf, il ruolo delle Frauenhäuser, non è solo quello di offrire rifugio alle donne che fuggono da una situazione violenta, ma anche di aiutarle a ricrearsi legami sociali, perché la maggior parte di loro è costretta a lasciarsi alle spalle molte cose e non può avere alcun contatto. La situazione però è critica, ed è necessaria una legge come la Gewalthilfegesetz per poter finanziare questi centri.
Uno sportello di ascolto per donne italiane
La psicologa italiana Alessia De Carlo lavora a Stoccarda, fra l'altro dal 2022 per lo sportello di ascolto e consulenza psicologica per donne "Ti ascolto", in italiano.
In questi due anni la dottoressa De Carlo ha avuto a che fare con numerosi casi di donne che hanno subito violenza domestica, anche psicologica. Per questo, secondo la psicologa, è fondamentale che le donne stesse si rendano conto subito della piega violenta che può prendere una relazione e porta spesso anche a isolare la donna.
De Carlo mette anche in evidenza come sia pericolosa in questo senso anche la violenza economica che deriva dalla dipendenza concreta in cui vivono le donne che hanno rinunciato al lavoro per dedicarsi alla famiglia.
Lo sportello di ascolto e consulenza psicologica "Ti ascolto" è promosso da ACLI Baden-Württemberg e si rivolge a tutte le donne che hanno bisogno di supporto psicologico a Stoccarda e dintorni, nella massima riservatezza della privacy. I primi cinque incontri sono gratuiti, le consulenze si tengono il lunedì dalle 14 alle 16 presso il FIZ - Fraueninformationszentrum di Stoccarda - ed è necessario un appuntamento telefonico allo 0152-23842070. Informazioni presso aclibw@yahoo.de.
"Paura non ne abbiamo"
Lunedì 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, a Berlino si terrà l'evento "Paura non abbiamo", dedicato quest'anno alla violenza economica. Dalle 18:30 al Comites di Berlino, Kottbusser Damm 79, Ingresso A. Una serata in italiano con diverse esperte e rappresentanti di associazioni che lavorano su questo tema. Organizzata da Katja Squillaci Consulting, dal Comites di Berlino con "Il Mitte".