Gestione poco trasparente dei vaccini: condannata la Commissione Europea
Non sembra aver avuto alcun peso nel voto di oggi al Parlamento UE, la sentenza di condanna contro la commissione europea guidata da Ursula von der Leyen per la gestione poco trasparente dei vaccini. Von der Leyen è stata, infatti, oggi rieletta per altri 5 anni alla guida della Commissione Europea. Il parlamento europeo ha confermato la politica della CDU alla guida dell'organo più importante della UE con 401 voti in suo favore. Per essere rieletta avrebbe dovuto ottenerne almeno 360.
Alla vigilia del voto, la Corte di Giustizia europea ha emesso una sentenza di condanna nei confronti della sua Commissione per mancata trasparenza sui vaccini anti-covid. La Corte ha accolto così il ricorso di cittadini ed eurodeputati dei Verdi contro il rifiuto di dare accesso completo ai documenti relativi ai contratti per l'acquisto di vaccini, stipulati tra la Commissione e diverse aziende farmaceutiche nel periodo della pandemia.
Jens Spahn e il prezzo delle mascherine
Sono di nuovo le mascherine protettive a far tremare Spahn. Il quotidiano tedesco FAZ ha visionato una serie di email, interne al ministero. Da queste, si viene a sapere che nelle primissime fasi della pandemia di coronavirus, Jens Spahn ha aumentato significativamente il prezzo di acquisto delle mascherine, contro le raccomandazioni del capo del suo dipartimento. Questi suggeriva come prezzo fisso 3 euro netti per mascherina, sulla base della sua conoscenza del mercato e delle sue competenze. Meno di dodici ore dopo, tuttavia, Spahn decide in totale autonomia di fissare un prezzo di 4,50 euro per articolo, con un aumento del 50%. Con 262 milioni di maschere acquistate in questo modo, i contribuenti hanno dovuto pagare quasi 470 milioni di euro lordi in più rispetto a quanto inizialmente previsto
Il 27 marzo 2020, il governo federale ha lanciato una procedura, detta “Open-House”, in cui qualsiasi rivenditore poteva fare richiesta per fornire al ministero le maschere FFP2 o KN95 a un prezzo fissato, appunto, da Spahn a 4,50 euro l’una, invece che 3 euro come suggeritogli. Dopo soli quattro giorni dall'inizio della procedura di gara, sono state ricevute diverse centinaia di offerte da parte dei rivenditori. La gara si è, quindi, conclusa prematuramente l'8 aprile, poiché il Ministero della Salute aveva già ricevuto conferma della consegna di oltre un miliardo di mascherine FFP2 e KN95. L’impegno che i fornitori si assumevano era quello di consegnare la merce entro il 30 aprile 2020.
La situazione è sfuggita completamente di mano, con troppe promesse e, in alcuni casi, una qualità delle mascherine di molto inferiore rispetto agli standard di sicurezza richiesti. Di conseguenza, il ministero è stato costretto a ridurre le scadenze, ad annullare i contratti e a non pagare le fatture, tant’è che numerosi fornitori hanno fatto causa al Ministero. Alcune di esse sono state recentemente accolte dal Tribunale Regionale Superiore di Colonia, con un valore dei procedimenti giuridici in corso pari a più di due miliardi di euro.
Jens Spahn e l’acquisto ingiustificato di altre mascherine
Una volta chiusa quella procedura di assegnazione dei contratti per la consegna di mascherine, il Ministero Federale per la Salute stipula altri contratti di cui non si comprende la necessità. Sempre nell'aprile 2020, infatti, ha acquistato 570.000 maschere FFP2 da Burda GmbH, il datore di lavoro di Daniel Funke, marito di Jens Spahn.
Inoltre, sempre nella primavera del 2020, acquista dispositivi di protezione dalla società commerciale EMIX Trading GmbH per un totale di 790 milioni di euro, tra cui 32 milioni di maschere FFP2 al prezzo di 5,95 euro l'una, circa il 20% in più rispetto a quanto stabilito per la procedura Open-House, per altro conclusasi. Questo ulteriore acquisto avviene grazie alla mediazione di Andrea Tandler e di Monika Hohlmeier, la prima, figlia dell'ex segretario generale della CSU Gerold Tandler, la seconda, figlia del leader per antonomasia della CSU, Franz Josef Strauß. Andrea Tandler avrebbe ricevuto commissioni superiori a 48 milioni milioni di euro per queste transazioni. A dicembre del 2023 è stata per questo condannata a quattro anni di carcere.
La scarsa qualità delle mascherine protettive
In un rapporto inedito della Corte dei Conti federale, a disposizione dello studio ARD della capitale, si esprimono forti dubbi sul fatto che la qualità delle mascherine per il coronavirus sia stata adeguatamente testata nel 2020.
Nel 2020, Spahn abbassò, infatti, gli standard per i test di controllo qualità delle mascherine per risparmiare tempo. Il Ministero avrebbe dovuto porre fine a questa pratica a partire dal giugno 2020, secondo il Bundesrechnungshof che dichiara incomprensibile e inappropriato che il Ministero abbia continuato ad attenersi a procedure di test abbreviate anche dopo che la temuta crisi di approvvigionamento di farmaci era stata scongiurata nell'estate del 2020, quando, tra l’altro, il Ministero comincia a pianificare la fornitura di mascherine a più di 30.000 strutture di ricovero e ambulatoriali nell'inverno 2020/2021.
Conseguenze drammatiche del mancato controllo qualità
All'inizio del 2021, con un nuovo picco di infezioni da coronavirus, in una struttura di cura vicino a Neumünster, nello Schleswig-Holstein, muoiono cinque residenti. La struttura aveva ricevuto in dono dal governo tedesco le mascherine KN95, provenienti dalla Cina. Sono state considerate testate, ma alcune maschere erano chiaramente difettose. Anche in questo caso c'è un'indagine in corso.
Indagini di questo tipo sono di fondamentale importanza. Per la prima volta, infatti, un ufficio del pubblico ministero sta indagando per determinare fino a che punto lo Stato sia autorizzato ad aprire le proprie casse in una grave crisi. Dove finisce, cioè, la difesa dello Stato da un'emergenza e dove inizia uno spreco illegale di denaro dei contribuenti, in cui le autorità e i ministeri gettano i soldi dei cittadini per conto di profittatori.
Nuova ondata di Covid 19
I numeri del covid sono di nuovo in crescita. In Germania la cosiddetta incidenza di casi positivi in 7 giorni per 100.000 abitanti è di 5 infetti ogni 100mila abitanti. Un valore basso se lo confrontiamo a quello di due anni fa in cui si parlava di 800 casi positivi ogni 100mila abitanti! E tuttavia si parla di "picco estivo" delle infezioni da Covid 19. Fa specie il fatto che si stia diffondendo in estate, quando in teoria dovremmo avere una pausa dalle malattie virali.
Come dobbiamo intendere questo aumento diffuso dei casi anche in confronto ai dati del passato? Ne abbiamo parlato col virologo Fabrizio Pregliasco. L’esperto ci ricorda che dobbiamo imparare a convivere con questo virus che ha dei cicli di quattro o sei mesi, attraverso i quali sviluppa nuove varianti immuno-evasive, in grado di mantenere la catena di contagio, schivando le nostre protezioni, acquisite o perché si è stati giá malati, o attraverso il vaccino.