Il cinema italiano in Germania
L'edizione del 2023 di Cinema Italia! si aprirà ufficialmente il 16 settembre ad Amburgo e si chiuderà a Berlino a dicembre. In 36 città e 40 cinema verranno presentati 6 film realizzati in Italia. Per la prima volta dal 2019 il festival non viene condizionato dall’epidemia del Coronavirus e anche per questo la 26 esima edizione rappresenta una novità, almeno rispetto agli ultimi quattro anni. Saranno presentati cinque film realizzati nel nostro Paese negli ultimi due anni e che riflettono la cinematografia italiana impegnata artisticamente. In più ci sarà un grande classico: "Mamma Roma", di Pier Paolo Pasolini e con Anna Magnani come protagonista. Si vuole in questo modo ricordare i 50 anni dalla morte della grandissima attrice romana. I film verranno proiettati in lingua originale con i sottotitoli in tedesco.
Le caratteristiche dei film
Tutti e sei i film raccontano la società e la cultura italiana a modo loro, e offrono al pubblico tedesco un contatto con i tanti volti della vita in Italia, ma soprattutto quelli attuali. E in alcuni di loro si possono ammirare attori e attrici di grande spessore. Ad esempio nel film di Roberto Andò “Il bambino nascosto”, Silvio Orlando fa la parte di un insegnante di pianoforte, solitario, colto e abituato al silenzio che si trova a ospitare e nascondere un bambino di 10 anni ricercato dalla camorra. È un film duro e tenero allo stesso momento e un modo anche originale di trattare il tema della camorra. Un altro film che tratta un tema conosciuto, quello dell’orologio biologico delle donne, ma riesce a renderlo in modo graffiante è “Beata te”, di Paola Randi. In questa vera e proprio commedia all’italiana una donna quarantenne viene visitata dall’Arcangelo Gabriele che le annuncia che avrà un figlio - pur non avendo da anni rapporti con uomini. Ha due settimane di tempo per valutare i pro e i contro e decidere se accettare o meno il miracolo. La protagonista è una Serena Rossi inedita, che supera se stessa.
La realtà italiana rispecchiata nei film
Nel festival vengono rappresentati i diversi aspetti della realtà italiana, ma in generale della contemporaneità. Ad esempio il film “Grazie ragazzi”, di Riccardo Milani con il comico e attore Antonio Albanese, è ambientato in un carcere nel quale un gruppo di detenuti è chiamato a rappresentare “Aspettando Godot” di Samuel Becket. Qui i piani di lettura sono svariati, dal tema dell’attesa a quello dell’arte che può significare libertà anche quando si è prigionieri. Anche gli altri due film presenti nella rassegna Cinema Italia! rappresentano il tentativo di un capovolgimento della realtà e dei ruoli che questa realtà ci attribuisce. In “Margini”, di Niccolò Falsetti, tre uomini inseguono e cercano di concretizzare il loro sogno di organizzare un concerto punk rock a Grosseto. Mentre “Notte fantasma”, di Fulvio Risuleo mette in scena un sorprendente scambio di ruoli fra un poliziotto e un trasgressore.
Il cinema italiano e la Biennale Cinema di Venezia
Con Paolo Mereghetti, critico cinematografico e autore dell’omonimo dizionario dei film, cerchiamo di chiarire il successo di film diversissimi come Barbie e Oppenheimer, campioni di incassi soprattutto tra i giovani. Secondo Mereghetti, inoltre, il cinema italiano non è ancora uscito dalla crisi dovuta alla pandemia e soffre, in un certo senso, di una crisi d’identità. Dal Lido di Venezia, Cristina Artoni ci parla dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia. Sei i film italiani presenti tra i quali “Io capitano”, di Matteo Garrone: una storia di migranti senza retorica e che ha come protagonisti due senegalesi. Sempre in tema di migranti il film “Green Border” - Confine verde - di Agnieszka Holland, che racconta il confine tra Bielorussia e Polonia. Cristina Artoni cita infine anche i film tedeschi in programma (ad esempio „Die Theorie von allem“ La teoria di tutto di Timm Krüger), e la grande interpretazione dell’attore italotedesco Oliver Masucci, nel film di Roman Polanski “The Palace”.
Ascolta il podcast con l'intervista ad Agnese Franceschini, a Paolo Mereghetti e Cristina Artoni cliccando sull'audio del podcast qui in alto.