Il canone televisivo in Germania e la riforma di ARD/ZDF COSMO italiano 22.11.2024 20:22 Min. Verfügbar bis 22.11.2025 COSMO Von Cristina Giordano

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Il canone televisivo in Germania e la riforma di ARD/ZDF

Stand: 22.11.2024, 18:00 Uhr

a cura di Cristina Giordano, Giulio Galoppo e Cristiano Cruciani

Sarà la Corte Costituzionale federale a mettere la parola fine sul contrasto tra ARD/ZDF e Länder tedeschi sull'importo del canone radiotelevisivo. Ma come funziona questa tassa in Germania e chi la deve pagare? Ce lo spiega Giulio Galoppo. È un dibattito acceso anche in Italia, dove fanno discutere alcuni casi eccellenti di presunta ingerenza politica nel servizio pubblico, ne abbiamo parlato con il giornalista Carlo Canepa.

Öffentlich Rechtliche Symbolbild Kameramann | Bildquelle: Imago/ Michael Bihlmayer/ Bihlmayerfotografie

La riforma di ARD e ZDF

I Länder hanno concordato una riforma dell'emittenza pubblica, mirata a modernizzare ARD e ZDF rendendole più snelle e sostenibili, ma non è ancora noto cosa prevedano i piani nel dettaglio e quale sia il testo esatto del contratto. Tra i punti certi sembra ci siano la riduzione delle stazioni radiofoniche da 70 a 53, una possibile razionalizzazione dei canali tematici televisivi, maggiore priorità a notizie, educazione, cultura, e contenuti per giovani. Infine si è deciso di non procedere con la fusione tra arte e 3sat, ma di sviluppare di una piattaforma culturale europea.

Disaccordo tra i Länder, invece, per quanto riguarda il Rundfunkbeitrag, il canone radiotelevisivo. La conferenza dei governatori dei Länder a Lipsia non è riuscita a trovare un accordo sul suo aumento, poiché alcuni governatori hanno fatto resistenza. Per questo motivo, martedì 19 novembre, ARD e ZDF hanno presentato ricorso alla Corte Costituzionale per garantire l'aumento del canone dall'1 gennaio 2025. La Commissione indipendente per la determinazione dei requisiti finanziari delle emittenti (KEF) aveva infatti raccomandato un aumento di 58 centesimi a 18,94 euro a partire dall'inizio dell'anno nuovo.

Il Rundfunkbeitrag, il canone radiotelevisivo tedesco

È amministrato dal ARD ZDF Deutschlandradio Beitragsservice, che invia una comunicazione per avviare i pagamenti e ne gestisce la riscossione e la registrazione. Ogni abitazione in Germania è tenuta a pagare un contributo fisso mensile per finanziare i media pubblici. Il canone è legato, infatti, all'abitazione, non al possesso effettivo di dispositivi come TV o radio. Ogni nucleo abitativo deve pagare un unico contributo, indipendentemente dal numero di persone o dispositivi presenti. Chiunque sia registrato come residente nell'abitazione è responsabile del pagamento. Se più persone vivono insieme (es. coinquilini), una sola può effettuare il pagamento, e gli altri possono contribuire tra loro. Inoltre, il canone deve essere pagato anche da aziende e da istituzioni pubbliche.

Il contributo è attualmente di circa 18,36 euro al mese. Viene pagato ogni tre mesi, versando 55,08 euro, per un totale annuo pari a 220,32 euro. Non dipende dal reddito o dall'uso effettivo dei servizi, ma è un importo forfettario per abitazione. Le aziende e le istituzioni pagano importi differenti, calcolati in base al numero di dipendenti, ai veicoli aziendali utilizzati e alle sedi operative.

La ARD e la KEF (Kommission zur Ermittlung des Finanzbedarfs der Rundfunkanstalten)

Stephan Weil, Michael Kretschmer e Alexander Schweitzer | Bildquelle: dpa/ Sebastian Willnow

La ARD è un consorzio delle emittenti radiotelevisive pubbliche regionali della Germania. È costituita da 9 emittenti regionali (come WDR, NDR, BR, rbb), ognuna responsabile per una specifica area geografica, e produce programmi a livello regionale, ma anche nazionale. L'ARD gestisce, ad esempio, il canale nazionale Das Erste e diverse stazioni radio. L'importo del canone viene proposto dalla KEF, un'istituzione indipendente incaricata di valutare le necessità finanziarie delle emittenti pubbliche tedesche, come ARD, ZDF e Deutschlandradio. La dicitura KEF è l'acronimo di Kommission zur Ermittlung des Finanzbedarfs der Rundfunkanstalten (Commissione indipendente per la determinazione delle necessità finanziarie delle emittenti radiotelevisive).

La KEF è formata da 16 membri, ciascuno proveniente da uno dei 16 Länder tedeschi, nominati dai governi dei Länder, ma che agiscono in maniera indipendente e non possono ricevere istruzioni dai governi o dagli enti radiotelevisivi. La commissione include esperti in finanza pubblica, diritto (specialmente amministrativo e costituzionale), economia, contabilità e revisione dei conti. La KEF opera in totale autonomia per garantire una valutazione oggettiva e trasparente del fabbisogno finanziario degli enti di radiodiffusione pubblica come ARD, ZDF e Deutschlandradio.

Una volta ricevute le richieste dalle emittenti radiotelevisive regionali, la KEF stabilisce quanto denaro è necessario per garantire che i servizi radiotelevisivi pubblici possano operare in modo efficiente e indipendente. Le sue valutazioni contribuiscono a determinare l'importo del Rundfunkbeitrag, cioè il canone radiotelevisivo obbligatorio che finanzia queste emittenti. Questo garantisce trasparenza e un uso responsabile dei fondi pubblici, evitando influenze politiche. Praticamente la KEF invia una raccomandazione ai governi regionali (Länder), che devono approvare le modifiche attraverso un accordo interregionale (Rundfunkstaatsvertrag).

Esistono delle forme di esenzione dal Rundfunkbeitrag?

Esistono, sì, e sono concesse per esempio, per motivi sociali, o di salute. Sono quindi esentati i beneficiari di sussidi statali, come il Bürgergeld (ex Hartz IV) o l'assistenza sociale, così anche come le persone con gravi disabilità, se specificato nel certificato medico. Una terza forma di esenzione è quella accordata agli studenti, ma solo se vivono in uno studentato e non hanno reddito autonomo sufficiente, e ai pensionati, se ricevono determinate forme di aiuto sociale. Lo ribadisco, se non si è esentati per uno di questi motivi, il canone va pagato, anche se non si possiedono radio e televisione. Praticamente si paga la possibilità di connettersi ai servizi pubblici e non importa se lo si faccia attraverso la radio, la tv o internet. Il mancato pagamento può portare a solleciti con costi aggiuntivi, a procedure di esecuzione forzata o anche al blocco del conto bancario o pignoramenti.

Come vengono utilizzati gli introiti derivanti dal pagamento del Rundfunkbeitrag?

I fondi raccolti sono destinati a garantire, da un lato, servizi di informazione, cultura e intrattenimento di qualità e senza pubblicità eccessiva, produzioni originali per TV, radio e piattaforme online, l'indipendenza editoriale delle emittenti pubbliche e la promozione di programmi educativi e culturali. Dall'altro lato, le emittenti pubbliche utilizzano i fondi per coprire i costi operativi e quelli tecnici, la produzione e distribuzione di contenuti e il mantenimento dell'infrastruttura tecnica. I Länder svolgono un ruolo centrale nella definizione, approvazione e regolamentazione del Rundfunkbeitrag, assicurando che il sistema radiotelevisivo pubblico rimanga indipendente e funzionale, pur rispondendo alle esigenze dei cittadini.

Il canone RAI e il servizio pubblico in Italia

Giorgia Meloni e Bruno Vespa nel programma tv "Porta a Porta" | Bildquelle: Imago/ ipa abaca abacapress

Da mesi, la RAI Radiotelevisione Italiana è al centro di polemiche, scandali, addii importanti di nomi storici come quelli di Fabio Fazio e Amadeus che hanno occupato le cronache per settimane. Ed è ritornato in auge anche il canone, da sempre oggetto di accese discussioni nel Bel Paese. Ne abbiamo parlato con Carlo Canepagiornalista, responsabile editoriale di Pagella Politica e collaboratore di altre testate. Canepa sottolinea come, anche in Italia, si parli molto di riforma del servizio pubblico, un dibattito nel quale anche il canone gioca la sua parte.