Gli indennizzi agli eredi delle vittime delle stragi naziste in Italia
A dicembre, dopo una lunghissima attesa, sono arrivati i primi indennizzi ai familiari di alcune vittime delle stragi naziste in Italia tra il 1943 e il 1945. Ad esempio per l'eccidio di Pietrasanti, in provincia dell'Aquila, che costò la vita a 128 civili inermi, o per la strage di Civitella Val di Chiana, in provincia di Arezzo, dove le truppe naziste uccisero più di 240 persone. I soldi vengono elargiti dal ministero italiano dell'Economia e delle Finanze, sulla base di un decreto voluto dal governo Draghi nel 2022, nell'ambito del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Entro il 2023 i familiari delle vittime hanno avuto la possibilità di intentare una causa civile contro la Repubblica federale tedesca.
Per decenni le vittime e le loro famiglie si sono scontrate con il muro eretto da Germania e Italia per ostacolare il loro diritto ad avere, se non giustizia, almeno un risarcimento economico. Negli ultimi 20 anni alcuni sopravvissuti e i familiari delle vittime avevano già presentato e vinto cause civili contro la Repubblica federale tedesca. Ma la Germania si è sempre opposta agli indennizzi stabiliti dai giudici italiani rifacendosi agli accordi di Bonn del 1962, quando lo Stato tedesco aveva dato a Roma 80 milioni di marchi tedeschi come risarcimento per i crimini del Terzo Reich, ritenendo così chiusa per sempre la questione.
La caccia ai nazisti e i processi
Marco De Paolis oggi è procuratore generale militare presso la Corte d'appello di Roma, tra il 2002 e il 2018 ha indagato, fatto sopralluoghi e parlato con testimoni e carnefici delle stragi naziste in Italia e all'estero. De Paolis ha seguito oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazifascisti per gli eccidi commessi, tra questi anche Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema. I processi che ha istruito hanno portato a ben 57 condanne all'ergastolo. In quasi due decenni di caccia ai criminali nazisti De Paolis ci ha spiegato come si sia imbattuto in una quantità di violenza, orrore e dolore indicibile ma anche in carnefici che non hanno mai chiesto perdono per i propri crimini.
I libri di De Paolis
Sul suo lavoro De Paolis ha scritto anche due libri, di cui uno per ragazzi: "L'uomo che dava la caccia ai nazisti", per i tipi di Mondadori). L'edizione pubblicata da Rizzoli ("Caccia ai nazisti") vede anche la prefazione della senatrice Liliana Segre. Questi libri, come anche la mostra itinerante sulle stragi nazifasciste in Italia dal titolo "Nonostante il lungo tempo trascorso", curata tra gli altri anche dallo stesso De Paolis, sono il tentativo di mantenere viva la memoria e di trasmetterla alle nuove generazioni. Perché non si può dimenticare e bisogna essere consapevoli che quello che è accaduto potrebbe ripetersi.