"Italia und Germania", Bild von F. Overbeck (1828)

Le Birkenstock, il design tedesco e l'arte COSMO italiano 12.03.2025 23:29 Min. Verfügbar bis 12.03.2026 COSMO Von Cristina Giordano

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Le Birkenstock, il design tedesco e l'arte

Stand: 12.03.2025, 16:19 Uhr

di Cristina Giordano, Enzo Savignano e Cristiano Cruciani

Le Birkenstock sono comode, trendy ma non sono arte, come ha stabilito la corte federale tedesca: Enzo Savignano ci riassume la vicenda. Abbiamo chiesto un parere sul caso Birkenstock e sul design made in Germany a Paolo Tumminelli, docente di design a Colonia. Sulla funzione dell'arte nel mondo contemporaneo abbiamo sentito Valentina Tosoni, giornalista e autrice del podcast "Storie dell'arte".

birkenstock
Le Birkenstock, sandali iconici | Bildquelle: dpa

Perché Birkenstock è ricorsa alle vie legali?

Il colosso delle scarpe e soprattutto dei sandali, uno dei simboli del design e anche della moda tedesca nel mondo, riteneva che alcuni concorrenti tedeschi, come Tschibo; un venditore di scarpe e sandali on-line, shoe.com, e una casa produttrice di scarpe danese, avessero decisamente copiato, riprodotto, alcuni modelli della Birkenstock e poi ovviamente venduto a prezzi più convenienti. Per questo i legali della casa di Wied, nella Renania Palatinato, hanno denunciato gli altri produttori al tribunale regionale di Colonia, per la violazione del diritto d’autore e chiesto la distruzione ed il ritiro delle presunte imitazioni.

I sandali Birkenstock sono opere d’arte?

I creatori e i produttori di Birkenstock sostenevano e continuano a sostenere che i sandali o le loro calzature vadano considerati opere d’arte applicata. Dal 2021 Birkenstock fa parte del gruppo francese di beni di lusso LVMH a cui appartengono anche marchi come Louis Vuitton e Christian Dior. E negli ultimi anni anche per questo motivo ha aumentato il prezzo fino a 200 euro di alcuni dei suoi modelli, riconosciuti anche come sandali sanitari ed ortopedici. Alcuni concorrenti offrivano modelli molto simili a prezzi notevolmente inferiori. A quel punto Birkenstock ha ritenuto necessario difendere il suo marchio, sostenendo che i sandali fossero opere d’arte applicata e quindi protetti dal diritto d’autore e pertanto il creatore ha il diritto esclusivo di riproduzione. A terzi, come spiega la legge, non è consentito riprodurlo o copiarlo senza autorizzazione. Secondo i legali dell’azienda della Renania Palatinato il carattere artistico dei sandali derivava dal fatto che i consumatori associano il marchio Birkenstock soprattutto a quattro modelli classici, che erano proprio oggetto della causa legale.

La prima decisione dei giudici sui quattro modelli Birkenstock

I giudici si sono dovuti occupare di quattro modelli: Arizona, il sandalo con due cinturini larghi, menzionato in particolare nel film hollywoodiano “Barbie” del 2023, “Madrid” con un cinturino, “Gizeh” con separatore di punta e lo zoccolo “Boston”. Secondo l'azienda appunto, sono i classici che i suoi clienti associano tipicamente al marchio. Il tribunale regionale di Colonia ha seguito le argomentazioni degli avvocati di Birkenstock, accogliendo la causa  nel maggio del 2023. I giudici hanno riconosciuto all’azienda il diritto d’autore sui sandali. Decisione che ha a questo punto ha messo in allarme i concorrenti della Birkenstock accusati di violazione del diritto d’autore e che rischiavano multe salatissime, quindi a loro volta hanno presentato ricorso al tribunale regionale superiore di Colonia.

Il tribunale regionale superiore ha ribaltato la sentenza

I giudici hanno stabilito che i sandali della storica casa della Renania Palatinato, fondata nel lontano 1774, sono sicuramente un classico del design, un’icona del design tedesco. Ma tutto questo non basta per godere della tutela del diritto d’autore. Il tribunale regionale superiore di Colonia ha basato la sua argomentazione principalmente sul fatto che Karl Birkenstock, il designer che ha ideato e creato i sandali su cui è sorto il contenzioso giuridico, aveva in mente soprattutto calzature con uno scopo sanitario e che il design estetico era meno importante. Il design artistico è appunto il prerequisito necessario per essere accettato come opera d'arte applicata. Ma va ricordato, hanno comunque ammesso i giudici, che il copyright inizialmente conferisce al creatore di un'opera il diritto esclusivo di riprodurre quell'oggetto. A terzi non è consentito riprodurlo o copiarlo senza autorizzazione. Questa tutela resta in vigore fino a 70 anni dopo la morte dell'autore. E Karl Birkenstock, l’inventore dei sandali Birkenstock, presumibilmente copiati, è ancora in vita.

L’ultimo grado di giudizio, l’Alta Corte di Karlsruhe

Il Bundesgerichsthof a febbraio ha confermato la sentenza del tribunale regionale superiore di Colonia. Infatti ha stabilito che un’opera di artigianato, anche con elementi di design, non ha i requisiti sufficienti per godere della protezione del diritto d'autore. I sandali Birkenstock quindi, hanno concluso i giudici, sono sì classici del design, ma non arte. Secondo i concorrenti chiamati in causa e anche esperti del settore una sentenza a favore di Birkenstock avrebbe portato ad un allineamento tra diritto di design e diritto d'autore con conseguenze imprevedibili per l'industria della moda. La vicenda giuridica ha comunque aperto la strada anche alla tutela degli oggetti di uso quotidiano attraverso il concetto di arte applicata. Per questo motivo i creatori e produttori dei sandali più iconici del mondo, i Birkenstock, non escludono nuovo ricorsi e cause legali in altri Paesi europei o negli Stati Uniti.

Il professore di design e le Birkenstock

Il Prof. Paolo Tumminelli | Bildquelle: design schol koeln

Ma al di là della decisione dei giudici tedeschi, cosa ne pensa chi di design vive, chi lo ha studiato e ne conosce la storia? Lo abbiamo chiesto a Paolo Tumminelli, docente di design alla Köln International School of Design, all'interno del Politecnico di Colonia. “Io credo che la valutazione dei giudici sia corretta – sottolinea Tumminelli - Il sandalo in sé è vero che è un invenzione del signor Birkenstock che risale agli anni ’60, da 50 anni ha fatto cultura, tendenza e moda, è diventata uno stile e quindi è stata copiata da tutti.  Ma attenzione è corretto proteggere il marchio come fa Birkenstock, ma è anche giusto che un sandalo simile possa essere acquistato in negozi diversi e da produttori diversi”.

Che cos’è oggi l’Arte?

Andy Warhol a rendere una banana oggetto d'arte. Disegnandola per la cover di un album della bandrock americana Velvet Underground, diventata poi un'icona della pop art. Ma ci sono anche altri esempi come Maurizio Cattelan, che ha incollato una banana a una tela con il nastro adesivo. Venduta per 6,2 milioni di dollari (circa 5 milioni e mezzo di euro) a un collezionista cinese, fondatore di una piattaforma di criptovalute. E fanno sempre discutere le opere di Banksy (in italiano spesso chiamato "Bansky"). Ma allora, che cos'è l'arte oggi? Lo abbiamo chiesto a Valentina Tosoni, giornalista esperta d'arte e autrice del podcast “Storie dell'ARTE”: “ È talmente sfaccettato il mondo dell’arte contemporanea, va in mille direzioni - spiega Tosoni - ed è veramente difficile mettere insieme un sunto, che riesca a mettere insieme il tutto”.