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Dibattito sulle pensioni in Germania e in Italia COSMO italiano 07.06.2023 19:29 Min. Verfügbar bis 06.06.2024 COSMO Von Francesco Marzano


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Dibattito sulle pensioni in Germania ed in Italia

Stand: 07.06.2023, 16:21 Uhr

di Francesco Marzano, Vincenzo Savignano e Cristiano Cruciani

Per fronteggiare la carenza di personale qualificato il vicecapogruppo dell’Unione Cdu/Csu al Bundestag, Jens Spahn, ha proposto di eliminare la possibilità di anticipare la pensione a 63 anni. Mondo politico, esperti di welfare ed economisti si dividono sul tema: l’approfondimento di Enzo Savignano. Anche in Italia il nuovo esecutivo studia un riforma delle pensioni: analizza le nuove proposte Michele Dalla Sega, giurista e apprendista di ricerca di Adapt.

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Come funzionano le pensioni anticipate in Germania

Nel 2014 l’allora governo di Grande Coalizione, guidato dall’ex cancelliera Angela Merkel, aveva stabilito che i cittadini che avevano versato contributi per almeno 45 anni alle casse pensionistiche tedesche potevano andare in pensione già a 63 anni. L’accesso alla pensione a 63 anni era possibile soltanto per i lavoratori nati prima del 1 gennaio 1953. Per i lavoratori nati negli anni successivi, l’età di pensionamento veniva gradualmente aumentata di due mesi per ogni anno. In questo modo i lavoratori nati dopo il 1 gennaio 1964, possono andare in pensione senza decurtazioni con 45 anni di contributi, al raggiungimento dei 65 anni. Dalla sua introduzione una buona percentuale di chi ha versato contributi pensionistici in Germania ha approfittato della norma. Ricordiamo che in Germania a partire dall'anno di nascita 1964 l'età pensionabile è di 67 anni.

Quanti i prepensionamenti in Germania

Il governo al momento dell’introduzione della nuova norma aveva stimato che circa 200.000 persone all’anno avrebbero usufruito del prepensionamento. Ma solo nel 2021 secondo i dati della Deutsche Renteversicherung, l’ente previdenziale della Repubblica federale tedesca, circa 858.000 persone sono andate in pensione anticipata.

I motivi della proposta di Spahn

Il capogruppo dell’Unione Cdu/Csu al Bundestag Jens Spahn, in realtà, si è fatto portavoce di buona parte del suo partito e di parte della coalizione di governo. Non solo si teme una carenza di personale qualificato in alcuni settori industriali chiave, ma a preoccupare è la ricaduta economica e finanziaria del prepensionamento sulle casse dello Stato federale già impegnato da un’inattesa crisi economica e finanziaria. Nel 2014 si stimava che entro il 2030 il provvedimento di via libera ai prepensionamenti sarebbe costato circa 30 miliardi al Bund.

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Il capogruppo dell'Unione Cdu/Csu al Bundestag, Jens Spahn

Oggi i media e le stime, anche di autorevoli istituti economici, parlano di cifre ben superiori. I contribuenti entro il 2035, per consentire ogni anno ai cittadini che ne avranno di diritto di ottenere il prepensionamento, dovranno versare  circa 140 miliardi di euro in più alle casse pensionistiche tedesche. Altrimenti coloro che richiederanno il prepensionamento potrebbero vedersi tagliare la propria pensione del 10 o addirittura del 20%.

Mondo politico ed economico divisi

La complicata congiuntura economica, i dati negativi su pil e le previsioni economiche riviste al ribasso per quest’anno probabilmente stanno preoccupando il governo che teme di avere una coperta troppo corta per i prossimi anni. Allo stesso tempo tuttavia alcuni istituti economici non credono che l’attuale sistema pensionistico tedesco possa pesare eccessivamente sulle casse del Bund. Altri esperti e politici, in particolare tra i socialdemocratici, sostengono che questa misura risulta importante soprattutto per quelle categorie che svolgono attività molto faticose e usuranti, tra queste infermieri, vigili del fuoco ma anche alcuni operai specializzati. Proprio per queste categorie di lavoratori infatti l’attuale governo intende reperire forza lavoro anche all’estero.

Le reazioni politiche

Sono giunte critiche alla proposta di Spahn da parte dei Verdi, che vedono nell'eliminazione del prepensionamento a 63 anni una decisione fatale per molti lavoratori. Anche la sinistra antagonista della Linke considera la proposta una mancanza di rispetto nei confronti soprattutto di quelle categorie che svolgono attività molto faticose, ha spiegato la presidentessa del partito Janine Wissler. I liberali della Fdp invece auspicano un sistema pensionistico in cui ogni lavoratore possa decidere autonomamente quando e come andare in pensione, ma naturalmente il sistema dovrebbe premiare chi lavora di più e più a lungo, ha sottolineato il liberale Johannes Vogel.

L’aumento alle pensioni

Dal 1 luglio 2022 i pensionati della Germania occidentale hanno ottenuto un aumento mensile del 5,35%, mentre quelli della Germania orientale possono contare su un 6,12%  in più al mese. Per essere ancora più chiari chi percepiva mille euro di pensione ad Ovest avrà 1053,50 al mese, ad Est 1.061,20 euro al mese. Sembra trattarsi di aumento minimo, ma in realtà ci troviamo di fronte a degli adeguamenti importanti che prevedono anche una certa spesa per lo Stato federale perché riguardano circa 21 milioni di pensionati. Gli aumenti, ha sottolineato lo scorso anno l’esecutivo, sono stati resi possibili proprio da un incremento nel flusso di contributi.

In Italia si riapre il dibattito sulle pensioni

La settimana scorsa la premier della coalizione di centro-destra Giorgia Meloni ha annunciato la riapertura del cantiere della riforma previdenziale. Il governo ha appena riaperto i lavori sul sistema pensionistico. Difficile dire se arriverà presto a cambiamenti sostanziali, ma forse, lavorando sul lungo termine, potrà effettivamente proporre una riforma. Per il momento, il primo passo sarà quello di stabilire per l'anno prossimo la nuova formula per le pensioni anticipate, una volta decaduta la cosiddetta "Quota 103".  Il giurista e ricercatore Michele Dalla Sega, sta analizzando le proposte del governo sulle pensioni per Adapt, un'associazione senza fini di lucro fondata da Marco Biagi per promuovere ricerche sulle politiche del lavoro. “Questa questione del cantiere delle pensioni è una questione che si ripropone puntualmente ogni anno quando il governo invita le parti sociali a sedersi ad un tavolo per provare a discutere una possibile riforma delle pensioni”, sottolinea Dalla Sega.