Riparare gli apparecchi difettosi: è un diritto COSMO italiano 29.04.2024 19:28 Min. Verfügbar bis 29.04.2025 COSMO Von Franesco Marzano

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Riparare gli apparecchi difettosi: è un diritto

Stand: 29.04.2024, 17:09 Uhr

di Francesco Marzano, Cristina Giordano, Cristiano Cruciani

L'unione Europea ha approvato una direttiva per rendere la riparazione degli apparecchi più conveniente per il consumatore, entriamo nei dettagli con Cristina Giordano. Claudia Ehrlich, coordinatrice dell'Interkultureller Garten Lichtenberg di Berlino, ci racconta l'attività dei "Repair Cafes". Con Francesco Avallone, vicepresidente del Centro Consumatori Italia, parliamo di "obsolescenza programmata".

L'UE sancisce per legge il diritto alla riparazione | Bildquelle: Dpa

Perché è importante il diritto alla riparazione

La nuova direttiva europea vuole promuovere l’economia circolare e ridurre le montagne di rifiuti. Secondo stime della Commissione europea, 35 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici ed elettrici all’anno. Oltre 12 chili di rifiuti per cittadino in Germania. Molti elettrodomestici che vengono gettati potrebbero però essere riparati.

A volte la riparazione è impossibile, troppo costosa o addirittura è difficile trovare chi possa farla. Con questa nuova direttiva, l’Europa punta non solo a ridurre i rifiuti, ma anche a ridurre la domanda di risorse e minerali usati per la produzione di nuovi prodotti.

Cosa dice la direttiva europea sul diritto alla riparazione

Ad oggi, in Europa, si prevede che entro due anni dall'acquisto i consumatori, possano essere tutelati dalla garanzia e richiedere al venditore che il prodotto difettoso venga sostituito o riparato. In futuro la riparazione gratuita avrà la invece precedenza sulla sostituzione, e se il consumatore opterà per la riparazione, avrà altri 12 mesi di garanzia aggiuntiva.

Per i prodotti difettosi che non sono più coperti da garanzia, la direttiva europea stabilisce che il produttore è comunque obbligato a ripararli. E, nel caso il produttore non abbia sede nell'UE, ad essere responsabile sarà l'azienda che li ha importati. In questo caso la riparazione sarà a pagamento, ma l’UE specifica «a prezzi ragionevoli».

 Inoltre, è incluso nella recente norma, l’obbligo di creare una piattaforma online europea, dove poter trovare laboratori e centri convenzionati vicini, utili per le riparazioni.

Il Consiglio deve ancora approvare formalmente la legge, ma si tratta solo di una formalità. Entro due anni, gli Stati membri dovranno inserirla nelle rispettive leggi nazionali.

La legge non è perfetta

Secondo il Centro Europeo per i Consumatori (ECC), la legge, pur da considerarsi un passo in avanti nella riduzione di rifiuti elettronici ed elettrici, non coprirebbe tutti i prodotti, ma solo quelli che devono sottostare alla norma sull'Ecodesign, introdotta a marzo 2021: frigorifero, monitor di computer e tablet, aspirapolvere, asciugatrice, lavastoviglie, smartphone e televisore. Ma verrebbero esclusi ad esempio macchine da caffè,  tostapane o scooter elettrici.

Repair Café

Repair Café a Colonia | Bildquelle: WDR

Da anni ormai sono nate iniziative che si oppongono alla corsa al nuovo elettrodomestico e alla produzione sfrenata di rifiuti elettronici. Si tratta di iniziative indipendenti in forma di "Repair Café", incontri dove cimentarsi con riparazioni fai da te sotto la guida di esperti. Ne abbiamo parlato con Claudia Ehrlich, coordinatrice dell'Interkultureller Garten Lichtenberg per l'Organizzazione SozDia Stiftung Berlin, dove si organizza proprio un "Reparatur-Café". Ehrlich a proposito di chi usufruisce di questo servizio spiega: «sono accomunati dall’idea, che è un peccatto buttare via cose che si possono forse ancora riparare. Non c'è dietro per forza la volontà di risparmiare soldi, alcuni sono semplicemente affezionati agli oggetti, che si tratti di un'aspirapolvere o una radio.»

Cos’è l’obsolescenza programmata?

Per obsolescenza si intende l’invecchiamento degli oggetti, in questo caso soprattutto elettronici, e lo stato di deterioramento può dipendere dai

materiali scarsi, dagli aggiornamenti software che rallentano un prodotto da renderlo quasi inutilizzabile. O «obsolescenza psicologica » e cioè l’arrivo di nuovi tv, nuovi smartphone con prestazioni tecnologiche migliori, esercitano su di noi una certa pressione psicologica, per cui tendiamo a buttare oggetti «vecchi», per comprare l’ultimo telefonino uscito, e restare al passo con i tempi.

L’obsolescenza programmata invece è la strategia commerciale adottata da alcune aziende per fissare a breve termine il ciclo di vita dei prodotti elettronici o elettrici. Ce ne parla Francesco Avallone, vicepresidente del Centro Consumatori Italia.

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