Le mense dei poveri tedesche sono al limite delle loro capacità. COSMO italiano. 15.09.2023. 17:15 Min.. Verfügbar bis 14.09.2024. COSMO. Von Luciana Caglioti.
Le mense dei poveri in Germania sono al limite delle loro capacità
Stand: 15.09.2023, 18:00 Uhr
di Luciana Caglioti, Cristina Giordano e Tommaso Pedicini
Sempre più richieste da parte di chi ha bisogno e sempre meno offerte e mezzi a disposizione: le "Tafel", i banchi alimentari per i più bisognosi in Germania, da mesi lanciano un grido di aiuto alla politica. La loro stessa esistenza è a rischio, se non cambierà presto qualcosa. Ne parliamo con la collega Cristina Giordano e con Karin Fürhaupter della Tafel di Colonia. Con Luigi Rossi di "Pane Quotidiano" approfondiamo, invece, la situazione delle mense dei poveri in Italia e a Milano in particolare.

Le Tafel in Germania
Le Tafel in Germania quest'anno compiono 30 anni di attività. L'idea che ha portato alla loro nascita e che traspare anche dalla scelta del nome «Tafel», che in tedesco significa tavola, era proprio quello di apparecchiare la tavola per coloro che non potevano permetterselo. La prima Tafel è nata nel 1993 a Berlino, grazie all'idea di Sabine Werth e grazie a un'associazione di donne berlinesi. Oggi ce ne sono oltre 960 in tutto il Paese. La fame non è infatti un problema che riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, anche in Germania esiste la povertà alimentare. Una persona su 5 in Germania è a rischio povertà – lo scorso anno erano oltre 17 milioni di persone.
Da dove arriva il cibo distribuito ai bisognosi?
Il beni alimentari distribuiti dalle Tafel sono alimenti che finirebbero nella spazzatura dei supermercati, perché vicino alla data di scadenza o scaduti da qualche giorno. Oppure si tratta di cibi scartati perché l'imballaggio è danneggiato: insalata, frutta, latte, formaggio, prosciutto, conserve di legumi o zuppe, pane, zucchero. Alcol o sigarette invece sono tabù. Sul sito delle Tafel, si legge che ogni anno salvano circa 265.000 tonnellate di cibo e lo distribuiscono a circa 2 milioni di persone. Grazie anche all'aiuto di 60.000 tra collaboratori e volontari. I punti di distribuzione sono spesso messi a disposizione dalle chiese o da associazioni, come la Caritas.
Chi sono le persone che si rivolgono alle mense dei poveri?
Sono persone che spesso vivono grazie ai sussidi sociali, o profughi – lo scorso anno si sono rivolti alle Tafel molti profughi ucraini. Ma anche pensionati e working-poor, ovvero lavoratori, spesso anche a tempo pieno e con contratti stabili, che però guadagnano troppo poco, e magari hanno famiglie numerose e devono fare i conti con sempre più frequenti crisi economiche – pensiamo oggi all'inflazione che consuma gran parte di pensioni e stipendi.
Per ricevere il cibo cosa bisogna fare?
Non basta mettersi in fila davanti a una Tafel, bisogna in qualche modo dimostrare lo stato di indigenza, ad esempio con un certificato che attesti che si riceve il «Bürgergeld», il vecchio Hartz IV. I volontari in questo modo verificano che il cibo vada davvero a chi ne ha bisogno. E una cosa che forse non tutti sanno è che il cibo non è completamente gratuito, ma bisogna pagare pochi euro al mese, 4-5 euro. Anche se i volontari chiudono spesso un occhio, soprattutto se si accorgono che c'è chi davvero fa fatica a nutrirsi. Le persone si devono recare sempre nello stesso centro e i volontari imparano a conoscerle, in questo modo si evitano situazioni spiacevoli con chi se ne potrebbe approffittare. Ovviamente il cibo offerto dalle Tafel non basta a nutrire queste persone in modo soddisfacente, non si tratta di una vera a propria spesa completa per tutta la settimana. È un aiuto in più che può risolvere qualche pranzo o cena.
Le mense per i poveri chiedono aiuto alla politica

In Germania ci sono oltre 960 Tafel
Più di una mensa per poveri su tre in Germania dichiara di aver bloccato nuove ammissioni perché la richiesta è superiore a quello che possono offrire: mancano cibo e volontari. La richiesta negli ultimi anni è aumentata anche perché si è inanellata una crisi dopo l'altra. Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina che ha portato oltre un milione di profughi in Germania, e, infine, la crisi energetica e l’inflazione, tanto che molte persone, anche nella ricca Germania, sono allo stremo.
Le Tafel sono da anni in crisi - dice Karin Fürhaupter, presidente della Tafel di Colonia: "Noi continuiamo il nostro lavoro, ma siamo preoccupati per il futuro. Anche la Tafel di Colonia ha bloccato l'ammissione di nuove persone che richiedono il cibo, e spesso siamo costretti a distribuire il cibo solo una volta ogni due settimane, invece che una volta a settimana". A Coloni, aggiunge Fürhaupter, la Tafel è alla continua ricerca di volontari, per trasportare o distribuire il cibo. Inoltre, il cibo non è sufficiente a soddisfare la grande richiesta di aiuto, perché i supermercati hanno razionato le vendite, per cui c'è meno cibo in eccedenza. Ecco perché è importante, sostiene Karin Fürhaupter, trovare nuove filiali di supermercati disposti a collaborare e raccogliere donazioni.
A Milano c'è «Pane Quotidiano»
Anche in Italia arrivano segnali preoccupanti da associazioni ed enti impegnati nell'opera di assistenza, soprattutto per quanto riguarda la distribuzione di cibo. Negli ultimi tre anni le richieste di aiuto alle mense francescane sono cresciute del 135%. Segnali confermati dai dati Istat, secondo i quali l'anno scorso c'è stato un impoverimento della popolazione di più del 34% rispetto all'anno precedente. Se prima i poveri non arrivavano alla fine del mese, ora non ce la fanno ad arrivare nemmeno a metà del mese. Una situazione confermata anche da Luigi Rossi, consigliere di "Pane Quotidiano", associazione laica attiva dal 1898 a Milano che distribuisce il cibo ai poveri e gestisce due centri nel capoluogo lombardo.