La Germania pensa già alla ricostruzione in Ucraina COSMO italiano 24.04.2023 22:21 Min. Verfügbar bis 23.04.2024 COSMO Von Luciana Caglioti


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La Germania pensa già alla ricostruzione in Ucraina

Stand: 24.04.2023, 16:49 Uhr

di Luciana Caglioti, Vincenzo Savignano e Cristiano Cruciani

La guerra tra Mosca e Kiev sembra lontana dalla fine ma la Germania come altri paesi europei già ragiona sulla ricostruzione dell’Ucraina, ne parliamo con Roberto Buongiorni de Il Sole 24 ore. Ma la politica tedesca inizia anche a puntare sulla diplomazia, come spiega Woflgang Thierse, ex presidente del Bundestag e firmatario di un appello di pace. Infine la complessa questione del crollo dei prezzi del grano e la sua correlazione con la guerra in Ucraina, il punto di Enzo Savignano.

ricostruzione

Chi si muove per la ricostruzione in Ucraina?

Molte aziende in tutto il mondo si stanno posizionando per guadagnare dalla rinascita del Paese che, probabilmente, richiederà decenni. In Europa le diplomazie tedesche e francesi si sono già mosse, ci sono stati incontri bilaterali per discutere di investimenti e ricostruzione. E anche l’Italia si sta muovendo in questo senso. Ne abbiamo parlato con Roberto Bongiorni, inviato in Ucraina del quotidiano "Il Sole 24 Ore". A ottobre c’è stato un incontro bilaterale tra Berlino e Kiev in cui  si è parlato di aiuti statali ma anche di investimenti per ricostruire il Paese. “Ci sono numerose imprese europee non solo statali ma anche private hanno interesse in tutti i settori della ricostruzione dell’Ucraina”, spiega Buongiorni.

È prematuro parlare di ricostruzione?

“Va precisato che parlare di ricostruzione con una guerra ancora in corso, il cui esito e la cui fine è assolutamente incerta, comporta che ogni discorso relativo alla costruzione è ancora provvisorio”, aggiunge Buongiorni che tuttavia spiega come la Germania ed altri Paesi abbiano già in mente un piano per la ricostruzione che parte da una nuova rete elettrica che in futuro consenta all’Ucraina di trasportare verso l’Europa energia ricavata da fonti rinnovabili. Buongiorni ci spiega anche come si sta muovendo la Francia che ha organizzato a dicembre 2022 una conferenza bilaterale sul tema ricostruzione. Anche a Roma mercoledì 26 aprile si svolgerà una conferenza sul tema.

Prima della ricostruzione serve la pace

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L'ex presidente del Bundestag, Wolfgang Thierse (SPD)

In Germania il 1 aprile è stato lanciato un appello per un rapido cessate il fuoco in Ucraina e negoziati per la pace con la Russia. Sono queste in sintesi le richieste dell'appello "Frieden schaffen", Realizzare la pace. Ideatore e firmatario di un appello per porre fine alla guerra, indirizzato al cancelliere Olaf Scholz, è lo storico Peter Brandt, figlio dell’ex cancelliere socialdemocratico Willy Brandt. L’appello è stato firmato da più di 240 persone, tra gli altri, da ex politici SPD, artisti, scienziati ed ex dirigenti sindacali.

Lo ha firmato anche l’ex presidente del Bundestag, il socialdemocratico Wolfgang Thierse, secondo il quale è importante agire subito e cercare di trovare una strada per aprire il dialogo tra Russia e Ucraina. “Se ci sarà mai un cessate il fuoco e un trattato di pace - spiega Thierse - bisogna pensare già ora ai negoziati, quale forma potrebbero assumere? Chi può garantire la pace? Queste questioni non si possono rimandare ad un giorno qualsiasi durante la guerra o al momento in cui il conflitto finirà, bisogna iniziare ora”.

Tiene l’accordo sul grano tra Russia e Ucraina

Le esportazioni dall’Ucraina del grano dall’inizio dell’invasione russa hanno subito pesanti conseguenze e limitazioni. Dal febbraio 2022 per oltre 4 mesi le navi militari russe hanno bloccato i porti ucraini nel Mar Nero. Poi dopo l’accordo tra Turchia e Nazioni Unite è stato aperto un corridoio umanitario che ha consentito nuovamente l’esportazione di grano ucraino soprattutto verso Paesi più poveri e in via di sviluppo africani e sudamericani. Quindi tra la fine del 2022 ed i primi mesi del 2023 c’è stata una forte ripresa delle esportazioni.

Secondo fonti del Consiglio dell’Unione europea, al mese di marzo 2023 circa 23 milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari sono stati esportati attraverso l’iniziativa sui cereali del Mar Nero. Ora secondo analisti ed esperti del settore bisogna esportare e vendere ancora grandi quantità di cereali e grano immagazzinati anche in Europa per far spazio al grano ucraino ma anche europeo che giungerà dalla raccolta estiva, quindi questo sta determinando un crollo dei prezzi del grano e di alcuni cereali su molti mercati.

Le proteste in Polonia contro il grano

Il governo polacco e anche quello ungherese verso la metà di aprile avevano smesso di accettare nei rispettivi mercati interni l’ingresso di grano ucraino perché non era sottoposto a dazi doganali. Dall’inizio dell’invasione militare russa in Ucraina, l’Ue ha tentato di sostenere l’economia ucraina esentando dai dazi doganali alcuni prodotti agricoli come il grano. Ma con il passare dei mesi, Polonia ed Ungheria hanno iniziato a lamentare problemi e difficoltà economiche in alcuni settori agricoli. In particolare  l’accumulo di scorte di grano ha causato nei due Paesi il crollo dei prezzi, provocando le proteste dei lavoratori agricoli e produttori di grano. Le proteste hanno raggiunto il suo apice con l’arrivo il 5 aprile a Varsavia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky 

L’accordo per tutelare il grano polacco

Nella notte tra giovedì 20 e venerdì 21 aprile le autorità polacche hanno acconsentito nuovamente al transito del grano ucraino purché non entri in concorrenza con il grano polacco. La condizione necessaria per far transitare il grano ucraino è lo scarico in porti marittimi specifici come Danzica, Gdynia o Stettino o al di fuori della Polonia. Per consentire il transito è stato anche preteso che in futuro il grano ucraino che transiterà per la Polonia sia controllato attraverso sistema GPS, il sistema di posizionamento e navigazione satellitare militare statunitense.