35 anni fa la tragedia di Ramstein. COSMO italiano. 28.08.2023. 22:37 Min.. Verfügbar bis 27.08.2024. COSMO. Von Filippo Proietti.
35 anni fa la tragedia di Ramstein
Stand: 28.08.2023, 16:30 Uhr
di Filippo Proietti, Agnese Franceschini e Cristiano Cruciani
Il 28 agosto 1988 nella base aerea statunitense di Ramstein si verifica un gravissimo incidente durante l’esibizione delle Frecce Tricolori. 70 morti e 450 feriti. Agnese Franceschini ricostruisce la dinamica di questo drammatico evento. L'intervista a Giancarlo Nutarelli, fratello di Ivo, pilota che perse la vita nell'incidente, che ha sempre contestato la versione ufficiale dei fatti. Con Hans-Jacob Rausch, autore di un documentario sulla vicenda, parliamo delle conseguenze per i feriti e le famiglie delle vittime.

L'esplosione di uno degli aerei ha convolto numerosi spettatori
Il luogo della tragedia
La base aerea di Ramstein vicino a Kaiserslautern, era allora, come oggi, la più grande base dell'aeronautica statunitense al di fuori degli Stati Uniti e una volta all'anno, a partire dagli anni Cinquanta, le forze armate statunitensi vi organizzavano uno spettacolo aereo. Un festival in cui si voleva consolidare l’amicizia tra americani e tedeschi. Il 28 agosto del 1988 si festeggiava la giornata del volo – il Flugtag, la base era aperta al pubblico e c'erano 350.000 visitatori. In un’atmosfera di festa con hamburger, bevande, patatine e gelato americano ci sarebbero state diverse esibizioni di pattuglie acrobatiche aeree europee e americane. Il finale era riservato alla pattuglia più numerosa e più straordinaria: le Frecce Tricolori.
La dinamica dell’Incidente
Alle 15:40 in punto si alzano in volo i 10 Aermacchi MB 339 della Pattuglia Acrobatica Nazionale italiana e iniziano la loro esibizione. La figura più spettacolare è il cardioide, un cuore a tre dimensioni che dovrebbe essere trafitto da uno degli aerei che svolge la funzione del “solista”. È una figura molto difficile, ma già fatta diverse volte. Praticamente la pattuglia si divide in due gruppi da 4 e da 5. I velivoli ed eseguono un loop e le due sezioni chiudono la forma del cuore allineandosi una sinistra e una a destra della pista. Al loro incrocio l'illusione ottica per chi osserva da davanti è che si scontrino, mentre in realtà i velivoli si sfiorano a qualche decina di metri, in perfetta sicurezza. Dopo qualche secondo, nella nebbiolina generata dai fumi bianchi, ecco spuntare il solista che si impenna verso l'alto, sorvolando il punto di incrocio. Ma questa volta il solista è in ritardo e troppo basso sul terreno. Così alla 15:45 colpisce due aerei e i rottami infuocati degli Aermacchi vanno a schiantarsi in diversi punti della pista di decollo ai bordi della quale ci sono gli spettatori. Sono delle bombe di fuoco che non lasciano scampo e generano un inferno. Il tutto è durato 7 secondi. Le conseguenze sono state 70 morti e 450 feriti.
Le indagini sulle cause dell’incidente

Il solista delle Frecce Tricolori Ivo Nutarelli era uno dei migliori piloti al mondo
È stata istituita subito una commissione d'inchiesta trinazionale (Stati Uniti – Italia – Germania), che ha indagato per due mesi. Il rapporto finale comunque è stato reso noto solo nel 2012 e la responsabilità sarebbe stata solo del tenente colonnello Ivo Nutarelli, che per motivi non ancora chiari avrebbe compiuto la sua manovra in ritardo. Anche una successiva indagine tedesca dà la responsabilità al pilota italiano, mentre l’inchiesta fatta dall’aeronautica militare americana è ancora secretata.
Un collegamento con Ustica?
Secondo Giancarlo Nutarelli, fratello del solista Ivo Nutarelli, c’è un legame tra l’incidente di Ramstein e la strage di Ustica nella quale, il 27 giugno del1980, morirono 81 persone. su un DC9. I tenenti colonnello Ivo Nutarelli e Mario Naldini che morirono a Ramstein, infatti, giorno in cui avvenne la strage di Ustica, si trovarono in prossimità dell'aereo civile DC 9 Itavia diretto da Bologna a Palermo dieci minuti prima che cadesse, per ragioni non ancora chiarite, nelle acque di Ustica. Pur ammettendo di non averne le prove per Giancarlo Nutarelli il fratello è stato ucciso perché avrebbe dovuto testimoniare proprio su Ustica.
Le polemiche sui soccorsi
Una gestione dilettantistica dell'emergenza è costata senz’altro vite umane. Alla base erano presenti pochi operatori sanitari e poiché nessuno aveva pensato alla possibilità di un disastro di questa portata, non era stato elaborato un piano di soccorso adeguato. Inoltre i soldati americani impedivano l’accesso alla base dei mezzi di soccorso della protezione civile tedesca e usavano la loro "strategia del Vietnam" che ha causato ulteriori vittime. Si tratta di una modalità di soccorso, già allora obsoleta, per cui i feriti venivano semplicemente caricati su camion, autobus, elicotteri e le poche ambulanze disponibili per essere trasferiti, senza assistenza medica agli ospedali più vicini. Lo sceneggiatore Hans-Jacob Rausch che ha lavorato a un documentario per SWR. "Ramstein - Die Dokumentation" ha raccolto la testimonianza di medici che raccontano di persone ferite gravemente che venivano loro strappate dalle mani, mentre le stava soccorrendo.
I risarcimenti alle vittime
Per quanto riguarda le vittime e i sopravvissuti, hanno ricevuto un risarcimento economico di oltre 21 milioni di marchi tedeschi, 15 milioni di euro circa, da un fondo speciale istituito dalla Germania Federale, dagli Stati Uniti e dall'Italia. Tuttavia, non è stato mai riconosciuto il trauma psicologico delle vittime. Una causa intentata contro la Repubblica Federale Tedesca per rivendicare la sindrome da stress post-traumatico è fallita nel 2003, perché la magistratura ha ritenuto che le richieste fossero già prescritte al momento della presentazione della denuncia nel 1998, cioè dieci anni dopo l'incidente.
Ascolta il podcast con l'intervista ad Agnese Franceschini, a Nutarelli e Rausch cliccando sull'audio del podcast qui in alto.