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I nuovi Comites in Germania COSMO italiano 19.01.2022 24:57 Min. Verfügbar bis 19.01.2025 COSMO Von Francesco Marzano


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I nuovi Comites in Germania

Stand: 13.01.2023, 16:00 Uhr

di Agnese Franceschini e Francesco Marzano

A dicembre 2021 sono stati eletti i nuovi Comitati degli Italiani all’Estero, organismi importanti che informano e rappresentano gli italiani residenti all’estero. Ne parliamo con due nuovi eletti, Katia Squillaci di Berlino e Andrea Gatti di Friburgo. Mentre con Agnese Franceschini facciamo il punto su questa istituzione e sulla sua storia.

L'ambasciata italiana a Berlino

Il ruolo dei Comites.

Il Comites. è l’istituzione che rappresenta gli italiani all'estero e fa da collegamento nei rapporti con consolati e ambasciate, vale a dire con le rappresentanze diplomatico-consolari, ma anche con le istituzioni regionali italiane. In pratica questo vuol dire che ogni Comitato dovrebbe capire quali sono le esigenze della propria comunità di riferimento e, ad esempio, segnalare al Consolato di riferimento se ci sono violazioni dei diritti civili o dei lavoratori che riguardano gli italiani. Ciascun Comitato, inoltre, promuove iniziative che riguardano la vita sociale e culturale della comunità italiana residente nella circoscrizione di riferimento. Quindi il Comites deve coltivare i legami dei cittadini italiani all’estero con la realtà politica e culturale italiana, oltre che promuovere la diffusione della storia, della tradizione e della lingua italiane. E questo lo fa ad esempio organizzando serate di incontro su determinati temi e promovendo concorsi letterari in lingua italiana. Ma  un altro aspetto non meno importante è quello di favorire l'integrazione dei cittadini italiani nella società locale, magari organizzando serate informative sulla realtà tedesca. Ricordiamo le guide realizzate in collaborazione con tutti i Comites della Germania: “Primi passi in Germania”, “Primi passi per la terza età”, “Primi passi per chi vuole avviare un’impresa”. Il tutto, ovviamente in collaborazione con l’Ambasciata e i Consolati.

La storia dei Comites

Qualcosa di simile a questi “mini parlamenti degli italiani all’estero” esiste addirittura già dal 1967, quando vennero istituiti i Co.As.It, Comitati di Assistenza Italiani, con scopi simili a quelli dei Comites attuali, solo che i membri erano nominati dai consolati e non scelti dai cittadini. Nel 1985 sono stati creati i Co.Em.It., i Comitati dell’Emigrazione Italiana, che per la prima volta venivano eletti e che nel 1990 si sono trasformati in Comites appunto. Ma è stato solo nel 2003 che è stata fatta la legge che regola le funzioni degli attuali Comites.

Come funzionano e come si finanziano

In base alla grandezza della comunità il comitato può avere dai 12 ai 18 membri. In primo luogo si elegge un o una presidente e un esecutivo. Poi ci sono diverse commissioni di lavoro. Nessuno dei consigleiri percepisce un compenso, vengono solo rimborsate eventuali spese di viaggio. Alle riunioni partecipa sempre un rappresentante del Consolato, ma senza diritto di voto e possono partecipare, sempre senza diritto di voto, anche i rappresentanti del CGIE, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero che è l’organismo di consulenza del Governo e del Parlamento italiani sui temi più importanti che interessano le comunità all’estero. Per quanto riguarda il finanziamento, i Comites ricevono un contributo da parte del ministero degli Affari esteri che può andare dai 30 ai 50 mila euro all’anno. Con questo finanziamento devono pagare sia le spese di gestione dei locali in cui lavorano, sia i vari progetti che decidono di sostenere.

Le ultime elezioni e la scarsa partecipazione al voto.

La nuova presidentessa del Comites di Berlino Katia Squillaci

La nuova presidente del Comites di Berlino Katia Squillaci

Il 3 dicembre del 2021 si sono tenute le elezioni per  votare i rappresentanti anche degli 11 Comites presenti in Germania e la partecipazione al voto è stata estremamente bassa, meno del 2%. La causa sta in gran parte nella riforma del sistema di voto fatta nel 2014. Invece di mandare le schede elettorali a tutti gli italiani iscritti all’Aire, in modo tale che possano poi votare per corrispondenza, in base a questa riforma, vengono spedite solo a coloro che ne hanno fatto esplicita richiesta al Consolato. È come se si chiedesse agli italiani all’estero di re-iscriversi all’Aire per ogni elezione e, ovviamente, questo ostacolo burocratico allontana i cittadini dalle elezioni stesse, oltre che dalle istituzioni.

I motivi della riforma

L’intento alla base della riforma era pieno di buone intenzioni: si voleva evitare l’invio di milioni di schede inutili, così da impedire che queste ultime fossero utilizzate per brogli elettorali. In effetti, anche nelle elezioni precedenti la riforma, la partecipazione non era altissima, in Germania, ad esempio, era del 17% circa, ma probabilmente è meglio mandare delle schede elettorali in più piuttosto che rischiare un altro tipo di problema: con una partecipazione di poco superiore all’1% si corre, infatti, il rischio che poche persone vengano elette da pochi amici e possano gestire da soli un’istituzione così importante come il Comites. E in questo caso non si può di certo parlare di “cittadinanza attiva”.