La memoria dell'Olocausto tra Germania e Italia
COSMO italiano. 27.01.2023. 22:43 Min.. Verfügbar bis 27.01.2024. COSMO. Von Francesco Marzano.
La memoria dell'Olocausto tra Germania e Italia
Stand: 27.01.2023, 18:00 Uhr
di Francesco Marzano, Cristina Giordano e Tommaso Pedicini
Come è avvenuta la rielaborazione del passato nazista? Lo storico Tommaso Speccher ricostruisce in un libro le diverse fasi attraversate dalla Germania, dal dopoguerra a oggi, perché «fare i conti con il passato è un processo complesso che si muove lungo tutta la storia tedesca». Nel frattempo si chiudono gli ultimi processi ai nazisti con le condanne all'ex segretaria e alla guardia nazista del campo di Stutthof, o alla guardia SS ultracentenaria di Sachsenhausen. L'approfondimento è di Cristina Giordano. Il processo per la memoria dell'Olocausto riguarda anche l'Italia, dove a lungo venne rimossa, ad esempio, la storia della Risiera di San Sabba, unico campo di sterminio in territorio italiano. Ce ne parla la storica Chiara Becattini.

Il cancelliere Olaf Scholz al memoriale dell'Olocausto a Berlino
Il passato nazista in Germania
Ci fu davvero una «Stunde Null», un'ora zero in Germania? Quella sorta di tacito patto, di punto a capo, che permise alla Germania di ripartire dopo i massacri compiuti dai nazisti? È quel che si chiede lo storico Tommaso Speccher nel suo libro «La Germania sì che ha fatto i conti con il nazismo» (Laterza). Un saggio che attraversa tutte le fasi della storia tedesca, dal Dopoguerra ad oggi, per capire quanto la società in Germania abbia fatto i conti con il suo terribile passato. Speccher dice: «Le politiche della Memoria sono il risultato di un dibattito intergenerazionale durato 70 anni e fissato nei memoriali, ma le pulsioni nazifasciste sono sempre presenti. C'è un pezzo di Germania che contesta fortemente queste politiche della memoria.» Il percorso di cui parla Speccher ha vissuto fasi in cui si è assistito alla rimozione del passato, ed altre in cui il Paese ha fatto passi in avanti verso la consapevolezza collettiva dei crimini del nazionalsocialismo.
Gli ultimi processi ai nazisti
Negli ultimi anni la Germania ha continuato la caccia ai nazisti, portandoli davanti al banco degli imputati. La 97enne Irmgard Furchner è stata ritenuta colpevole di concorso in omicidio e tentato omicidio in circa 11.000 casi. Era una ex segretaria del campo di concentramento di Stutthof (nei pressi di Danzica, oggi territorio polacco) e lavorava per il comandante nazista Paul Werner Hoppe. Secondo la tesi del procuratore, come dattilografa conosceva nel dettaglio i metodi di omicidio sistematicamente praticati nel campo, e in qualche modo anche il suo lavoro ha assicurato il funzionamento di quel sistema criminale. È stata condannata a 2 anni con la condizionale. Ma si attende l'esito del ricorso.
Un altro recente processo tedesco si è svolto nei confronti di una ex guardia, sempre del campo di sterminio di Stutthof, Bruno Dey, condannato nel 2020 a due anni con la condizionale dal tribunale di Amburgo. Tra l'altro Bruno Dey è stato uno dei testimoni, anche nel processo alla ex segretaria di Stutthof.

La copertina del libro di Tommaso Speccher
Tra il 2021 e il 2022 si è tenuto invece nel Brandenburgo il processo a Joseph S., 101 anni, ex guardia delle SS nel campo di concentramento di Sachsenhausen, accusato di concorso in omicidio per oltre 3500 vittime. Anche in questo caso, pur non avendo lui stesso ucciso, come guardia ha puntato il fucile carico contro i prigionieri, per impedir loro di fuggire e lasciando che altre SS potessero torturarli. I giudici hanno stabilito una condanna di cinque anni. Ma l'avvocato difensore ha annunciato di volersi appellare al Bundesgerichtshofs. Ad oggi però, come ha confermato l'ufficio stampa del tribunale, la pratica non è ancora arrivata sulla scrivania della Corte suprema federale.
Il campo di concentramento di Sachsenhausen fu fondato nel 1936, e proprio per essere vicino al quartier generale della polizia nazista, divenne un campo di addestramento delle SS, con oltre 200.000 prigionieri fino al 1945. Qui, almeno 10.000 prigionieri sovietici persero la vita.
La memoria in Italia
La Risiera di San Sabba, a Trieste, edificio per la lavorazione del riso fu sequestrato dai nazisti e trasformato in campo di prigionia provvisorio per militari italiani, successivamente vennero incarcerati anche altri prigionieri. Solo nel 1965 arrivò il riconoscimento politico come "unico esempio di lager nazista in Italia" e solo dieci anni dopo venne inaugurato qui il Museo della Resistenza. Come mai si attese così a lungo? Ce ne parla Chiara Becattini, storica e autrice di "La memoria dei campi" (2022 - Hoepli).