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Corruzione in Germania: servono norme più severe

COSMO italiano 18.01.2023 17:25 Min. Verfügbar bis 18.01.2024 COSMO Von Filippo Proietti


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Corruzione in Germania: servono norme più severe

Stand: 18.01.2023, 17:52 Uhr

a cura di Filippo Proietti, Giulio Galoppo e Daniela Nosari

Che fine ha fatto lo scandalo delle mascherine in Germania? Gli esponenti della Unione che hanno incassato altissime provvigioni non risultano punibili per la legge tedesca. Ora vanno chiariti i rapporti tra il ministro delle Finanze Lindner ed una banca tedesca, che fanno discutere. Ma in molti sono d'accordo: la norma contro la corruzione dei politici va riformata. Ce ne parla Lisa Böhm dell'osservatorio Abgeordnetenwatch, mentre Giulio Galoppo ricostruisce per noi lo scandalo delle mascherine.

Schutzmaske

Le mascherine al centro di uno scandalo di corruzione in Germania

Lo scandalo delle mascherine

Ha coinvolto tre parlamentari dell’Unione, Georg Nüßlein (CSU), Nikolaus Löbel e Mark Hauptmann, entrambi della CDU. Nell'estate del 2020, un'azienda tessile dell'Assia si sarebbe rivolta a Georg Nüßlein, il quale, poi, avrebbe esercitato pressioni per l'assegnazione di contratti all'azienda, incassando in cambio 660.000 euro di commissioni attraverso la sua società di consulenza, senza dichiarare questo profitto. Löbel, dal canto suo, ha ammesso che la sua azienda aveva ricevuto circa 250.000 euro di commissioni per l'intermediazione di ordini di maschere FFP2. Hauptmann, invece, avrebbe intermediato la consegna di maschere da parte delle aziende ai comuni, per cui il gruppo cristiano-democratico del comune di Suhl, in Turingia, avrebbe ricevuto una donazione di 7000 euro. Hauptmann ha riconosciuto le donazioni al partito, negando, tuttavia, di essersi arricchito personalmente.

Lo scandalo ha fatto letteralmente tremare l’Unione sin nelle sue fondamenta. L'elenco dei politici della CDU e CSU nel mirino delle critiche era ancora più lungo. Alcuni ulteriori esempi: Alfred Sauter della CSU, già ministro della Giustizia in Baviera, che ha intascato una provigione di 1,2 milioni di euro. Armin Laschet, nel 2020, in qualità di governatore del Nordreno-Vestfalia, era finito sui giornali. Suo figlio, Joe Laschet, aveva stabilito un contatto con un'azienda tessile alla quale il Nordreno-Vestfalia aveva ordinato maschere di tessuto per 1,25 milioni di euro. Philipp Amthor (CDU) era stato criticato nel giugno 2020 perché si era prodigato per una società statunitense per la quale aveva ricevuto opzioni di partecipazione a delle azioni. Di conseguenza, non si è ricandidato alla presidenza del Land Meclemburgo-Pomerania occidentale, ma è stato, comunque, eletto con un'ampia maggioranza al primo posto nella lista del Land per le successive elezioni del Bundestag.

Il coinvolgimento dell’allora ministro per la Salute, Jens Spahn

Secondo un’indagine della rivista Der Spiegel, il marito del ministro, Daniel Funke, aveva procurato almeno sei offerte per la consegna di diversi milioni di maschere FFP2 al Ministero per la Salute nei mesi di marzo e aprile 2020. Nello specifico, il rivenditore svizzero NopixGlobal aveva inviato a Funke un'offerta, facendo riferimento a un conoscente comune. Lo stesso giorno, Funke inoltrò il messaggio a Spahn. Senza una gara d'appalto, l'azienda svizzera avrebbe poi ricevuto un contratto per 1,5 milioni di mascherine FFP2.

La necessità di una nuova legge contro la corruzione

Tutti gli imputati sono stati assolti in tribunale. La vicenda è un esempio di quanto sia grande il deficit di trasparenza del Bundestag tedesco. Secondo le regole di condotta del Parlamento, infatti, i deputati sono obbligati a elencare sul sito web del Bundestag le attività collaterali retribuite e le società di cui possiedono almeno il 25% delle azioni. Tuttavia, non sono tenuti a rivelare con chi le loro aziende fanno affari e quanto ne ricavano.

La coalizione di governo punta, quindi, a un rapido inasprimento delle norme contro la corruzione dei parlamentari. A tal fine, i gruppi parlamentari di governo sono in stretto contatto tra loro e con il Ministero federale della Giustizia. Questa necessità viene riconosciuta anche nell'Unione.

Lo chiede a gran voce anche l'associazione Abgeordnetenwatch. Ci si piega il perché questo vada fatto velocemente la portavoce dell'associazione, Lisa Böhm.

Il caso Lindner

Christian Lindner

Fa discutere la vicinanza di Christian Lindner a una banca tedesca

È un caso di cui si discute molto proprio adesso in Germania. Il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, è finito sotto la lente della procura generale di Berlino che sta valutando se un suo discorso tenuto presso una banca dalla quale ha poi ottenuto l’ampliamento di un mutuo precedentemente aperto, arrivando a un finanziamento totale di pù di 2,8 milioni di euro per l'acquisto e la ristrutturazione della sua casa di Berlino, debba essere valutato come un caso di corruzione o quanto meno di favoritismo. Il ministro non è indagato, la procura sta valutando se sia il caso di farlo. Ma è sicuramente un problema per la coalizione di governo.

I test molecolari (PCR)

Uno scandalo ora emerso e che riguarda di nuovo il periodo della pandemia è quello legato ai test molecolari. Un'indagine condotta dalle emittenti pubbliche tedesche WDR e NDR e dal quotidiano Süddeutsche Zeitung, rivela il ruolo decisivo che i medici di laboratorio hanno avuto nella gestione dei test molecolari - guadagnando miliardi durante la pandemia. I profitti di molti laboratori di analisi sono triplicati. È il caso della società Sonic Healthcare, che è passata da 82 milioni a 274 milioni di euro tra il luglio 2020 e giugno 2021.

Mentre il test per l'influenza e agenti patogeni simili viene rimborsato con poco meno di 20 euro, i laboratori hanno ricevuto inizialmente 59 euro dalle casse malattia per il test PCR corona.

L'associazione lobbista Akkreditierte Labore in der Medizin (ALM), che raccoglie i laboratori di analisi tedeschi sotto la propria egida, ha lavorato con successo per mantenere alti i prezzi per il maggior tempo possibile. Il governo federale e le compagnie di assicurazione sanitaria hanno, così, sprecato miliardi nella remunerazione dei test molecolari negli ultimi tre anni. Michael Müller, direttore dell’ALM, era in contatto diretto con Jens Spahn, ma non è chiaro quale sia il ruolo giocato dall'allora ministro per la Salute. Con la scusa di non avere più accesso alla documentazione del Ministero, Spahn elude infatti ogni tipo di domanda.