La pandemia è finita o sta per ricominciare?
COSMO italiano. 11.01.2023. 23:10 Min.. Verfügbar bis 11.01.2024. COSMO. Von Luciana Caglioti.
La pandemia è finita o sta per ricominciare?
Stand: 11.01.2023, 16:30 Uhr
di Luciana Caglioti, Agnese Franceschini e Cristiano Cruciani
Nelle ultime settimane, dopo che la Cina ha allentato la sua politica "zero Covid" a favore di una strategia di coesistenza con il virus, il paese ha subito un'ondata di contagi senza precedenti. Agnese Franceschini fa il punto della situazione e descrive la reazione da parte europea. Con il virologo Fabrizio Pregliasco facciamo il punto sulla pandemia e sulla pericolosità delle nuove varianti. Ilaria Massa, Consigliere della Camera di Commercio Italiana in Cina, ci racconta la sua esperienza durante il lockdown imposto dal governo cinese.

La situazione in Cina
Dal 25 dicembre la Cina ha comunicato che non trasmetterà più quotidianamente i dati sulla diffusione del virus e quindi le informazioni che abbiamo sono saltuarie e non sempre verificabili. Ad esempio domenica 8 gennaio la Commissione per la salute cinese ha comunicato 7.072 nuovi casi di contagio e due morti per cause legate al Covid-19. I dati però non sembrano realistici, soprattutto se confrontati con quelli comunicati separatamente da alcune province. Il direttore della Commissione per la salute della provincia dell’Henan per esempio ha detto che al 6 di gennaio il tasso di infezione sul territorio era dell’89 per cento: dal momento che la popolazione della provincia è di 99,4 milioni di abitanti, questo dato indicherebbe che più di 88 milioni di persone potrebbero essere contagiate. Anche secondo Ilaria Massa che lavora a Shangai per l’ENI la situazione è emergenziale sia a livello sanitario che economico.
La paura di nuove varianti del coronavirus
L’alto numero di nuovi contagi viene osservato con grande attenzione all’estero, perché secondo alcuni esperti potrebbe rendere più probabile la circolazione di nuove varianti. Al momento l’ondata cinese sembra essere comunque causata da varianti omicron del coronavirus che erano già ampiamente in circolazione in altre zone del mondo, senza indicazioni sull’emergere di particolari mutazioni. C’è però da dire che il livello di immunità tra la popolazione cinese è relativamente basso, sia a causa della minore efficacia dei vaccini sviluppati dalla Cina, sia a causa della strategia zero-COVID che ha ridotto sensibilmente la possibilità per molte persone di rinnovare la propria immunità nelle infezioni successive alla vaccinazione. La maggior parte della popolazione non si è inoltre sottoposta alle dosi di richiamo, dopo avere completato il primo ciclo vaccinale.
Le contromisure per evitare la diffusione dei contagi in Europa

Riprendono gli spostamenti interni in Cina
Tra i primi a muoversi per cercare di impedire che il contagio si diffonda è stata l’Italia che già prima di Natale ha imposto i tamponi obbligatori ai passeggeri provenienti dalla Cina. Anche Francia e Spagna hanno fatto lo stesso, mentre l’Unione Europa ha solo consigliato di fare i test. La Germania si è presa un po’ di tempo, ma da lunedì 9 gennaio i viaggiatori provenienti dalla Cina devono presentare un test antigenico rapido negativo che non abbia più di 48 ore prima della partenza per la Germania. Il controllo è effettuato dalle compagnie aeree. Dopo l'atterraggio, i viaggiatori dovrebbero anche poter essere sottoposti a test casuali su richiesta delle autorità. Come altri paesi, anche la Germania vuole esaminare le acque di scarico degli aerei cinesi per possibili nuove varianti del coronavirus.
La reazione cinese e i dubbi dell’UE.
La Cina ha protestato contro le misure adottate in Europa e preoccupa l’esempio delle ritorsioni attuate contro Corea del Sud e Giappone. Il governo sudcoreano aveva interrotto il rilascio di visti a breve termine per i cittadini cinesi fino alla fine di questo mese, e richiesto un test del coronavirus prima e dopo l’arrivo nel Paese. E anche il Giappone ha rafforzato i controlli alle frontiere per i viaggiatori provenienti dalla Cina, richiedendo la prova di un test Covid negativo prima della partenza. La Cina ha reagito sospendendo a sua volta il rilascio di visti d’ingresso per i cittadini sudcoreani e giapponesi. La paura è dunque che usi le stesse ritorsioni per i cittadini della Unione Europea. E questo sarebbe un grave danno per l’economia.
La situazione della pandemia in Germania
È soprattutto la variante Kraken che sta spaventando la comunità scientifica internazionale. Il suo nome ufficiale è XBB.1.5, è entrata a far parte dell'ormai numerosa famiglia di Omicron e si sta diffondendo rapidamente negli Stati Uniti e in altri paesi. Il ministro federale della salute Karl Lauterbach si dice preoccupato, soprattutto perché negli Stati Uniti sempre più persone infette devono essere curate in ospedale. Attualmente non si sa quanto la variante Kraken si stia diffondendo in Germania, ma Lauterbach è ottimista e spera “di poter superare l'inverno prima che una tale variante possa diffondersi da noi". Nel frattempo ha già annunciato che anche sui treni a lunga distanza verrà abolito prima del previsto l’obbligo della mascherina. È quindi probabile che sia prima del 7 aprile. D’altra parte anche un virologo come Christian Drosten, noto per il suo pessimismo, un paio di settimane fa aveva dichiarato che la pandemia sarebbe finita e che eravamo entrati nella fase endemica del virus.
L’obbligo della mascherina sui mezzi pubblici
In Sassonia Anhalt, Baviera e Schleswig-Holstein era stato deciso già a dicembre e inizio gennaio di togliere l’obbligo della mascherina sui trasporti pubblici urbani e regionali e sempre più Länder stanno seguendo l’esempio di questi primi tre, la Sassonia toglierà il divieto lunedì prossimo 16 gennaio, e poi seguiranno a inizio febbraio Berlino, il Brandeburgo, il Meclenburgo Pomerania Anteriore e la Turingia. Così per la prima volta anche governi regionali non guidati dalla CDU/CSU toglieranno l’obbligo della mascherina nei mezzi pubblici. La scelta viene motivata dal fatto che sia il numero dei ricoveri che la situazione nei reparti di terapia intensiva è stabile da settimane.
Le dimissioni del presidente del RKI Lothar Wieler
Il Robert Koch Institut ha rilasciato un comunicato secondo il quale Wieler si dedicherà a nuovi compiti nella ricerca e nell'insegnamento. Il ministro della salute Lauterbach sarebbe d'accordo. Wieler era a capo dell'Robert Koch Institut da marzo 2015 ed è stato uno degli strateghi più importanti nella lotta contro la pandemia in Germania. A quanto pare comunque la sua politica molto restrittiva non era ben vista dai liberali che attualmente sono nella coalizione di governo. Il suo posto è stato assunto ad interim dal vicepresidente Lars Schaade.
Il futuro della pandemia
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università Statale di Milano, bisognerà convivere con questo virus. In futuro non ci saranno nuove ondate, ma nuove onde di contagio con alti e bassi. Attualmente comunque ci troviamo in una fase di transizione ed è necessario tener alta la guardia con presidi e richiami vaccinali.