Arena di Verona: l'amore dei tedeschi e 100 anni di lirica COSMO italiano 10.08.2023 25:02 Min. Verfügbar bis 09.08.2024 COSMO Von Francesco Marzano


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Arena di Verona: l'amore dei tedeschi e 100 anni di lirica

Stand: 10.08.2023, 16:10 Uhr

di Francesco Marzano, Cristina Giordano, Giulio Galoppo, Daniela Nosari

Una doppia bellezza: così la direttrice artistica e sovrintendente alla Fondazione Arena di Verona Cecilia Gasdìa ci descrive la stagione estiva all'Arena di Verona, amatissima anche dai tedeschi. Quest'anno l'anfiteatro romano festeggia i 100 anni di lirica. Cristina Giordano ci spiega, fra l'altro, come tutto è iniziato. Di lirica fuori e dentro dai teatri parliamo poi con il baritono Enrico Marabelli, che lavora spesso in Germania e in questa stagione è anche dietro le quinte dell'Arena.

Arena di Verona

L’amore dei tedeschi

Fin dalla sua prima edizione, nel 1913, gli stranieri erano molto presenti all’Arena per assistere alla stagione lirica. Erano borghesi e aristocratici provenienti da diversi paesi che si trovavano in vacanza sul Lago di Garda e andavano a vedere l'opera. Oggi, l’Arena di Verona resta a vocazione internazionale: più della metà degli spettatori arriva da 114 paesi diversi. In testa ci sono proprio i tedeschi, che l'anno scorso sono stati il 21,8%. Non è un caso quindi se il programma quest’anno è stato presentato anche a Berlino.

È difficile dire però perché i tedeschi amino così tanto l'Arena di Verona. In generale i tedeschi amano la musica lirica: 16 milioni dichiarano di ascoltarla da appassionati o di tanto in tanto (fonte Statista 2022). Un numero relativamente stabile negli anni. A questo, si aggiunge la presenza tedesca sul Lago di Garda – i turisti lo scelgono ancora per le vacanze, come facevano gli aristocratici a inizio del ‘900.

Lo conferma anche Cecilia Gasdia, «I tedeschi e gli austriaci amano moltissimo l’opera lirica e quindi vengono per vedere l’opera lirica, ma anche lo spettacolo, che è veramente unico dentro all’anfiteatro romano. Non c’è altro teatro al mondo più grande» aggiunge la direttrice artistica e sovrintendente della Fondazione Arena di Verona.

Nell'intervista Gasdia ci racconta anche del suo forte legame con l'Arena, conosciuta fin da bambina, ma anche della magia della lirica che si unisce all'incontro del pubblico in piazza prima e dopo gli spettacoli.

Il centenario... ritardato

Nonostante l’apertura nel 1913, la stagione lirica all’Arena di Verona si è dovuta fermare a causa di due guerre mondiali e per la pandemia. Ecco perché la centesima edizione cade solo ora, nel 2023.

Da sapere: in epoca fascista invece, nel 1936, venne creato l'Ente Autonomo Spettacoli Lirici Arena di Verona. E nel 1938, dopo l'approvazione delle leggi razziali in Italia, i dipendenti ebrei dell'ente furono licenziati. Così come in tutti gli altri teatri italiani.

Chi portò la lirica in un anfiteatro romano?

Nell’anfiteatro di Verona i gladiatori combattevano sanguinose lotte, per la vita e la morte e molto probabilmente ci furono anche martiri cristiani. Solo più tardi l’arena fu utilizzata per altri scopi, come cava di pietre per costruire case, luogo per prostitute, botteghe artigianali, roghi in cui venivano bruciati eretici, ma anche feste e matrimoni imperiali.

Fu il tenore veronese Giovanni Zenatello, insieme ad altri tenori dell’epoca, ad inventarsi questa manifestsazione lirica per festeggiare i 100 anni della nascita di Giuseppe Verdi. La prima, il 10 agosto 1913, fu un grande successo. Stando ad alcune ricostruzioni, nel pubblico c’erano anche Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Franz Kafka. Ed è così che è nato il più grande teatro lirico all’aperto del mondo.

Cos’è rimasto di quella prima edizione?

Allora non c’era l‘elettricità e gli spettatori portarono piccole candele per leggere i testi delle opere. Ancora oggi all’entrata vengono distribuite piccole candeline, con cui, oggi come allora, si saluta il primo atto.

A proposito delle scenografie, forse non tutti sanno che anche l’introduzione delle scenografie tridimensionali fu introdotta alla prima della stagione Lirica di Verona. Prima di allora infatti i teatri utilizzavano solo scenografie bidimensionali. L’Arena di Verona consacrò questo stile scenografico, che venne poi copiato ovunque.

Quest’anno l’innovazione è high-tech, perché la scenografia per l’Aida – l’opera regina del teatro, è composta, oltre che da rovine di edifici antichi e colonne rovesciate, anche da una mano gigantesca che muove le dita. L’allestimento del regista e scenografo Stefano Poda è una dedica alla prima edizione. Secondo l'emittente tedesca SWR ricorda invece il film distopico "Mad Max".

Memorie e scandali dell’Arena di Verona

Nel 1947 Maria Callas debuttò all'Arena a soli 23 anni,  nella "Gioconda" di Amilcare Ponchielli. Fu la primissima volta in cui si esibì davanti al pubblico e strabiliò tutti.

Più recentemente i colpi di scena sono stati altri. Nel 2022 ha fatto discutere un caso di «blackfacing», perché la soprano Anna Netrebko, presente anche quest’anno, aveva il volto dipinto di nero per interpretare il ruolo della principessa etiope nell’Aida. La soprano americana Angel Blue si è ribellata, lasciando l’edizione. E qualche anno prima il blackfacing aveva indignato un’altra cantante.

Qualche anno fa il quotidiano "Süddeutsche Zeitung" spaventò il pubblico tedesco, parlando di una frode relativa a biglietti falsi per l’Arena di Verona. Si ipotizzò che l'Arena fosse finita in mano alla mafia, ma dietro a un falso sito web c'era un solo e unico truffatore, Rainer K. - un tedesco.

Il baritono Enrico Marabelli

Bariton Enrico Marabelli

Enrico Marabelli sul palco, qui come Melitone ne "La forza del destino" di Verdi

Baritono italiano, spesso anche in scena sui palchi tedeschi, in questa stagione dell'Arena di Verona Enrico Marabelli è stato ingaggiato come "cover", un termine che potrebbe trarre in inganno. Marabelli è un solista che dev'essere pronto ad entrare in scena qualora l’artista titolare, per qualsiasi motivo, non possa salire sul palco o partecipare alle prove.

Con lui parliamo di cosa significhi cantare all'aperto e per il pubblico di un anfiteatro con oltre 10.000 spettatori, di come ha conosciuto la lirica all'Arena di Verona fin da adolescente, ma anche delle differenze fra il mondo della lirica tedesco e quello italiano.

Con qualche aneddoto che ci rivela che questo mondo affascinante, un patrimonio culturale enorme per l'Italia, non è serio e ingessato come qualcuno può credere.

Ascolta la puntata del podcast dedicata all'amore dei tedeschi per l'Arena di Verona e ai suoi cent'anni di lirica cliccando sull'audio che trovi in alto.